La proposta del Bari – Un mini torneo a quattro sul campo

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“Un mini torneo a porte chiuse in una località da individuare che risponda a tutte le esigenze protocollari, vale a dire con tanti hotel blindati dal punto di vista sanitario e tanti campi di allenamento quanti sono le squadre partecipanti, uno stadio adeguato dove disputare le partite a porte chiuse, con due semifinali ed una finalissima dove la vincente andrebbe in serie B. Il mini torneo verrebbe disputato tra le “seconde” dei tre gironi, più la migliore terza degli stessi”. Questa la proposta avanzata dall’Avvocato Garrani rilasciata attraverso un’intervista sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

Del resto si sapeva che il Bari non ci stava alla proposta farlocca della Lega Pro e, non volendo lasciare nulla intentato al caso, ha lavorato per una proposta più concreta e soprattutto più giusta ed equa, cercando un criterio che, nel caso di cristallizzazione della classifica, potesse salvaguardare i risultati fin qui conseguiti sul campo sia del Bari che delle altre dei gironi.

Certo, l’auspicio degli addebiti ai lavori, è quello di fare tutto quanto sarà possibile per tornare a giocarsi la B sul campo almeno nelle serie professionistiche così da assegnare i vari titoli alle promozioni e alle qualificazioni nelle varie Coppe. D’altronde il segnale preciso della Fifa, della Uefa e della Figc scivola su questo binario. Del resto tutte quelle società che non sono d’accordo su questa linea, evidentemente, non hanno interessi personali da raggiungere. Nel calcio la competizione e la meritocrazia si conquistano sul terreno di gioco, non a tavolino, men che meno attraverso una monetina. Ma in tal senso occorre sentire le “campane” della politica e della sanità, istituzioni che hanno difficili ed enormi responsabilità al riguardo, e solo l’evoluzione dell’epidemia potrà stabilire la ripresa o meno.

La società dei De Laurentiis ha già inoltrato un esposto e, laddove le ragioni avanzate dal club barese non dovessero essere accolte, ne verranno proposte altre più rigide, nella speranza che le 60 società della serie C lascino per un momento da parte il proprio tornaconto per far trionfare il buon senso per il bene comune, lasciando da parte definitivamente l’affidamento alla casualità in relazione alla promozione, anche perché il rischio è quello di assistere ad una cascata di ricorsi che il calcio, in questo momento, non può assolutamente permettersi essendo in gioco la credibilità dello stesso sport.

 

Massimo Longo

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