Cgil, Cisl e Uil chiedono tutele e un intervento normativo urgente. Una circolare Inps ha chiarito che al momento non ci sono stanziamenti per il 2021
AGI – La quarantena per contatto Covid non è più considerata malattia e i sindacati confederali chiedono un’immediata risposta al governo.
L’Istituto di previdenza ha sottolineato infatti che “il legislatore attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti” e che quindi “salvo eventuali interventi normativi, non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso”.
In una lettera – in possesso dell’AGI – firmata da Cgil, Cisl, Uil (Rossana Dettori, Angelo Colombini, Ivana Veronese) e inviata ai ministri Andrea Orlando e Daniele Franco che ha come oggetto ‘Tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti del settore privato in quarantena’, i sindacati si dicono fortemente preoccupati e chiedono “un intervento normativo urgente che consenta all’Istituto di assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori le tutele”.
“Dobbiamo insieme convincere il governo e i partiti della maggioranza a cambiare la posizione, trovando la copertura finanziaria che il ministro delle finanze non vuole dirottare su questa urgente necessità”: ha detto Colombini segretario confederale Cisl, responsabile sicurezza lavoro.
“Non si puo’ scaricare sui lavoratori il tema della quarantena”: ha affermato Ivana Veronese, segretaria Confederale Uil. “Non abbiamo ancora avuto risposta dal governo. E’ un tema aperto e un tema importante: va dato un ulteriore finanziamento, non si posso scoprire i lavoratori in questo modo e in questo momento”.
E giudica positivo l’intervento del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Continuiamo a ricevere da ogni parte d’Italia segnalazioni di lavoratori che essendo in quarantena causa Covid, a differenza di quanto avvenuto nel 2020, non riceveranno tutela previdenziale, insomma non avranno nessuna indennità. – ha affermato – Il governo infatti ha pensato bene di non rifinanziare per il 2021 il fondo previsto, e la quarantena non viene più considerata malattia”.
“Sono facilmente intuibili gli effetti di profondo disagio sociale che questa scelta sta provocando: un pasticcio che le organizzazioni sindacali definiscono giustamente una vera e propria bomba sociale. Alla riapertura del Parlamento presenteremo un’interrogazione parlamentare al governo”, ha aggiunto.
“Egregi Ministri, – si legge nella lettera – in riferimento al messaggio Inps n. 2842 del 6 agosto 2021, avente a oggetto Tutela per la quarantena, per i lavoratori “fragili” e per la malattia conclamata da Covid-19 (articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27/2020)”.
“Ulteriori indicazioni, esprimiamo profonda preoccupazione per l’affermazione che l’Istituto, con valenza retroattiva a partire dal 1° gennaio 2021, “non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale”, disposta dal comma 1 dell’art. 26 del decreto legge 18/2020 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27/2020, per tutte le lavoratrici e dei lavoratori dipendenti del settore privato”.
“Questo mancato riconoscimento delle tutele – aggiungono – si aggiunge a quello per i lavoratori fragili di cui comma 2 del citato articolo 26 – già sottoposto all’attenzione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, e del Ministro della Salute, Roberto Speranza, nella lettera da noi inviata il 28 luglio u.s. -, che non si vedranno riconoscere la prestazione dal 1 luglio 2021″.
“La mancata equiparazione dei periodi trascorsi in quarantena o sorveglianza fiduciaria a malattia pone, inoltre, seri interrogativi sia su come potranno essere riconosciuti tali periodi di assenza da lavoro per le lavoratrici e i lavoratori che improvvisamente si trovano privi delle tutele che erano previste dalla norma, sia su come sarà assicurata la copertura retributiva e contributiva“.
“Siamo, quindi, a richiedervi un intervento normativo urgente che consenta all’Istituto di assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori le tutele previste dall’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 27/2020, dal 1° gennaio 2021 e fino al termine dell’emergenza sanitaria”.