La rana bollita ed il federalismo di Paolo Marra

Come la rana viene cotta piano piano in acqua calda così noi meridionali abbiamo metabolizzato le proposte di federalismo e ci hanno convinti che non era a nostro danno. Una bugia bella e buona.

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Gustatevi miei cari lettori, questa bella pagina scritta dall’amico e Collega Paolo Marra. a me è piaciuta talmente che non potevo non pubblicarla.

La tecnica della rana gettata nell’acqua fredda che piano piano si abitua prima all’acqua tiepida, poi all’acqua calda, poi un po’ più calda, poi molto calda, poi bollente sino a che la rana, quasi senza accorgersene, resta bollita essa stessa, è ben nota e praticata.
Anche in politica. Perbacco. Sulla pelle dei cristiani.
Hanno cominciato con il federalismo fiscale, preteso da quelli della Lega nord ed assecondato dai vari governi soprattutto di centro destra, ma anche di centro sinistra.
Avrebbe dovuto trattarsi solo di autonomia finanziaria dei Comuni, peraltro temperata da fondi statali variamente denominati, talvolta “di perequazione”, talaltra “di solidarietà”. Si è ben presto rivelato per quello che è adesso: una modalità, l’ennesima, per imporre tasse, questa volta locali, che hanno consentito ai Comuni di aumentare a dismisura il prelievo tributario, non già in sostituzione di quello nazionale, come promesso, ma in aggiunta allo stesso.
Non solo.
Ciò che sicuramente risultano diminuiti sono i trasferimenti di risorse dallo Stato agli enti locali che, comunque, devono garantire a tutti i propri cittadini un livello minimo di servizi. Lo prevede la Costituzione della Repubblica Italiana. Una e indivisibile.
Peccato che per alcuni politici, in particolare per quelli della Lega nord ma anche per molti altri, il federalismo fiscale è considerato fonte del diritto di rango superiore alla Costituzione stessa e, quindi, hanno pensato che il più sfrenato egoismo collettivo abbia finalmente trovato la sua piena legittimità.
Tanto per dirne una. Quando si è trattato di assegnare i fondi per gli asili nido comunali, il criterio escogitato è stato il seguente: se Torino ha 100 asili nido e Reggio Calabria ne ha 10, a Torino si è dato 100 ed a Reggio Calabria 10. Logico no? Non si è tenuto conto, per esempio, del numero di bambini nati a Reggio Calabria e di quelli nati a Torino, ma si è tenuto conto del numero di asili nido esistenti sul territorio. Così è accaduto che ai Comuni totalmente privi di asili nido, ancorché con un certo numero di bimbi in età prescolare, non è stato assegnato nemmeno un euro. Quel che c’era lo si è dato a chi gli asili nido li aveva già.
Da non crederci! Ed invece è proprio così. L’esempio è tratto dal libro – inchiesta documentatissimo di Marco Esposito “Zero al sud” che ne contiene molti altri per raccontare “La storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale”.
La rana però non è ancora bollita. Infatti si vuole procedere con il federalismo regionale, altrimenti detto Autonomia regionale differenziata.
Una volta si diceva: “Piove? Governo ladro”. Oggi si può dire: “Piove o non piove, Governo imbroglione”. Paolo Marra

Visto, che avevo ragione. Non solo gradevole e scorrevole, ma anche didatticamente utile: difficile leggere qualcosa di più chiaro sul federalismo.

Gianvito Pugliese -capo redattore centrale Corriere Nazionale gianvitopugliese@gmail.com

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