La rivolta dello scontrino

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Qualcuno l’ha già ribattezzata ‘la rivolta dello scontrino’. Una ‘protesta’ partita silenziosamente, dopo l’entrata in vigore delle nuove regole per le rendicontazioni degli stipendi pentastellati, ma col passare dei mesi divenuta sempre più rumorosa. Al punto che – raccontano all’Adnkronos fonti grilline di Montecitorio – alcuni parlamentari sarebbero arrivati a chiedere ai vertici del gruppo, con il placet di molti colleghi, una ‘rateizzazione’ degli importi che gli eletti sono periodicamente chiamati a restituire alle casse M5S.

E come se non bastasse, a rinfocolare i malumori ci sarebbe anche la richiesta di 2mila euro a testa da versare per l’organizzazione della festa di ‘Italia 5 Stelle’: una cifra ‘indicativa’ giudicata però troppo gravosa da non pochi deputati e senatori.

Stando alle nuove regole interne pubblicate sul Blog delle Stelle lo scorso 28 giugno, i parlamentari del M5S hanno dovuto versare – per il periodo che va dal 23 marzo al 30 giugno – un importo forfettario pari a 6.500 euro da destinare al fondo del microcredito e 950 euro come contributo all’Associazione Rousseau, per il mantenimento delle piattaforme tecnologiche 5 Stelle.

A partire dal mese di luglio sono state applicate le modalità di rendicontazione indicate nel nuovo regolamento, che prevede: un importo minimo mensile di 2mila euro; un ‘contributo Rousseau’ di 300 euro; una quota di mille euro per “l’organizzazione e la partecipazione ad eventi ufficiali del Movimento 5 Stelle”. “Versare questi soldi, tutti in una volta, ciclicamente, è un impegno troppo oneroso: per questo – si sfoga con l’Adnkronos un deputato – abbiamo chiesto una sorta di ‘diluizione’ delle restituzioni”.

Ma a tenere banco nelle ultime settimane è anche un altro tema: la ‘spinosa’ questione della kermesse ‘Italia 5 Stelle’ in programma al Circo Massimo il 20 e 21 ottobre. Quest’anno la raccolta fondi è partita in ritardo rispetto alle precedenti edizioni e per far fronte alle spese sarebbe stato chiesto agli eletti uno ‘sforzo’ di 2mila euro a testa (cifra ‘indicativa’ e non obbligatoria). Ma non tutti hanno accettato di ottemperare alle richieste. “Io – spiega ad esempio un deputato, polemico con la scelta dei vertici – ho versato solo mille euro. Di più mi sembrava eccessivo. Quei soldi preferisco spenderli per progetti sul territorio e non per una festa…”.

Per l’edizione 2018 della manifestazione grillina i vertici del Movimento hanno voluto fare le cose in grande, inserendo in scaletta big della musica come Edoardo Bennato (che avrebbe chiesto espressamente di suonare assieme a Beppe Grillo). Sul palco della kermesse dovrebbe esibirsi anche Cristiano De André. Ma anche Giorgia, a quanto apprende l’Adnkronos, sarebbe stata ‘sondata’ dagli organizzatori della festa.

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