La Storia si tramanda non si ricorda

Arte, Cultura & Società

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Un virus vendicatore della Natura aggredita da una umanità consumistica, sprecona, egoistica senza cuore, un virus cieco, circondato da grasso, sensibile ad una saponetta, cattivo tanto da soffocarti per uccidere, ma inconsapevolmente perchè non sa di farlo. Un virus innocente?!

Dove è nato lo sapranno i posteri tra cent’anni, dopo il diradarsi della nebbia di accuse, difese, teorie, complotti, casualità e animali in cerca di fama (finora il panda aveva offuscato senz’altro il riservato e grottesco pipistrello).

 Come morirà lo sa il futuro ma non l’oggi, salvo che chi conosce già il vaccino non attenda momento opportuno come si attese di “lanciare sul mercato” il cd perchè la videocassetta aveva ancora da vendere ! Gli affari e i brevetti innanzitutto.

 Senza valori riconosciuti come universali, senza principi naturali, senza leggi umane valide per tutti e per sempre, non disponibili a interpretazioni di parte o di paesi, come possiamo parlare di umanità, di interessi condivisi, di solidarietà e carità reciproca ?!

 Il mondo antico, considerato dagli scettici ingenuo e superstizioso e dagli attivisti anti-religioni di ogni congregazione dannoso e passato, aveva una comune universale colleganza geo-spazio-temporale: il senso del Sacro.

Il Sacro investiva ogni momento della quotidianità, il sacro viveva con i fatti materiali, con i bisogni e i desideri, nei momenti di bene e in quelli di male. La vita diventava un rito cadenzato dalla natura dove l’uomo era una parte e spesso soccombeva pure.

La grande idea di relegare il sacro per dare il timone alla tecnologia, al solo sapere sperimentabile, ripetibile, senza farla partecipe, ha mostrato in questi frangenti, oggi si dice “emergenziali”, l’asetticità degli aiuti reciproci tra Stati (non tra nazioni che è altra cosa), il calcolo dei reciproci scambi commerciali, le valutazioni sul prossimo impatto della grande crisi economica che toccherà… sempre gli stessi, migliaia di anni fa come domani, i popoli, fatti da tantissimi, ma non da tutti !

La Storia non ci ha insegnato nulla. Perchè diciamo sempre che la Storia è magistra Vitae, appunto, una maestra, figura retoricamente saggia, ma che poi la guardi come un pedante grillo parlante, di scarsa rilevanza pratica, non produttiva di interessi immediati, mal retribuita in relazione alla funzione e ad altri.

La Storia non insegna nulla perchè viene spiegata male, diventa odiosa per sempre, come la prima insalata a forza imboccata (e così vincono le patatine fritte per tutto il resto della tua vita!) .

La Storia non riusciamo a capirla e quindi rifacciamo gli stessi errori, sempre ieri, oggi e domani. Ieri i medici e gli infermieri erano eroi, oggi abbiamo qualche dubbio e li denunciamo perchè vogliamo giustizia non più salute, domani cerchiamo il colpevole del virus nella responsabilità di chi doveva prevedere, agire, riuscire. Nella Storia si vince non si pareggia, o lo guarisci o sei stato tu a farlo morire, niente riconoscenza per la Tua dedizione e lo stare in trincea, o esci con la baionetta e vinci o ci hai fatto perdere. Questa è la Storia che ricordiamo, sempre, tutti. 

Invece il vero senso della Storia non è quello di ricordare ma di tramandare, si verificano tanti avvenimenti che spesso vengono incorniciati solo in un “fare memoria” o in una nostalgia del “bel tempo che fu” o anche del “una volta era meglio eh si che si viveva meglio”. Altre volte i brutti periodi o i fatti negativi vengono ricordati demagogicamente, strumentalmente, proditoriamente.

Ripeto: la causa efficiente di fare Storia è tramandarla subendone poi gli effetti della riprovazione o dell’emulazione. Tutto quello che non viene tramandato termina.

E allora vi trasporto e vi tramando una immagine di un periodo “duro”, non buio, ma difficile, che potremmo intitolare: 1020-2020 sempre la stessa Storia.

Per l’uomo del decimo secolo le epidemie e le carestie erano all’ordine del giorno, ogni avvenimento infausto era una punizione di Dio per le colpe degli uomini o meglio, dei cristiani[1].

Ma poi arrivava sempre la Speranza e i monaci di Cluny diedero l’esempio e assieme a vescovi saggi convertirono i nuovi barbari di allora Ungari e Normanni, e il mondo europeo rinasceva, anzi rinacque.

Pochi concetti ma conosciuti da tutti: Dio interveniva ogni giorno nella Storia degli uomini mettendoli sulle sue spalle per passare il guado della loro vita, il passaggio nella Pasqua di ognuno.

Quei monaci usavano allegorie semplici e chiare, le dipingevano sulle pergamene, altri sui muri delle abbazie per fare leggere gli analfabeti, gli emoticon non li abbiamo inventati noi, ma loro, le frasi sintetiche ed efficaci, i twitter, sempre loro (anche papa Pio X nel 1905 usò fare lo stesso per il Suo “Catechismo”).

Avevano anche loro la “fissa” dei numeri e il quattro prometteva bene e tanti li capivano: quattro sono i Vangeli, quattro gli elementi naturali, quattro le virtù, quattro i sensi, quattro i fiumi del paradiso, quattro i periodi del mondo: basta rileggere i cinque libri delle Storie, dal 900 al 1044, di Rodolfo il Glabro, monaco borgognone dell’Undicesimo secolo.

Così pone in sequenza, secondo la logica dell’uomo colto dell’alto Medioevo, in un latino che teneva unita l’Europa (non l’euro, ma la lingua) i quattro elementi naturali quali l’etere (il fuoco, l’energia), l’acqua, l’aria e la terra e li connette (un verbo informatico) ai quattro evangelisti nello stesso ordine ossia Giovanni, Marco Luca e Matteo. Ad essi e ai loro Vangeli affianca, sempre mantenendo la stessa sequenza le quattro virtù della Prudenza, Temperanza Fortezza e Giustizia. Prosegue sulla stessa scia con la vista e l’udito assieme, il gusto, l’olfatto e il tatto, per passare ai quattro fiumi che nascevano nell’Eden, sempre nell’ordine, il Fison, il Geon, il Tigri e l’Eufrate.  Concludeva infine con i quattro periodi della Storia del mondo implementati da Noè, Abramo, Mosè e Gesù.

Nel Mille Gesù era ancora risorto con tutto il Corpo, non era un simbolo, o un fare memoria, ma era tramandato come vero, fatto di carne dove il dito di Tommaso s’era ficcato per conoscere il Risorto. Ma questa è un’altra Storia riservata ai credenti che da Emmaus se ne sono accorti e sono tornati indietro (si sono con-vertiti) ad avvisare gli altri credenti.

 Ecco, oggi che siamo “maturati” da altri mille anni di genocidi e tecnologicamente pronti a distruggere ogni forma vivente sulla terra, forse abbiamo bisogno di “tornare indietro”, specialmente quelli che sono andati via sfiduciati dalle religioni, tornare per ricordare ? No, tornare per tramandare quello che non si aspettavano affatto che sarebbe accaduto, accade, ed accadrà, proprio a te: la Speranza della Vita nuova, perchè dietro ogni nuvola c’è sempre il sole.

Prof. Avv. Antonello Blasi    

[1]non c’erano allora i cattolici e i protestanti e gli orientali erano semplicemente i “greci” di Bisanzio-Costantinopoli mentre i Saraceni, quelli andalusi, non tutti, vivevano momenti di grazia, cultura e scienza.

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