La strana storia del dj russo a capo di Gazprom Germania

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Una storia paradossale rivelata dallo Spiegel. Con una quota di un euro l’uomo avrebbe ottenuto il potere esclusivo sulla società tedesca che nel 2020 ha generato circa 12,7 miliardi di euro di fatturato e che controlla infrastrutture critiche come gli impianti di stoccaggio del gas nella Repubblica federale

© WOLFRAM STEINBERG / DPA / DPA PICTURE-ALLIANCE VIA AFP – La sede di Gazprom Germania a Berlino

Ebbene sì: per un breve periodo il vertice di Gazprom Germania, la filiale tedesca dell’azienda di Stato russo, è stato occupato da un deejay moscovita con un passato di venditore d’auto. Una storia paradossale rivelata dallo Spiegel: evidentemente per aggirare le sanzioni occidentali, il colosso energetico di Stato della Federazione russa “attraverso una serie di passi intermedi” aveva trasferito il controllo della società tedesca “a un uomo che mette dischi di musica progressive-house nei club di Mosca e che come uomo d’affari era stato notato finora soprattutto nel commercio automobilistico”.

Non si tratta di bruscolini: Gazprom Germania vantava finora un fatturato pluri-miliardario. La vicenda è emersa in seguito all’annuncio della società madre russa di separarsi dalla filiale attraverso cambiamenti nella struttura della proprietà. Mossa alla quale non a caso è seguita, due giorni fa, la decisione del governo tedesco – tramite il ministro all’Economia Robert Habeck – di prendere il controllo di Gazprom Germania, che viene affidata in amministrazione fiduciaria all’authority dell’energia tedesca, anche allo scopo di “garantire la sicurezza dell’approvvigionamento”.

Nell’occasione, è stato lo stesso Habeck a spiegare che l’obiettivo dell’operazione è quello di “evitare” una possibile acquisizione della società da parte di Jsc Palmary e Gazprom Export Business Services, entrambe russe. Appunto. A quanto scrive il settimanale amburghese, Palmary è una società per azioni operante nel settore immobiliare: nel registro della camera di commercio russo è indicata, come sede della compagnia, “un’unica stanza presso un complesso d’uffici” nel sudovest della capitale russa. Il che appare in contrasto, evidentemente, con un giro d’affari multimiliardario della casa madre.

Sempre nel registro commerciale russo – continua lo Spiegel – dalla data del 31 marzo 2022 compare il nome di un nuovo amministratore delegate di Palmary, tale Dmitri Z., che vanta “un curriculum certo non abituale nel settore energetico”. Tra l’altro, in passato l’uomo sarebbe stato titolare di una società operante nel campo del “commercio al dettaglio di elettrodomestici in negozi specializzati” cosi’ come viene citato come capo di una azienda che si occupa di “commercio automobilistico”.

Nel medesimo registro è indicato un indirizzo mail nonché un account Google la cui foto-profilo mostra un individuo che mette dischi in qualità di deejay. Idem un account Facebook sotto lo stesso nome, nutrito d’immagini in cui lo si vede in mezzo alle luci stroboscopiche di una discoteca oppure intento a suonare “Georgia On My Mind”, un classico di Ray Charles, al pianoforte. Non si tratta dell’unica incongruenza nella vicenda della vendita di Gazprom Germania, insiste il settimanale, secondo cui l’attuale l’azionista principale della società sarebbe una compagnia di San Pietroburgo chiamata Gazprom Export Business Services (Gpebs), in una transazione realizzata da Gazprom Holding sempre lo scorso 31 marzo: nell’operazione, lo 0,1% delle azioni sarebbe andato a Palmary – quella del deejay moscovita – il restante 99,9 per cento sarebbe stato rilevato dalla stessa Gpebs, secondo l’estratto del registro.

Sulla carta, la quota di Palmary è di soli 100 rubli – l’equivalente di un euro – ma al tempo stesso Gpebs ha trasferito il 100% dei diritti di voto a Palmary. In parole povere: con una quota di un euro un deejay avrebbe ottenuto il potere esclusivo su una società tedesca che nel 2020 ha generato circa 12,7 miliardi di euro di fatturato e che controlla infrastrutture critiche come gli impianti di stoccaggio del gas nella Repubblica federale.

“Si può supporre che in realtà non sia Dimitri Z. a prendere qualsivoglia decisione commerciale”, commenta ancora lo Spiegel. Fatto sta che una decisione invece è arrivata subito dopo il passaggio di quote, ovvero l’annuncio della liquidazione di Gazprom Germania da parte di Palmary e Gpebs: “La società doveva smettere di esistere”, spiega il giornale, “e con essa molti dovevano terminare contratti di fornitura di gas che le filiali di Gazprom Germania avevano concluso con diverse centrali tedesche”.

Dato che, come afferma Berlino, il cambio di proprietà dentro il gruppo viola le normative che regolano i rapporti commerciali con l’estero e che avrebbe dovuto essere comunicato ufficialmente alle autorità tedesche, è stato il ministero dell’Economia sotto Habeck a non riconoscere nuovi proprietari di Gazprom Germania, assegnata in modo affidatario all’agenzia delle reti guidata da Klaus Mueller. Non è l’ultimo colpo di scena in questa storia: quale prima reazione, la casa madre russa ha chiesto che la filiale rinunci con effetto immediato al marchio Gazprom per “evitare un’ulteriore identificazione con il gruppo”. Un portavoce dell’agenzia federale delle reti ha fatto sapere che “saranno prese tutte le misure necessarie”. Nel frattempo, è probabile che ‘Dmitri Dj’ continui a mettere dischi nei locali di Mosca.

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