La svolta nel caso di Agata Scuto, 10 anni dopo la scomparsa

Attualità & Cronaca

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Della giovane catanese, disabile, si persero le tracce nel giugno del 2012. I carabinieri hanno arrestato uno dei pochi uomini che la conosceva e che ora è accusato di aver fornito un alibi falso

Carabinieri 

Dieci anni dopo il delitto si apre uno squarcio sulla misteriosa scomparsa ad Acireale di Agata Scuto, una giovane disabile sparita nel nulla e il 4 giugno del 2012, all’età di 22 anni. Per omicidio aggravato e occultamento del cadavere della giovane mai trovato è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Catania un uomo.

L’indagine ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del sessantenne in ragione sia del rapporto particolare che aveva instaurato nell’ultimo periodo con la ragazza, che non usciva mai di casa da sola, né intratteneva rapporti con altre persone; sia per le false notizie fornite agli inquirenti circa i suoi spostamenti il giorno della scomparsa di Agata.  In particolare, l’indagato avrebbe cercato di inquinare le prove anche ottenendo da conoscenti la conferma del suo falso alibi.

Molti anni dopo la scomparsa era stato indagato per omicidio l’ex compagno della madre della giovane, la quale aveva il sospetto che la figlia disabile avesse intrattenuto con il patrigno una relazione e che la vittima potesse essere rimasta incinta.

Agata Scuto scomparve di casa 4 giugno 2012. Inizialmente la madre raccontò di averla lasciata a casa da sola e di essere andata con l’altro figlio dalla nonna. Ma al suo ritorno disse di non averla più trovata. Così il fratello di Agata qualche giorno dopo denunciò la scomparsa della sorella ai carabinieri.

Lo strano dettaglio in mano agli investigatori fu quello che la famiglia ritirò la denuncia: a deciderlo fu la mamma di Agata su suggerimento del compagno che raccontava di aver visto più volte la giovane in compagnia di un fidanzato biondo, prima in motorino e poi in macchina.

Una versione che ha fatto scattare le indagini dei militari dell’Arma. Anche perché la vittima era una ragazza fragile che, a causa della sua disabilità (cognitiva e fisica), percepiva anche una pensione. Dal momento della sua scomparsa non sono risultati, però, prelievi di denaro, mentre il sussidio è stato ritirato, puntualmente, dai familiari. Nel corso delle indagini è stato sequestrato un pezzo di metallo sporco di sangue dal quale potrebbe essere stato isolato il dna dell’assassino.

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