La variante indiana è arrivata in Veneto

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L’annuncio del presidente Luca Zaia. Sono stati infettati un uomo e la figlia tornati di recente dall’India. 

© Xavier GALIANA / AFP – Tampone anti Covid effettuato in India

La variante indiana del Covid è arrivata in Veneto. Lo ha comunicato il presidente della Regione, Luca Zaia. “A Bassano, in provincia di Vicenza, abbiamo i primi due pazienti, sono due indiani, con la variante indiana”, ha detto. parlando nel corso del consueto punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera.  

Ad aver contratto il virus nella nuova variante sono un uomo la figlia maggiorenne, entrambi rientrati recentemente da un viaggio in patria. Secondo quanto riferito da Zaia non hanno sintomi particolari e al momento non sono ricoverati, ma stanno trascorrendo l’isolamento nella propria abitazione nel  Vicentino. La conferma che si tratti della cosiddetta variante indiana è arrivata dalla sequenziazione effettuata dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie. 

Crisanti: probabile che sia arrivata anche in altre parti d’Italia

Sull’arrivo dell’indiana nel Nord Oste è intervenuto l’epidemiologo Andrea Crisanti.  “Se è arrivata in Veneto è anche in altre parti d’Italia, perché il nostro sistema di controllo ha una sensibilità bassissima”, ha detto all’AGI. E questo, ha aggiunto,  “deve preoccuparci molto perché questa variante ha un’elevata trasmissibilità ed è caratterizzata da mutazioni che le permettono di sfuggire ai vaccini anti Covid”. Per il  direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova non è accertato che il boom di casi esplosi in India sia collegato alla variante ma “è altamente probabile”.

E l’Italia, che ha appena dato il via libera alle prime riaperture, rischia molto: “Avremmo dovuto progettare riaperture creando una rete di salvaguardia contro alcune varianti – ovvero quella brasiliana, quella sudafricana e quella indiana – che non possiamo permetterci di contrarre”, ammonisce Crisanti. Per l’esperto, infatti, “non basta bloccare i voli dall’India ma occorre bloccare qualsiasi possibile triangolazione. E poi bisogna implementare la quarantena vigilata”. Secondo Crisanti, “non solo manca tutto ciò, ma abbiamo anche un sistema di tracciamento che è saltato tempo fa”. agi

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