Anche i Connazionali all’estero sono critici nei confronti delle posizioni politiche che sono maturate in Italia. La mancanza di progetti realizzabili non ci consente di modificare certe nostre sensazioni. Ci sono, sempre, troppi coni d’ombra per sperare di rivedere presto la luce. Prima di tutto, ma non siamo i soli a segnalarlo, non sono ancora note le reali strategie politiche che dovranno evidenziarsi dopo l’imminente Referendum. A ben osservare, è difficile distinguere il “nuovo” dal “rinnovato”. La Penisola continua ad essere in fibrillazione. Meglio intenderlo da subito, perché per i mesi a venire le nostre disfunzioni potrebbero aggravarsi. Favorite da una Pandemia in preoccupante ripresa.
La politica dei compromessi ha fatto il suo tempo. Ma su come e su quando ci saranno “cambiamenti” non è possibile fare previsioni. Col crepuscolo di questo Centro/Sinistra, i nostri destini muteranno. Mentre ci preoccupa la crisi economica, non possiamo sottacere anche l’aspetto amministrativo del malessere nazionale.
Pensare al “nuovo”, senza tener conto dell’”attuale” è la teoria del serpente che si mangia la coda. Sappiamo che sarà dura, ma riteniamo che l’Italia, in pratica il suo meraviglioso Popolo, troverà la strada della risalita. Perché per tornare a contare è indispensabile uscire dal ginepraio dell’ipocrisia che ancora delimita i politici emergenti.
Non basta riconoscere ciò che si poteva fare e non è stato fatto. Dopo tanto travaglio politico, mancano le opportunità per riprogrammare la rotta della nave Italia. Così, pur auspicando di sostenere il “nuovo”, non ci sentiamo d’essere possibilisti. Solo ci rinfranca che “Politica” e “Riscatto” hanno, per supporto, una comune matrice inalienabile: la Democrazia.
Giorgio Brignola