Lagarde: “Non lasceremo che l’inflazione persista”

Economia & Finanza

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Il numero uno dell’Eurotower parlando a Francoforte ha spiegato di essere intenzionata a “ricondurre tempestivamente l’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio periodo e ad assicurare che le aspettative di inflazione restino saldamente ancorate”

di Giorgia Ariosto

AGI – La Bce è determinata ad alzare i tassi di interesse a un livello tale da limitare la crescita economica, se necessario, per combattere la corsa dei prezzi, e non permetterà che si crei “un’inflazione persistente”.

Lo ha assicurato il numero uno dell’Eurotower, Christine Lagarde, parlando a Francoforte. “Non permetteremo che questa fase di alta inflazione si trasmetta ai comportamenti economici creando un problema di inflazione persistente. La nostra politica monetaria perseguirà un chiaro obiettivo: assolvere il nostro mandato di stabilita’ dei prezzi”, ha detto Lagarde.

“I nostri interventi segnalano che siamo determinati a ricondurre tempestivamente l’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio periodo e ad assicurare che le aspettative di inflazione restino saldamente ancorate”, ha spiegato il numero uno dell’Eurotower, sottolineando che “se vi fossero segnali di rischio di disancoraggio delle aspettative di inflazione per effetto del livello elevato dell’inflazione, il tasso di interesse di riferimento compatibile con il nostro obiettivo si situerebbe in territorio restrittivo”.

Analogamente, ha osservato, “se dovessimo concludere che i persistenti shock dal lato dell’offerta abbiano ridotto durevolmente il potenziale economico, occorrerebbe assicurare che la domanda resti allineata all’offerta“.

Il tasso “finale”, ovvero quello che porrà fine al ciclo di aumenti della Bce, ha evidenziato Lagarde, “dovrà essere compatibile con il ritorno duraturo dell’inflazione al nostro obiettivo” ma tale tasso “dipenderà dall’evoluzione del contesto economico”.

La Banca centrale europea ha aumentato i tassi al ritmo più rapido mai registrato, ma l’inflazione continua a salire e anche le aspettative a più lungo termine.

In particolare, ha spiegato ancora il numero uno della Bce, “rispetto ai tradizionali incrementi di 25 punti base, adeguare il ritmo di innalzamento dei tassi è uno strumento fondamentale per segnalare la nostra determinazione ad adempiere al mandato a noi conferito e a mantenere contenute le aspettative di inflazione. Accelerare all’inizio del ciclo di innalzamento – ha osservato – è la chiara espressione del nostro impegno a ridurre l’inflazione fino al nostro obiettivo di medio termine”. Un altro fattore fondamentale, secondo Lagarde, “sarà il modo in cui le prospettive di crescita incidono sull’inflazione”.

“Shock negativi dal lato dell’offerta – ha detto – determineranno un rallentamento della crescita, con probabili ricadute sul tasso di inflazione prevalente. Nelle recessioni registrate nell’area dell’euro a risalire dagli anni ’70, l’inflazione complessiva è diminuita di circa 1,1 punti percentuali a distanza di un anno, mentre l’inflazione di fondo è scesa di circa la metà. Questa però – ha messo in guardia – non è una regola assoluta: in alcuni episodi recessivi, come quelli innescati da un peggioramento delle condizioni dal lato dell’offerta, l’inflazione è rimasta invariata o è addirittura aumentata. Nello scenario meno favorevole delle nostre proiezioni, che coglie tra i vari shock anche l’impatto di un’interruzione completa delle forniture di gas russo, l’economia si contrarrà l’anno prossimo per poi recuperare nel 2024. Ma alla fine dell’orizzonte di riferimento l’inflazione raggiungerebbe livelli più elevati che nello scenario di base”.

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