L’altra emergenza umanitaria che la guerra in Ucraina non ha fermato

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È quella dei migranti che dal Nordafrica cercano di guadagnare le coste italiane su barconi rimediati. L’ultima strage: 50 migranti morti davanti alle coste libiche.

Barcone con migranti

AGI – Cinquanta migranti sono morti in un naufragio davanti alle coste libiche: lo riferisce Alarm Phone. La tragedia risale al 27 febbraio scorso: il barcone è affondato al largo di Sabrata. “Delle 50 persone a bordo, nessuna è sopravvissuta”, ha twittato Alarm Phone, “oltre dieci corpi sono stati trovati sulle coste libiche. Il regime Ue dei confini uccide ancora le persone migranti”.

Alarm Phone ha inoltre dato notizia di una barca con 60 migranti partita dalla Tunisia giovedì scorso di cui non si è saputo più nulla: “I parenti ci chiedono di un gruppo di 60 persone che non sono ancora arrivate. Le autorità ci dicono di non avere informazioni su cosa sia accaduto loro. Chiediamo risposte”.

E si trova nel Mediterraneo centrale da quattro giorni la Geo Barents di Medici senza frontiere con a bordo 111 migranti soccorsi in due interventi. La nave ong cerca ulteriori natanti in difficoltà, ma chede un approdo. Sabato mattina, dopo aver ricevuto l’allerta di Alarm phone, l’equipaggio aveva salvato 80 migranti su un gommone alla deriva, tra loro donne e bambini, di cui sei di età inferiore ai 4 anni; nella notte tra sabato e domenica il difficile salvataggio nella zona di ricerca e soccorso maltese: dopo sei ore di ricerca nel buio e con condizioni meteo avverse, era stata raggiunta la barca con 31 persone terrorizzate a bordo.

Intanto, Malta e Italia “negano lo sbarco” delle 26 persone salvate due gorni fa dalla nave container Cma Cgm Rivoli. Lo riferisce sempre Alarm Phone: “La nave non ha ancora ricevuto un porto sicuro. Chiediamo uno sbarco veloce per persone ed equipaggio a Malta o in Italia”.

E Lampedusa ‘scruta’ il mare. Dopo alcuni giorni di tregua ieri sono ripresi gli sbarchi sull’isola dove sono approdati, a bordo di tre barchini, 78 migranti. La prima imbarcazione è stata avvistata a circa 4 miglia dall’isola e soccorsa dalla guardia di finanza nella tarda mattinata di ieri con 20 tunisini a bordo. Poi altri 21 tunisini soccorsi a 10 miglia dalla costa, da una motovedetta delle Fiamme gialle. Nel gruppo, anche 5 donne e 7 minori.

Quindi 37 migranti – originari di Guinea, Costa d’Avorio e Mali – salvati nelle acque antistanti Lampedusa. Nell’ultimo gruppo approdato, anche 8 minori e 14 donne. Drammatico episodio segnalato nel Trapanese con un nuovo incendio nella tendopoli di migranti tra Castelvetrano e Campobello di Mazara. In nottata all’interno dell’ex cementificio Cascio si trovavano poco più di 50 persone e non ci sono feriti gravi.

Sul luogo – in contrada Bresciana a Castelvetrano – hanno operato i carabinieri e gli agenti dei vigili del fuoco, alla ricerca di indizi sulle origini del rogo. Nel settembre dello scorso anno, nella stessa area, si era sviluppato un altro incendio, scaturito dall’accensione di un fornellino a gas, in cui è morto un 36enne originario della Guinea Bissau. In quei giorni i lavoratori stagionali – presenti in zona per la racconta delle olive – si erano spostati nell’ex oleificio ‘Fontane D’Oro’ di Campobello di Mazara, per poi ritornare all’ex cementificio.

 

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