L’attacco indegno a Scotti & Hunziker, un teatrino anti italiano

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Basta con le scuse!

Storia incresciosa, veramente. Pagine e pagine di giornaloni nazionali che danno risalto ad una notizia talmente ridicola quanto gravemente diffamatoria, sia per i diretti interessati che per l’Italia tutta. A tirare i fili è un fantomatico account instagram dedito alla Moda (non filo-italiana, s’era capito!) pilotato da un paio di misteriosi (neanche troppo) trentenni smanettoni americani tutto ego, tanto finto moralismo e poca coerenza.

E noi italioti? Quasi a battergli le mani. Bel senso della Patria, chapeau. Per chi non lo avesse ancora capito, dietro all’indegno teatrino andato in onda in questi giorni contro i due conduttori di Mediaset c’è l’affondo, in parte, a quel poco che è rimasto del Made in Italy (nel caso specifico alla maison Trussardi) e, in seconda battuta, ad una certa area politica, la solita, quella tanto odiata dagli iper-globalisti, definita, senza mezzi termini, xenofoba e “figlia” di un proprietario d’azienda “di destra”. Eppure, paradossalmente, anche i cinesi sanno che Striscia la notizia è da sempre un contesto comico, satirico, ironico, scherzoso alla stregua di Zelig o di altre decine di talk presenti nel variegato palinsesto nazionale.

Accusare due (notoriamente) belle persone come Gerry Scotti e Michelle Hunziker di razzismo, e per uno sketch oltretutto molto divertente, è uno degli atti più vili e incomprensibili mai perpetrati nello showbiz, Ma la cosa peggiore è che in questo bailamme ad emergere è soprattutto il silenzio di larga parte dell’Emiciclo e di una stampa perennemente perbenista, o presunta tale. Parliamo poi di due artisti che si sono sempre contraddistinti nel panorama mediatico italiano sia per il costante impegno nel sociale che per le lotte di genere (e non solo). Quando la presentatrice di Sorengo fondava (tanti, tanti anni fa) “Doppia Difesa” unitamente all’avvocato Giulia Bongiorno a tutela delle donne e contro ogni tipo di violenza, le attuali femministe pro involtini primavera ancora brancolavano nel buio. E che dire poi di colui che con la Fabbrica del sorriso Mediafriends ha dato speranza e danari a molti disperati e che, da oltre un ventennio, devolve il proprio vitalizio in beneficienza alle famiglie dei caduti sul lavoro; padri, cugini, fratelli, figli.

Ma ormai il cosiddetto politicamente corretto ha preso una certa pericolosissima deriva dittatoriale. Tuttavia nessuno si indigna quando si fa il dialetto siciliano, l’ajò sardo o gli intercalari calabresi. Ci si ride su, come, d’altronde, si è riso a crepapelle con le scandalose vignette di Charlie Hebdo ove ci dipingevano come lasagne sotto strati e strati di case diroccate e morti spiaccicati. Lì, i simpatici Lindsay Shuyler e Tony Liu (gli smanettoni fondatori di Diet-Prada) hanno lasciato correre, giustamente. Questo modus imperterrito di censurare sempre e solo a senso unico fa letteralmente orrore. Unti dal Signore che, dall’alto dei cieli, si sentono addirittura padroni di ammonire e bacchettare due professionisti di siffatto calibro e, addirittura, per una battuta o un siparietto scanzonato che – da tempi “antichi” – è costume fare per irridere, giocosamente, le altre comunità. Così come accaduto sempre con noi, fuori confine, a suon di “pizza, spaghetti, MAFIA e mandolino”.

E come se non bastasse, il marito di lei, Tommaso Trussardi, è stato costretto anche a chiedere scusa e un tizio, che si spaccia da “creator”, ha persino redarguito la figlia Aurora con tanto di “sua madre si vergogni!”. Siamo alla frutta ragazzi! Che questa coppia di saccentelli americani rigorosamente anti Trump fino alla morte, strenui sostenitori di MeToo (10 anni dopo la Hunziker), fossero degli impertinenti già era noto nel settore dello style. I malcapitati all’epoca furono Domenico Dolce & Stefano Gabbana, i quali, nel 2018, si videro mandare in vacca un importante business con l’Asia. Azienda che, non dimentichiamocelo, ha sede legale in via Goldoni a Milano (e non in Olanda!!!) e dà lavoro a ben 2500 anime. Un “simpatico” duetto, quello d’oltreoceano, che – badate bene – ha devastato la carriera all’unica stilista di colore, anglo-nigeriana, Mowalola Ogunlesi e che oggi prende la grana da marchi come Gucci e Ferragamo trasformatisi – come per incanto – da brutte belve a devoti benefattori.

Della serie: quando la neutralità fa comodo. E ai bersagliati di queste ore? Un consiglio. Basta con le scuse! Avete già dato, anche troppo.  

Mirko Crocoli

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