Le banche Italiane sono tra le più esposte in Russia

Economia & Finanza

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Unicredit presente in Russia dal 2005 dove frutta circa 180 milioni di utile. Intesa Sanpaolo in Russia conta su 28 filiali e 976 dipendenti, con asset per circa 1 miliardo di euro

© Vladimir Astapkovich / Sputnik / AFP
– Una sede di Unicredit a Mosca

Sono proprio le banche italiane, insieme a quelle francesi, e poi le austriache, a essere tra le più esposte verso la Russia tra gli istituti finanziari d’Europa. È quanto emerge da una ricerca del Credit Suisse, che ha elaborato dati della Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali, risalenti al giugno 2021.

Per gli istituti italiani e francesi l’esposizione ammonta a oltre 30 miliardi di dollari, circa 26,5 miliardi di euro, per quelli austriaci si aggira sui 22-23 miliardi di dollari.

Riguardo ai singoli istituti l’analisi evidenzia come l’esposizione più elevata sia quella dell’austriaca Raiffeisen Bank International con una quota di ricavi del 20% realizzata in Russia e con un ammontare di prestiti di 10,5 miliardi, considerando anche l’Ucraina.

La banca austriaca precede Societè Generale, che ha una quota di ricavi in Russia del 4% con 8,7 miliardi di prestiti.

La terza banca per esposizione è Unicredit, presente in Russia dal 2005 dopo la fusione con Hvb che aveva nel paese una propria controllata. La banca ha attualmente circa 2 milioni clienti retail e circa 30.000 corporate, con una rete di 72 sportelli che erogano circa 8 miliardi di euro di prestiti.

Nel 2021 la controllata russa ha fruttato al gruppo Unicredit circa 180 milioni di utile, una piccola parte rispetto ai 3,9 miliardi totali; pesa per circa il 3% del margine di interesse e per il 3% del capitale allocato.

Recentemente Unicredit aveva mostrato interesse per la privatizzazione di Otkritie Bank, una banca privata oggetto di un salvataggio pubblico e poi rimessa sul mercato. Una realà da 477 sportelli con 44 miliardi di attività.

Le voci su Otkritie erano costate a Unicredit un netto ribasso in Borsa, prima del dietrofront sancito dalle parole dell’ad Andrea Orcel: “ci siamo ritirati per i rischi geopolitici”, aveva spiegato riferendosi proprio alla vicenda ucraina e alle possibilità di sanzioni.

“Abbiamo valutato se comprare una quota di controllo nel collocamento in Borsa di Otkritie, per integrarla con la nostra banca russa diventando azionisti di riferimento di un polo più grande – aveva detto – ma la rete e le sinergie erano potenzialmente superiori ai rischi”.

Molto intensa anche l’attività in Russia di Intesa Sanpaolo, che gestisce più della metà delle operazioni commerciali con l’Italia, realizza la maggior parte delle operazioni di investimenti italiani in Russia e russi in Italia, ed è un importante investitore e partner in molti progetti russi, nazionali e internazionali. Banca Intesa Russia conta su 28 filiali e 976 dipendenti, con asset per circa 1 miliardo di euro.

Recentemente l’a.d. di Intesa, Carlo Messina, a proposito delle vicende ucraine aveva detto durante una conference call: “Noi non facciamo geopolitica, rispettiamo le regole che ci sono a livello comunitario e internazionale ma facciamo la banca, nell’interesse dei nostri clienti e lo faremo anche in Russia. Lo faremo con le regole che di volta in volta ci saranno, ma non vedo che problemi ci possano essere per noi in Russia che, tra l’altro, per noi è anche profittevole”. AGI

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