Le mucche stressate dal caldo danno meno latte

Attualità & Cronaca

Di

Nelle stalle sono già scattate le contromisure anti-afa con ventilatori e doccette refrigeranti.

© Agf
– Un allevamento di mucche da latte nel Lodigiano

AGI – Non solo raccolti bruciati dalla siccità: a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie lombarde, a cominciare dalle mucche che con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno.

Secondo Coldiretti Lombardia anche il calo delle rese nel foraggio per l’alimentazione degli animali, tagliate dall’assenza di precipitazioni. Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.

Per questo nelle stalle sono già scattate le contromisure anti-afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi.  Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi.

Al calo delle produzioni di latte  si aggiungono dunque i maggiori consumi di energia e acqua che in questo momento sono costosi e carenti. “La situazione nelle campagne è drammatica – afferma la Coldiretti Lombardia – in un 2022 segnato fino a ora da precipitazioni praticamente dimezzate. La preoccupazione è forte anche per il calo delle rese produttive, dall’orzo al frumento fino ai foraggi, con mais e riso osservati speciali.

Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3,7 metri, su livelli più bassi da almeno 70 anni, ma in sofferenza sono anche i grandi laghi come il lago Maggiore che è sceso al minimo storico con on un grado di riempimento del 22% mentre quello di Como è al 25%”. La siccità “è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati quest’anno pari a circa 2 miliardi di euro a livello nazionale, per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell’acqua per crescere.

A essere colpito è l’intero territorio dell’Italia, ma particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento.

Non manca solo la pioggia, è calato anche il vento

“Credo sia inevitabile decretare uno stato di crisi rispetto al tema della siccità. Abbiamo intere aree del Paese ed europee che non vedono pioggia da mesi” ha detto il ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli “La transizione ecologica non è uno strumento o un elemento, è un obbligo. Noi quotidianamente vediamo gli effetti dei cambiamenti climatici. L’aumento dei costi dell’energia è cominciato a settembre, dopo un inizio autunno senza vento al nord che ha portato a una minor produzione di energia eolica obbligando i paesi del nord ad aumentare le proprie riserve di gas in vista dell’inverno. E ciò ha fatto crescere il prezzo del gas. Anche l’assenza di vento è una conseguenza del cambiamento climatico. La transizione ecologica deve essere realizzabile e concreta, con tutti gli attori allo stesso tavolo a prendere le decisioni comuni”, ha aggiunto Patuanelli.

Il Piemonte apre le dighe

Un aiuto al sistema di distribuzione dell’acqua e in particolare alla rete irrigua dell’agricoltura potrebbe arrivare dai laghi artificiali che, nella cerchia delle Alpi, conservano acqua che alimenta gli impianti idroelettrici. Una disponibilità a collaborare in questa direzione per provare a rispondere all’emergenza è arrivata dagli operatori del settore convocati dall’Assessore all’Ambiente, Matteo Marnati che coordina il tavolo di emergenza sulla siccità istituito dal presidente Alberto Cirio.

“La situazione degli invasi utilizzati dalle centrali non è rosea, perché la mancanza di pioggia e le scarse precipitazioni nevose dell’inverno hanno fatto scendere i livelli dei laghi artificiali, in qualche caso fino al 50%. Nonostante questo – commenta Marnati – abbiamo avuto la massima disponibilità a collaborare”.

Milano riduce il livello della Darsena

Per aiutare gli agricoltori del Parco Sud di Milano in crisi per la siccità, il comune ha deciso di ridurre il livello della Darsena, alimentata dai navigli e rilasciare acqua nei canali d’irrigazione dei campi. La decisione è stata presa dall Centro Operativo Comunale di Protezione Civile chiamata a trovare soluzioni per andare incontro allo stato di difficoltà che stanno vivendo molte aziende agricole milanesi. Tra queste anche quelle conduttrici dei terreni agricoli del Comune di Milano, che hanno bisogno di supporto per far fronte al pericolo di mancata o parziale mancanza di irrigazione dei campi.

Emergenza in Emilia Romagna

“Come Regione Emilia-Romagna siamo pronti a chiedere lo stato d’emergenza nazionale, di fronte all’ondata di siccità di queste settimane” ha dichiarato il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “Le conseguenze sulle produzioni agricole e sull’intero habitat ambientale – sostiene – sono già molto pesanti e servono risposte immediate, con procedure rapide. I nostri uffici sono già al lavoro per istruire la richiesta stessa”. “Lunedì – continua il governatore – avremo il quadro definito della situazione con i dati dell’Osservatorio sul Po e martedì abbiamo convocato una Cabina di regia con i nostri esperti, la Protezione Civile, i gestori del settore idropotabile e l’Autorità di distretto del Po per mettere comunque in campo i primi interventi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube