Le otto regioni che rischiano di passare in fascia

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La valutazione fatta da Altems in base alla quota di nuovi positivi, l’incidenza dell’infezione, dello stress sulle terapie intensive, della mortalità e della proporzione di popolazione non vaccinata

 

© Fortunato Serranò / AGF 
– Il lockdown a Reggio Calabria nel 2020

 

 

AGI – In Italia sono attualmente 8 le Regioni che si trovano in uno scenario di rischio: si tratta di Friuli-Venezia Giulia, PA Bolzano, Veneto, Val d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Liguria, tenuto conto della quota dei nuovi positivi tra i testati, di incidenza dell’infezione (numero di nuovi casi), dello stress sulle terapie intensive, della mortalità e della proporzione di popolazione non vaccinata.

È quanto afferma Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (Altems) sulla base di un’analisi che riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane che conferma le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2.

I dati (al 15 Novembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 120.875) sulla popolazione nazionale è pari a 0,20% (in aumento rispetto ai dati del 08/11 in cui si registrava lo 0,17%). La percentuale di casi (n= 4.865.260) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 8,07% al 8,16%.

L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti.

La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 78 ogni 100.000 residenti (in aumento rispetto ai dati del 08/11, pari a 61 ogni 100.000 residenti). Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (15,49%), in Friuli-Venezia Giulia (10,27%) ma e’ in PA Bolzano (0,66%) e Friuli-Venezia Giulia (0,41%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,21% (stabile rispetto ai dati del 08/11, pari a 0,17%).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata a essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 e il 28 novembre è a oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 252 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto ai dati del 08/11 (205 casi ogni 100.000 residenti).

Quanto alla letalità (rapporto decessi su positivi), nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Valle d’Aosta pari a 13.76 x 1.000 e in Molise pari a 7,25 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, e’ pari al 2,29 per 1.000 in aumento rispetto ai dati del 08/11 (2,20 x 1.000). A proposito della mortalità, invece, e cioè il rapporto decessi su popolazione, nell’ultima settimana, quella grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 0,58 in aumento rispetto ai dati del 08/11 (0,45 x 1.000).

Il dato più elevato si registra in Valle d’Aosta al 2,42 e PA Bolzano a 2,06. C’è poi l’indice di positività settimanale che registra un valore massimo del 36,90 % nella provincia autonoma di Bolzano e del 29,46% in Friuli-Venezia Giulia. In Italia l’indice di positività al test è pari al 12,83%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 8 nuovi soggetti testati, in aumento rispetto alla settimana precedente.

La Regione associata a un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere il Veneto (88,24 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata a un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (29,60 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 12,39 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 38,47 per 1.000 abitanti.

Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva: le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono il Friuli-Venezia Giulia (1,67x 100.000 ab.), la P.A di Bolzano (1,50 x 100.000 ab.) e la Valle d’Aosta (0,81 x 100.000 ab.).

Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica: al 15 novembre solo il Friuli-Venezia Giulia registra un tasso di saturazione di posti letto in terapia intensiva oltre la soglia stabilita dal suddetto DL (10%), e in particolare il rapporto tra ricoverati e posti letto è pari al 13,14%.

Le restanti regioni, al contrario, registrano tassi di saturazione, sia in riferimento ai posti letto di Terapia Intensiva che di Area Non Critica, al di sotto delle rispettive soglie. Indice di stress del sistema sanitario. L’assegnazione dei “colori” alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.

La regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la provincia autonoma Bolzano con un indice di stress pari a 2,81, un’incidenza media settimanale pari a 397 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 362.640 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; segue il Friuli-Venezia Giulia con un indice di stress pari a 1,53, un’incidenza media settimanale pari a 267 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e 900.305 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Sardegna con un indice di stress pari a 0,18, un’incidenza media settimanale pari a 75 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e 2.963.986 persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Sfruttando le principali basi dati disponibili, c’è un Indice Epidemico Composito che rappresenta sinteticamente cinque dimensioni relative all’epidemia, in particolare: la proporzione dei nuovi casi tra i testati, l’incidenza, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata.

Alcune Regioni attualmente si trovano in uno scenario su cui porre più attenzione (Friuli-Venezia Giulia, PA Bolzano, Veneto, Val d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria). Il Friuli-Venezia Giulia con un valore pari a 11,16 è spinto dall’incidenza, dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati e dalla mortalità.

La provincia autonoma di Bolzano con un valore pari a 9,57 è spinta dall’incidenza, dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati, dalla mortalità e dalla proporzione di popolazione non vaccinata. Il Veneto con un valore pari a 7,73 è spinto dall’incidenza e dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati. La Val d’Aosta con un valore pari a 7,14 è spinta dall’incidenza, dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati, dalla mortalità e dalla proporzione di popolazione non vaccinata.

La Campania con un valore pari a 6,53 è spinta dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati. L’Emilia-Romagna con un valore pari a 6,45 è spinta dall’incidenza e dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati. Il Lazio con un valore pari a 5,83 è spinto dall’incidenza e dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati. La Liguria con un valore pari a 5,19 è spinta dall’incidenza e dalla proporzione dei nuovi casi tra i testati. 

 

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