Le persone con la sindrome di Down sono più vulnerabili al corononavirus

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Uno studio spagnolo ha dimostrato un tasso di mortalità per Covid-19 di circa dieci volte maggiore

© Thomas Kienzle/AFP –

Le persone con la sindrome di Down potrebbero essere geneticamente più suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e il decorso della malattia potrebbe rivelarsi più drammatico. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dai ricercatori del Center for Genomic Regulation (CRG) di Barcellona, che hanno evidenziato le cause genetiche che possono esacerbare il rischio per i pazienti Covid-19 con sindrome di Down.

Esami precedenti hanno mostrato un tasso di mortalità per Covid-19 di circa dieci volte maggiore nelle persone con sindrome di Down“, afferma Mara Dierssen, del laboratorio Cellular & Systems Neurobiology presso il CRG. “I nostri risultati aggiungono ulteriori prove a conferma di questi dati”, prosegue.

Il team ha analizzato le informazioni trascrittomiche legate alla sindrome di Down disponibili nella letteratura scientifica per scoprire alterazioni che potrebbero influenzare l’infezione e la progressione della malattia. “Abbiamo scoperto che TMPRSS2, un gene che codifica per un enzima fondamentale all’ingresso di SARS-CoV-2 nelle cellule umane – spiega la scienziata – aveva livelli di espressione del 60 per cento più elevati nelle persone con sindrome di Down”.

L’esperta osserva che il gene si trova sul cromosoma 21, presente in triplice copia nei portatori della sindrome. “Abbiamo scoperto anche livelli di espressione più elevati per il gene CXCL10 – continua l’autrice – che può innescare una serie di eventi a livello cellulare, come la tempesta di citochine, una delle cause principali dei decorsi avversi della malattia da nuovo coronavirus”.

Gli autori ipotizzano che questi fattori possano rendere le persone con sindrome di Down più suscettibili a infezioni batteriche che si possono manifestare a seguito di Covid-19. “Ci sono state altre evidenze scientifiche che suggeriscono la più elevata suscettibilità a Covid-19 per le persone con sindrome di Down”, aggiunge Dierssen. “Da questi studi si evince che gli individui con sindrome di Down che hanno più di 40 anni o che hanno comorbidità significative sono altamente vulnerabili dal punto di vista medico, sia nella fase dell’infezione che per la prognosi. Questo è il motivo per cui le persone con sindrome di Down dovrebbero ricevere la vaccinazione contro Covid-19 al più presto”. agi

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