Le truppe del M5s e Di Battista si muovono. Ed è scontro su Rousseau

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 È già una battaglia di posizionamenti con ‘Dibba’ che ieri ha fatto la sua mossa.  E lo scontro con Casaleggio e l’associazione è sempre più forte

 

© Francesco Fotia / AGF – Alessandro Di Battista

Si vedranno oggi gli esponenti pentastellati che hanno aderito a ‘Parole guerriere’ per rilanciare il progetto già presentato nelle scorse settimane: M5s si trasformi in una struttura di partito e ‘Rousseau’ torni al Movimento (per quest’ultimo obiettivo sono già state raggiunte 50 firme che verranno inviate al capo politico Crimi).

Sempre oggi il presidente della Commissione Antimafia Morra ha dato appuntamento (per le 19) a palazzo San Macuto per una proposta progettuale che trova il consenso di un nutrito gruppo di senatori: abolizione della figura di capo politico, elezione di un coordinamento nazionale composto da 11 persone, regolamentazione unica dei ‘Meet up’, nuovi servizi – come il ‘telepresence’ “per interconnettere i laboratori di idee, la regolamentazione del rapporto tra M5s e Rousseau, “riconoscimento territoriale del M5s”, “aree di coworking e contaminazione, “una rete di spazi fisici interconnessi per confrontarsi ed elaborare progetti”.

È già una battaglia di posizionamenti con Di Battista che ieri ha fatto la sua mossa. Depositando una mozione che al contrario di quello che pensa la maggioranza dei gruppi parlamentari prevede un rafforzamento di ‘Rousseau’, il rispetto del vincolo dei due mandati e il no ad alleanze strutturali alle elezioni, “si va da soli”.

“Senza agenda 2020-2030 il congresso è senza senso”, dice solleticando chi pensa che gli Stati generali non imporranno alcuna svolta. Dibba presenterà i suoi temi ma si scontrerà con l’ala ‘governista’ che punta ad un asse più strutturale con il Pd. “Ad ora noi sul territorio possiamo fare alleanze anche con la Lega e con FI. Bisogna restringere il quadro alle liste civiche e ai nostri alleati”, dice un esponente pentastellato di governo.

“Chi vuole rovesciare il tavolo non troverà spazio”, la tesi di un altro esponente dello stesso fronte. Il sospetto di chi guarda in questa direzione è che Dibba e Casaleggio puntino a far fallire l’appuntamento del 7 e 8 novembre.

“Ci stanno mettendo contro i nostri attivisti”, si sfoga un senatore. Ma i vertici insistono sulla necessità che siano ascoltati gli iscritti, saranno loro ad indicare la strada, anche sul tema delle alleanze, con la premessa – e questo il capo politico Crimi lo ha ripetuto più volte – che il Movimento resterà Movimento, ovvero non diventerà partito.

Nelle prossime ore dovrebbe essere pubblicato un post in cui verranno indicate tutte le regole della kermesse ma l’obiettivo di chi sta organizzando l’iniziativa resta quello di evitare uno scontro tra mozioni. Di Battista aveva chiesto che il congresso non fosse un regolamento di conti ma la tensione non accenna a diminuire. Anzi. Lo scontro con Casaleggio e l’associazione ‘Rousseau’ è sempre più forte.

Fonti parlamentari riferiscono che è già partita una trattativa legale con gli avvocati ma per trovare un punto di incontro, non di rottura. Tuttavia un accordo non è stato ancora raggiunto. “Siamo rimasti molto perplessi della mail con la quale ci hai annunciato – il messaggio della Lombardi al presidente dell’associazione ‘Rousseau’ accusato di “gettare benzina sul fuoco, inutilmente” – la sospensione di alcuni servizi, tra cui lo ‘Scudo della Rete’ per la tutela legale di attivisti e consiglieri comunali, in quanto non siamo mai venuti meno all’impegno di versare per esso un contributo mensile. Sarebbe stato giusto, per dovere di trasparenza, avere quelle informazioni che ci mancavano”.

In cassa – spiega a capogruppo del M5s in Consiglio regionale del Lazio – “restano ben 175mila euro che avrebbero potuto finanziare abbondantemente il servizio, senza la necessità di doverlo sospendere”. Quei fondi potrebbero essere utilizzati per l’organizzazione della kermesse (si sta cercando una sede mentre le assemblee regionali si terranno in video collegamento.

“Tutte le cause e materie legali gestite in nome del Movimento 5 Stelle sono state portate avanti per conto dei vari capi politici che si sono susseguiti e rimandiamo quindi a Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Vito Crimi per il dettaglio di queste cause“, aveva scritto l’associazione Rousseau in risposta a una lettera dei consiglieri regionali del M5s. 

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