L’elenco dei massoni di Castelvetrano in un block notes della Regione Sicilia 

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L’elenco è stato ritrovato dai carabinieri e si riferisce all’associazione culturale ‘Malophoros’ del paese natale del superlatitante Matteo Messina Denaro. Tra gli iscritti l’ex deputato dell’Ars Lo Sciuto e il figlio del sindaco dei ‘misteri’ Antonio Vaccarino 

 
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© Marco Bova – Dal libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” di Marco Bova 

Un elenco di ‘massoni’ di Castelvetrano appuntato in un block notes dell’Ars, l’Assemblea regionale siciliana.

Così i fuoriusciti dalle logge e i diffidenti del compasso e del grembiule si erano radunati all’interno di un’associazione regolarmente registrata dal nome ‘Malophoros’.

Tra i nomi nella lista spiccano quello dell’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto e di altri imputati del processo Artemisia, che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Trapani.

La vicenda – finora inedita – è ricostruita nel libro ‘Matteo Messina Denaro, latitante di Stato’, del giornalista Marco Bova (edito da Ponte alle Grazie), fresco di stampa dallo scorso 11 novembre, con prefazione di Paolo Mondani e la collaborazione di Simona Zecchi.

Tra gli iscritti c’era anche il figlio di Antonio Vaccarino, l’ex sindaco dei misteri, protagonista di una corrispondenza ‘coperta’ dai servizi segreti con Messina Denaro, che nel libro si racconta nell’ultima intervista concessa prima di morire.

L’elenco, riportato all’interno del libro – e pubblicato da AGI per gentile concessione di Ponte alle Grazie – è stato ritrovato dai carabinieri di Trapani all’interno della segreteria politica di Lo Sciuto, durante la perquisizione eseguita la mattina in cui era stato arrestato nel 2019, nel blitz Artemisia.

Il politico, che al telefono si vantava di essere amico di gioventù di Messina Denaro, è accusato di aver agevolato la concessione delle pensioni di invalidità Inps, in cambio del sostegno elettorale.

Ma soprattutto per essere a capo di un’associazione segreta, in violazione della Legge Anselmi. Nonostante Lo Sciuto abbia sempre negato di essere un massone, secondo le indagini avrebbe tentato di mutuare i rituali massonici, anche costituendo l’associazione Malophoros.

L’inchiesta della Procura di Trapani – viene raccontato nel libro di Bova, Matteo Messina Denaro – stava procedendo parallelamente ad un’altra indagine, condotta dalla Dda di Palermo e dall’aggiunto Teresa Principato, sulle logge massoniche trapanesi e la presunta protezione della latitanza.

Entrambe le inchieste si erano focalizzate sul medesimo gruppo di politici e professionisti di Castelvetrano: il fascicolo della Dda di Palermo è stato archiviato; a Trapani è tuttora in corso il processo in cui sono imputate 18 persone, tra cui Lo Sciuto. 

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