L’embargo sul petrolio russo arriverà entro 6 mesi ma i 27 restano divisi

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Possibili deroghe per Slovacchia e Ungheria, anche la Bulgaria chiede tempo. Nel sesto pacchetto di misure colpiti alti ufficiali militari e altre persone che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e a Mariupol. Il Cremlino: “Il costo delle sanzioni per gli europei aumenterà ogni giorno”.

Raffineria della Gazprom nei dintorni di Mosca

AGI – Un embargo europeo del greggio russo entro sei mesi e dei prodotti raffinati entro fine anno; esclusione immediata di Sberbank dal sistema Swift e bando in Europa delle tre principali emittenti russe. Sono le principali misure contenute nel sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, per la sua invasione dell’Ucraina, presentato oggi dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo.

Nella proposta vi sono anche sanzioni dirette ai responsabili dei crimini di guerra a Bucha e dell’assedio di Mariupol ma anche, secondo le conferme ottenute dall’AGI, al capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill.

Si tratta del pacchetto di sanzioni più dure finora approvate e, ovviamente, non mette d’accordo tutti i ventisette Stati dell’Unione. La prima discussione, che hanno avuto in giornata gli ambasciatori, si è chiusa con “molti contrasti” su diverse misure, hanno spiegato fonti europee. Gli Stati membri hanno chiesto più tempo per esaminare i provvedimenti.

In settimana si terranno altre riunioni, probabilmente una già domani e sicuramente una venerdì, nel tentativo di arrivare all’entrata in vigore del pacchetto entro il 9 maggio, giornata in cui l’Ue celebra se stessa e la Russia la sua vittoria sul nazismo.

“Proponiamo un divieto al petrolio russo. Sarà un divieto totale di importazione su tutto il petrolio russo, marittimo e da oleodotto, greggio e raffinato”, ha annunciato von der Leyen. “Che sia chiaro: non sarà facile, alcuni Stati dipendono fortemente dal petrolio russo ma ci dobbiamo lavorare sempre“, ha ammesso.

Per questo la Commissione promette di farlo “in modo ordinato, in modo da consentire di garantire rotte di approvvigionamento alternative e ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali”.

“Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente la fornitura russa di petrolio greggio entro sei mesi e di prodotti raffinati entro la fine dell’anno. Pertanto, massimizziamo la pressione sulla Russia, riducendo allo stesso tempo al minimo i danni collaterali a noi e ai nostri partner in tutto il mondo. Perché per aiutare l’Ucraina, la nostra stessa economia deve rimanere forte“, ha assicurato von der Leyen.

Nel pacchetto vengono già previste alcune deroghe (un ulteriore anno di tempo per il phasing out) per Ungheria e Slovacchia che avevano minacciato di ricorrere al veto per bloccare tutto. Ma, a giudicare dalla prima reazione di Budapest, non è sufficiente. Nella riunione degli ambasciatori Ue alcuni Stati hanno lamentato difficoltà che potrebbero derivare loro dall’embargo al petrolio, altri invece hanno criticato il divieto di trasporto del petrolio russo da parte di navi battenti bandiera Ue. Sembra esserci – per il momento – consenso sulla lista di individui nella blacklist, compreso il patriarca Kirill.

“Non vediamo nessun piano su come realizzare una transizione sulla base delle proposte attuali e su cosa garantirebbe la sicurezza energetica dell’Ungheria”, ha criticato il governo. Anche la Bulgaria vorrebbe poter approfittare delle deroghe. “Un conto è se si decide che tutti devono bloccare tutto, ma se ci saranno delle eccezioni chiederemo di farne parte”, ha detto il ministro delle Finanze Assen Vassilev. Anche il premier ceco, Petr Fiala, ha fatto sapere che vorrebbe un rinvio di due o tre anni.

“Sosteniamo le sanzioni più dure possibili contro la Russia ma fin dall’inizio abbiamo detto che le sanzioni non devono danneggiare i cittadini cechi più della Russia“, ha detto ai giornalisti. Dello stesso avviso – per una transizione di tre anni – il ministro dell’Economia slovacco, Richard Sulik.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – la cui moglie, figlio e figlia sono finiti nella blacklist – ha minimizzato: l’Ue “pagherà un prezzo alto per cercare di farci del male”. “Il costo delle sanzioni per i cittadini europei aumenterà di giorno in giorno”, ha minacciato. E questo l’Unione europea lo sa. Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha già affermato che l’embargo potrebbe portare a “interruzioni” della fornitura e aumenti dei prezzi, ma che Berlino lo ha sostenuto, avendo superato la sua precedente riluttanza.

“Con tutti questi passi, stiamo privando l’economia russa della sua capacità di diversificare e modernizzarsi. Putin voleva cancellare l’Ucraina dalla mappa, chiaramente non ci riuscirà. Al contrario: l’Ucraina si è sollevata unita. Ed è il suo stesso Paese, la Russia, che sta affondando”, ha dichiarato von der Leyen davanti agli europarlamentari. “Vogliamo che l’Ucraina vinca questa guerra”, ha aggiunto.

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