L’estate,la libertà, il ritorno dei contagi e gli sbarchi

Attualità & Cronaca

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Articolo a cura di Daniela Piesco. 
 
Si constata da qualche settimana una ripresa dei contagi, un’ascensione nella curva in Italia di importazione,a dire il vero ,un buon numero;però anche diversi casi endogeni.
 
Nella settimana di Ferragosto uno dei temi più dibattuti dai politici italiani – in particolare dell’opposizione – ha riguardato l’accusa secondo cui l’aumento dei casi di Covid-19 in Italia sarebbe dovuto agli sbarchi dei migranti sulle coste italiane.
 
Matteo  Salvini ha infatti  sostenuto che  nel nostro Paese «l’unica emergenza legata al virus è legata agli sbarchi»,seguito,poi,a ruota dalla Giorgia Meloni che ha detto che «non si può continuare a ignorare il legame tra aumenti dei contagi e immigrazione .
 
Ma esiste davvero un collegamento tra gli sbarchi e la crescita dei contagi giornalieri? 
 
Nel report dell’istituto superiore di sanità si legge che il quadro dell’epidemia di coronavirus nel nostro Paese, “sebbene non critico, continua a mostrare segnali che richiedono attenzione e una tendenza ad un progressivo peggioramento. Molti dei casi diagnosticati sono casi di infezione “importati” ossia un aumento di casi in cittadini italiani in seguito a viaggi in aree con una più elevata circolazione virale o con misure di prevenzione meno stringenti di quelle italiane.”
 
Dunque, preliminarmente è bene sottolineare che a differenza di  quanto dicono Salvini e Meloni, la crescita dei casi è per lo più dovuta a cittadini italiani che ritornano da viaggi all’estero.
 
Ma cerchiamo di venirne a capo.
 
In  Italia stiamo assistendo ad un rialzo della curva dei contagi ,non è meno vero ,però,che  in molti paesi vicini europei le cose vanno peggio.
 
Ad esempio la Spagna è nell’occhio del ciclone dove si contano ,almeno nel momento in cui si scrive,quasi 2000casi di coronavirus al giorno con mascherina obbligatoria a Barcellona , in tutta la Catalogna e in molte altre zone della nazione che chiaramente è in presenza della tanto temuta seconda ondata.
 
Anche In Francia e Germania torna l’obbligo della mascherina nei luoghi aperti .
 
Altro paese colpito duramente è la Grecia con Atene che conta oltre 150 contagi nelle ultime ore dove sono stati vietati gli assembramenti, stare davanti ai bar ,e soprattutto le processioni religiose tanto care ai greci.
 
La situazione,dunque, va monitorata continuamente non solo in Europa ma anche nei paesi extraeuropei ;si pensi ad Israele al primo posto per contagi e decessi.
 
Il dato da registrare è la giovane età dei nuovi contrattori di virus :40 anni è l’età media che, indica senza indugio alcuno ,che che tra i contagiati  risultano  persone di 20 anni.
 
Il virus ha iniziato a colpire sempre di più i giovani:se all’inizio della pandemia, secondo i dati dell’istituto superiore della sanità gli under 50, colpiti dal virus sono stati il 28%circa,nelle ultime settimane la percentuale si aggira attorno al 45%.Al contrario gli over 70 sono poco più del 20%.Gli anziani sono oggi più prudenti e sicuramente piu’ rispettosi delle regole di sicurezza. 
 
Ma perché i giovani non solo in Italia, ma in tutto il mondo,come afferma l’Oms si contagiano di più?
 
La risposta è che assembrandosi si espongono all’infezione ,perché incontrandosi e avvicinandosi e stringendosi gli uni con gli altri diventano vettori di trasmissione, e dunque si infettano e purtroppo si ammalano.
 
Probabilmente i giovani stanno provando un senso di sollievo a cui si accompagna un processo di negazione dell’accaduto .
 
 Quando è stato dato il via libera (penso ad esempio alla decadenza dell’obbligo delle mascherine all’aperto), immediatamente tutti hanno percepito che la situazione fosse stata  superata. 
 
Un senso di euforia e  perdita di freni inibitori dovuta al consumo sregolato di alcol e droghe hanno caratterizzato il periodo successivo a un momento di grande stress. 
 
Nel mirino c’e la cd movida.
 
L’invito al buon senso lanciato dalle autorità non sembra  sortire l’effetto desiderato, tra discoteche, tavolini all’aperto, piazze piene e assembramenti. Tutti fattori che hanno contribuito a far abbassare l’età media degli infetti.
 
Un problema quello della movida, da molti  già ribattezzata ‘covida ‘,che stride con quanto accade nei centri commerciali, negli aeroporti o nelle stazioni ferroviarie. In questi ultimi luoghi mascherine  distanziamento sociale vengono fatti rispettare e frequenti controlli da parte delle autorità vengono eseguiti.
 
Non sembra però essere così nelle discoteche, nelle quali la prevenzione viene affidata al buon senso dei singoli individui con scarsi risultati per la prevenzione e la protezione.(Si veda il caso delle discoteche sarde)
 
Altro fenomeno da registrare è quello dei cd influencer e/o vip   contagiati  e attualmente in quarantena  che tendono a sottovalutare l’emergenza legata al Coronavirus.
 
Potremmo dire che quella degli influencer è più di una semplice influenza e può portare a conseguenze estremamente  negative in una situazione così delicata.
 
Entrando nel dettaglio della situazione c’è da sottolineare che tra i ragazzi molti dei positivi sono asintomatici ma individuati e individuabili grazie ai test di tracciamento dei contatti dei contagiati.
 
Nei giovani il virus decorre in maniera più favorevole anche se non possono sottovalutarsi la possibilità di conseguenze più gravi come sta avvenendo in questo momento in Israele dove gli ospedali sono pieni di giovani.
 
La preoccupazione è ovviamente per la riapertura delle scuole che deve avvenire ma in condizioni di sicurezza:soprattutto è importante capire che la sicurezza con la quale si riusciranno ad aprire le scuole dipenderà dalla situazione epidemiologica che ci sarà in quel momento.
 
Piuttosto gli investimenti che facciamo oggi ,sull’uso della mascherina, sul rinunciare alla festa con 300 persone, sull’evitare gli assembramenti, sul rinunciare ad un concerto o alla discoteca è un investimento che facciamo per il futuro perché nel dare priorità alla salute diamo priorità alla scuola.
 
Se non si avrà una situazione di contagi bassi e controllati non sarà possibile riaprire in sicurezza. 
 
Per questo tutti devono capire ,non solo i più giovani, che i comportamenti collettivi determinano il ritorno alla normalità .
 
I giovani con la loro socialità diversa e diversificata da  quelli di una certa età trasmettono inconsciamente e a volte consapevolmente il virus.
 
Ormai è di dominio pubblico che il contagio avviene per contiguità quando le persone stanno vicine quando parlano, quando tossiscono ,quando cantano e passano le goggioline di aerosol.
 
Fondamentale sarebbe l’utilizzo dell’applicazione IMMUNI per fornire proprio ai giovani ,più pratici con la tecnologia,maggiore sicurezza rispetto ai comportamenti che hanno.
 
Ciò premesso veniamo al presunto aumento dei contagi legato agli sbarchi.
 
Il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5 per cento sono positivi e una parte si infettano nei centri di accoglienza dove è più difficile mantenere le misure sanitarie adeguate.
 
In un’intervista con Avvenire, il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli ha sottolineato che i migranti «tra le persone in arrivo sono le più controllate. Alcuni sfuggono ma non sfuggono solo loro», ha sottolineato lo scienziato. «Sfuggono ai controlli – e persino alla quarantena – molte persone che arrivano da Paesi Schengen dove l’infezione è ben presente. Occorrerebbe controllare meglio i viaggiatori intercontinentali che arrivano dalle zone in cui l’epidemia ancora imperversa.”
 
La questione allora si sposta sulla gestione dell’accoglienza.
 
Qui dunque subentra il discorso su come va correttamente gestito, da un punto di vista sanitario, l’arrivo dei migranti sulle coste italiane e la loro accoglienza durante l’emergenza Covid-19.
 
Dobbiamo insomma stare attenti a non confondere la causa con l’effetto: non sono gli stranieri in quanto tali a creare situazioni di rischio, ma è piuttosto la condivisione di spazi ristretti in condizioni precarie e di scarsa igiene a facilitare la diffusione del contagio.
 
Attenzione che non ha avuto Nello Musumeci con le sue ordinanze a dir poco confuse.
 
Dunque la maggioranza dei casi sono autoctoni quindi è una circolazione autoctona ed endogena del virus e poi ci sono i casi di importazione sia extranazionale che infraregionale.
 
Le persone contagiate sono più giovani e si registrano meno decessi.
 
In ultimo per completare l’istantanea del momento attuale è bene fare accenno alla sperimentazione tutta made in Italy del vaccino  per il Covid-19. 
 
È notizia di questi giorni che allo Spallanzani di Roma sono arrivate le prime dosi di un vaccino completamente made in Italy pronto sulla sperimentazione sull’uomo dal 24 agosto scorso.Il vaccino è finanziato dalla regione Lazio e dal Ministero della ricerca :”Questo significa che l’Italia non sta a guardare e che è dentro questa partita”.(Speranza)
 
Anche se resta  la domanda  sul tipo  di copertura che può dare un vaccino da un virus che una volta contratto e sconfitto non garantisce immunità completa.
 
Aldilà di ciò va sostenuto a gran voce che la strategia vaccinale è importantissima perché se ne è persa la memoria essendosi date come acquisite alcune conquiste c’è una minore sensibilità nel proclamarla. 
 
Il vaccino è un farmaco e come tale può avere controindicazioni ma l’importante è che queste siano sottocontrollo e che nella bilancia del dare e avere alla salute gli effetti siano positivi. 
 

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