Letta: “Rimonta possibile, andiamo a vincere”

Politica

Di

L’Ultimo discorso del segretario Pd in campagna tutto incentrato sulla dicotomia fra la visione “retrograda” della destra, e una visione proiettata verso il futuro.

di Paolo Molinari

© ALBERTO PIZZOLI / AFP

 

AGI – È una scelta netta quella davanti alla quale si troveranno gli italiani domenica alle urne: sui diritti, sulla scuola, sulla sanità, sul lavoro.

ll discorso del segretario del Pd, Enrico Letta, è tutto incentrato sulla dicotomia fra la visione “retrograda” della destra, e una visione proiettata verso il futuro, quella del Partito Democratico.

Letta arriva con il bus elettrico che lo ha accompagnato in questa breve e intensa campagna elettorale estiva, “iniziata con i ghiacci sciolti della Marmolada e terminata con la tragedia delle Marche”, ha ricordato il leader dem.

 

 

E il bus è il simbolo stesso dell’impegno per l’ambiente, centrale per i dem. Ad accompagnare Letta sul palco c’è la colonna sonora scelta per la campagna, “Live is Life” di Opus. Un talismano che ha già portato fortuna al Pd in due recenti tornate amministrative, quando la vittoria sembrava già in mano alla destra e, invece, si è realizzata la rimonta. I dem sperano di ripetere l’impresa domenica, Letta ci crede e galvanizza la folla in Piazza del Popolo: “La rimonta è possibile, domenica andiamo a vincere”.

Nel suo discorso cita almeno due ‘numi tutelari’ del Partito democratico, il primo in apertura del discorso, il secondo alla fine: “Essere qui e sentirsi intonare ‘Enrico, Enrico’ è un’emozione grandissima”, dice Letta riferendosi ad Enrico Berlinguer.

“La speranza siamo noi quando combattiamo tutte le ingiustizie, quando non facciamo muri e non alziamo muri alle frontiere”, chiosa prima di lasciare il palco, ricordando David Sassoli. Nel mezzo c’è un lungo ‘aut aut’, scelte nette che non ammettono vie di mezzo.

“Vi chiedo di fare un’ultima riflessione su cosa ha rappresentato questa campagna elettorale. Non abbiamo raccolto il frutto del lavoro di questi anni, ma anche seminato tanto. Loro hanno parlato dell’Italia del passato, non dell’Italia del futuro. Abbiamo fatto questa scelta” di mettere il verbo ‘scegli’ al centro della campagna perchè “la scelta è la cosa più importante. Abbiamo deciso che il lavoro e la riduzione e delle tasse sul lavoro è il progetto dei prossimi anni. La flat tax è aiutare i ricchi e non aiutare i deboli. Abbiamo scelto la riduzione delle tasse sul lavoro”.

 

 

L’ultimo passaggio è una tirata d’orecchio allo stato maggiore dem: “Dovevamo dire che il reddito di cittadinanza è una truffa e contro la povertà c’era il reddito di inclusione. Con il Reddito di Cittadinanza abbiamo mischiato la povertà con i figli di buona donna”.

Al secondo posto nella classifica della piazza c’è stato l’intervento di Elly Schlein, “astro nascente della sinistra italiana”, come il Guardian ha definito la vice presidente della Regione Emilia Romagna.

“Non basta essere donna per aiutare le altre donne, se non difendi i diritti delle donne a partire da quelli sul proprio corpo”, è l’esordio dell’anti-Meloni del Pd. “C’è una bella differenza tra le leadership femminili e femministe”, aggiunge per poi lanciarsi in una rivisitazione del discorso di Meloni a Vox: “Sono una donna, amo un’altra donna, non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, siamo persone con i loro diritti”.

Anche qui, applausi a scena aperta. Rimane fredda la piazza davanti a Michele Emiliano che ripropone, forse involontariamente, una formula che gli è costata le critiche di commentatori e avversari politici: quel “devono sputare sangue” che in un comizio Emiliano aveva riservato alla destra.

“Noi, per costruire l’Italia, abbiamo sputato sangue. Noi abbiamo faticato, non consentiremo a nessuno di cambiare il destino di uno dei Paesi più belli e importanti del mondo”, dice oggi il presidente pugliese. Senza, tuttavia, riuscire ad infiammare la piazza. Fuori concorso il discorso del segretario, interrotto più volte dagli applausi, salutato al suo arrivo in bus elettrico con un “Enrico, Enrico” che ricorda un’altra piazza, quella poco distante di San Giovanni, che portava in trionfo Enrico Berlinguer.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube