Lettera a babbo natale

Arte, Cultura & Società

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Caro Babbo Natale,

lo so, sono molti anni che non ti scrivo ma al posto mio l’hanno fatto figli, nipoti e quant’altri e ciò ti da la misura del non essere mai stato dimenticato.

In ogni caso, quest’anno sono stato buonissimo. Infatti:

 Ho avuto la serenità di leggere il subisso di DPCM piovutami addosso cercando di capire come mi dovevo muovere;

Ho sempre tenuto un serafico atteggiamento quando le forze dell’ordine mi hanno fermato e contestato che il benzinaio a me più prossimo non era quello del comune X ma quello di Y: misurazione risultata del tutto fantasiosa;

Con pazienza, viaggiando in auto da solo e senza mascherina, ho spiegato che posso fare a meno dell’ausilio di prevenzione quando con me non v’è alcuno da infettare;

 Ho sorriso, ma senza intento di scherno, quanto sono stati spesi i miei soldi per acquistare banchi a rotelle e monopattini, bonus biciclette e vacanze anziché offrirli agli ospedali;

Sono stato chiuso in casa il più possibile, al limite dei diritti costituzionali, facendomi recapitare a domicilio derrate alimentari, legna e pallet, frutta e verdura, medicinali e prodotti da banco.

Sono stato un angelo e, pertanto, come regalo di Natale desidererei;

  • Un governo efficiente, serio e che non si trastulli con i colori come fanno i bambini dell’asilo;
  • Che si nomini in via definitiva il commissario alla sanità calabrese, così ci togliamo dai “cabasisi” questo tormentone indecoroso;
  • Partiti che non siano questo e quello, non dicano una cosa per farne un’altra, rispettino gli impegni elettorali e non se la prendano col “destino cinico e baro” se poi perdono consensi;

Infine caro Babbo Natale, ti chiederei per noi anziani, che abbiamo la sola colpa di avere consegnato l’Italia a gente che ha saputo solo annichilirla nel tempo e non farla grande come fecero i nostri padri con noi, di spargere rispetto verso chi non è più giovane. Il legislatore, tanto vincolato al sociale con i clandestini, tanto impegnato contro le discriminazioni di genere, di colore della pelle, di cultura, ricordi d’essere avverso anche alla discriminazione d’età. Affranchi genitori e nonni dalle umiliazioni derivanti dal vivere da longevo (non è una temibile parola).

  • Occorre qualche centinaia di euro in prestito? Non v’è banca, finanziaria “et similia” che li offra: troppo anziano, dopo i 70 anni che vai cercando?
  • Serve un’utilitaria a “noleggio lungo”? ma che vai cercando? hai più di 70 anni e già molto se non ti tolgono la patente;
  • Vuoi affittare per qualche giorno un’auto perché la tua, vegliarda come te, è dal meccanico? se qualche d’uno te la offre devi pagare un canone maggiorato. Ma che vai cercando? sei un pericolo in più sulla strada;
  • E così via, per malattie, ospedali, ricoveri, ecc. Ma che vai cercando?

 Non andiamo cercando nulla se non la restituzione di un po’ di dignità, in considerazione che coloro che oggi sono giovani lo devono a noi che siamo vecchi. Caro Babbo Natale tu sei dei nostri non ci dimenticare. Ricordi i tempi del “piè veloce Achille”, quando sotto le mura di Troia uccise Ettore? Ebbene ne restituì il corpo al padre Priamo, giacché vegliardo e meritevole di rispetto: a fatti e non a parole elettorali. Ma erano altri tempi.

Tanti saluti e buon viaggio nei cieli del mondo, carissimo e immarcescibile

 Babbo Natale.

Giuseppe Rinaldi

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