On. Dott. Conte,
Non sarò il primo, ma neppure l’ultimo, che indirizza alla Sua Persona, quale Capo dell’Esecutivo, pur se “indipendente”, una riflessione che non vuole essere assolutamente polemica; anche sugli effetti socio/economici di questa Pandemia di cui sono ancora incerte le comparse dei primi “focolai” in Patria.
Sono uno, dei tanti, italiani che si dolgono per una situazione nazionale che non avrebbero neppure immaginato. La politica d’urgenza, malauguratamente, non è sempre la cura migliore per sanare i “mali” di un Paese. Soprattutto quando si tratta della nostra Patria. Tra emergenza sanitaria e contese a tutti i livelli, mi chiedo, e Le chiedo, dove andrà a parare la sorte della Penisola in questo tormentato 2020.
L’Italia è in palese recessione economica. Ci sono, tuttavia, Signor Primo Ministro, segni d’ostilità anche in seno alla stessa Maggioranza. Personalmente, curo, da sessant’anni, l’informazione con la formula all’”inglese”.
Senza, in definitiva, assumere posizioni “pro “ o “contro” nessuno. Mi limito alla cronaca dei fatti; con la speranza di trovare termini obiettivi per manifestare, poi, un pensiero che non ho mai inteso come giudizio. Certo è che il “buon senso”, se non l’oggettiva necessità, ha aperto gli occhi a molti. Il Bel Paese ha bisogno di certezze. Magari poche ma inderogabili. Quando ci saranno?
Giorgio Brignola
redazione@corrierenazionale.net