L’Ho’Oponopomo sembra uno scioglilingua ma è un termine con il quale si indica una particolare filosofia di vita

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Il Ho’Oponopono ha origine nelle lontane Hawaii, e dalla lingua locale si traduce letteralmente in rimettere le cose al proprio posto. Questo termine è divenuto il nome di una filosofia di vita basata sul perdono e l’accettazione. Non si tratta di una meditazione nel senso stretto del termine, anche se abbraccia molti concetti legati alle meditazioni orientali ed al buddhismo.

La storia più rappresentativa sull’Ho’Oponopono è senza dubbio quella del dottor Ihaleakala Hew Len, un terapista hawaiano che è stato in grado di curare un intero reparto di pazienti psichiatrici senza neppure incontrarli o spendere un solo minuto nella loro stessa stanza.

Ihaleakala ha minuziosamente esaminato le loro cartelle cliniche e li ha guariti; guarendo prima sé stesso!. Partiamo dal presupposto che ogni giorno, qualche volta di più e qualche volta di meno, ci accadono cose piacevoli e meno piacevoli. In questi casi a volte ce la prendiamo con il destino, con la fortuna o con coloro che per una vicenda decisamente negativa ci hanno rovinato la giornata.

In altri casi ci rallegriamo per fatti o accadimenti estremamente positivi che ci sono capitati nel corso della giornata e  del tutto inattesi. Se approfondiamo entrambi gli aspetti ci accoriamo che entrambe le due situazioni hanno in fin dei conti  la stessa origine, e che entrambe sono state generate non da un’esistenza superiore, ma  da noi stessi. Ed è proprio in questo concetto che risiede l’essenza di Ho’Oponopono.

Infatti, abbracciare l’Ho’Oponopono significa riconoscere che tutto ciò che percepiamo, vediamo, sentiamo ed osserviamo (attenzione, di bello e di brutto, gradevole o sgradevole) è stato prodotto da noi e dalla nostra energia. E tale energia non è altro che un’estensione ed un’espressione dell’energia del cosmo, di cui siamo parte. Dunque noi siamo allo stesso tempo noi stessi e il resto del mondo, e tutto ciò che vediamo è una nostra creazione. Si tratta di un concetto potente, che ha dell’incredibile se ci pensiamo un attimo.

Ho’Oponopono è in sostanza un’illuminazione da accogliere, una tecnica che permette di eliminare il pensiero negativo e i ricordi dolorosi, basandosi sul concetto dualistico del perdono e della gratitudine. Qualora abbiamo commesso azioni sbagliate o provocato con il nostro comportamento conseguenze più o meno gravi che hanno arrecato danno agli altri, dobbiamo sì fare mea culpa, ma dobbiamo anche saperci perdonare ed impegnarci a far sì che tali conseguenze non accadano di nuovo.

Qualora invece siamo riusciti a creare qualcosa di positivo e di benefico, dobbiamo esprimere sentimenti di gioia e di serenità, ed impegnarci affinché ciò continui ad accadere ancora. Fin dall’inizio dei tempi l’umanità è stata divisa da distanza, barriere linguistiche, confini politici, credenze culturali e religiose.

Se pensiamo alle nostre esperienze quotidiane, ogni qualvolta incontriamo qualcuno con un parere o una prospettiva diversi dai nostri quasi sempre ci mettiamo sulla difensiva e cerchiamo di contrastarlo facendo valere il nostro punto di vista. Ciò non facilita la socializzazione e il confronto e crea inevitabilmente motivi di fibrillazione e conflittualità che sarebbe stato meglio evitare. Il potere incredibile di Ho’Oponopono deriva in gran parte dal fatto che è un principio universalmente accettato: a prescindere dalla cultura da cui proveniamo, tutti noi concordiamo sul fatto che i concetti di “grazie, mi dispiace, perdonami e ti amo sono preziosi e importanti.

Se esiste una coscienza collettiva, come hanno suggerito Jung e molte filosofie orientali, allora la base del potere di Ho’Oponopono nasce proprio dal grande numero di persone che per secoli di storia hanno accolto questi concetti come preziosi, importanti e utili all’umanità. In questo modo, Ho’Oponopono è in grado di risvegliare un livello di consapevolezza che si estende ben oltre le sue radici hawaiane e germoglia in ogni cultura che sia mai esistita sulla faccia della Terra. Il concetto di Ho’Oponopono viene dalla cultura polinesiana, che fin dall’antichità ritiene che la malattia, sia fisica che spirituale, derivi dagli errori che noi stessi commettiamo (chiamati hara o hala).

Alcune tribù credevano che l’errore scatenasse la rabbia degli déi, altri che attirasse spiriti maligni, e altre ancora vedevano nel senso di colpa provocato dagli errori la causa scatenante del malessere. Ancora oggi, in alcune isole del Pacifico meridionale, è profondamente radicata la convinzione che rabbia ed emozioni negative danneggino fortemente la salute fisica. Siccome è impossibile non provare alcuna emozione negativa, la soluzione è la confessione. I popoli del Pacifico credono fermamente che tenere segreto il male che si è fatto porti a peggiorare la situazione. Quando viene confessato l’errore, questo non ha più potere sulla persona, scompare, evapora.

Questo concetto si è evoluto nel tempo ed è diventato il mantra che oggi caratterizza l’Ho’Oponopono: non abbiamo più bisogno di confessare il male a qualcun altro, ma possiamo (e dobbiamo) farlo con noi stessi, in quanto rappresentiamo tutto il resto del cosmo. Perdonarci significa dunque perdonare il mondo intero e risanare una ferita collettiva. Ma come praticare l’Ho’Oponopono in concreto, nella vita di tutti i giorni? Possiamo cominciare da pochi semplici accorgimenti, che tuttavia possono essere più difficili di quello che sembra da mettere in pratica. Intanto cerchiamo di non perderci comunque d’animo, celebrando i nostri piccoli passi con gratitudine e perseveranza, anche questo è Ho’Oponopono!.

Possiamo iniziare ripetendo (ad alta voce oppure nella nostra testa) il mantra su cui si basa questa meditazione, tanto semplice quanto potente: mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo. Il mantra c aiuta ad assimilare i concetti di perdono, gratitudine e accettazione, assumendoci tutta la responsabilità delle cose che ci accadono intorno, e che sono interamente create da noi, per motivi consci od inconsci. Ogni volta che lo ripetiamo dobbiamo crederci davvero, in quanto ci aiuta ad indagare e capire il significato di queste parole nel profondo. Ma il passaggio nodale dell’Ho’Oponopono sta nel cercare il dialogo con il bambino interiore, il bambino che dalla nascita ci portiamo dentro di noi, con i suoi primi istinti, perché sono quelli in grado di renderci felici.

Bisogna credere fermamente in un potere più grande e magnanimo di noi, che sia capace di perdonare se sbagliamo, e che ci dia la forza di accettare i nostri errori sempre che ovviamente  in noi  esista la volontà di migliorare. Ogni giorno, dobbiamo provare a stabilire un contatto con il nostro “io” più vero ed innocente. Non serve giudicarsi, ma torna molto utile imparare dagli errori commessi dai tuoi stessi errori, celebriamoci ed esaltiamoci per le nostre vittorie e sentiremo scorrere nelle nostre vene una potenza sovrannaturale, un’energia che è in noi e che allo stesso tempo da noi scorre verso il cosmo.

Questo è l’Ho’Oponopono che può portare nella nostra vita moltissimi benefici, tra i quali: una migliore gestione della rabbia; accettazione delle emozioni negative; riconoscimento della tua forza interiore; migliore fiducia in te stesso; migliore gestione dello stress; aumento dell’ottimismo e della produttività. Iniziando a praticare l’ Ho’Oponopono su base regolare e continua ci accorgeremo di diventare più aperti, più sinceri e onesti con noi stessi. Le cause scatenanti dei nostri comportamenti potranno venire a galla più facilmente aprendoci a un miglioramento degli stessi, il che determina ovviamente anche un generale miglioramento della qualità della vita di ciascuno di noi.

Il che non è poco!.  Questo sistema è stato utilizzato con successo anche per guarire individui soggetti a rabbia repressa, depressione e ansia con fenomeni compulsivi. Tentare non nuoce dice un famoso brocardo. E considerando che in qualche modo chi più chi meno ciascuno di noi ha bisogno di recuperare la fiducia in se stessi, di recuperare nel corso della giornata attimi di felicità e di ottimismo per stare bene con se stessi e di riflesso con gli altri il ricorso all’ Ho’Oponopono può tornare utile e riservare piacevoli sorprese.

Ed allora buon Ho’Oponopono a tutti !.

Marcario Giacomo

Comitato di Redazione de Il Corriere Nazionale

 

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