L’idea del tampone obbligatorio per cinema, teatri e concerti

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Non convince la proposta di una nuova stretta che coinvolgerebbe anche i vaccinati. Per Boccia sarebbe meglio l’obbligo vaccinale. Giovedì la cabina di regia. Una circolare del ministero della Salute ha avvertito che l’Italia è in una fase epidemica “acuta”

© Claudia Greco / Agf – La riapertura del teatro Giorgio Gaber a Milano

Accelerare sulle terze dosi e rimodulare la durata del Green pass. È questa la strada che il governo si appresta a seguire per fronteggiare l’impennata di contagi, alimentata dalla variante Omicron. “Valuteremo la congruità delle misure” anti-Covid in campo “facendo una riflessione con i nostri scienziati”, spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Riflessione che porterà alla cabina di regia prevista per giovedì durante la quale dovrebbero essere messe a punto le nuove misure.

L’allarme era già stato lanciato poco prima da una circolare del ministero della Salute che ha avvertito che l’Italia è in una fase epidemica “acuta”, caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus SarsCoV2 nella maggior parte del Paese, e con la variante Omicron che rappresenta una crescente minaccia. Il ministero raccomanda la “tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da SarsCoV2, sia a livello territoriale che ospedaliero”.

La strada maestra rimane quella del vaccino e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, chiede una ‘moratoria’ sulle “chiacchiere” riguardanti il Quirinale per concentrarsi sull’ermergenza: “Qui ci sono due priorità: accelerare la terza dose perchè molti contagiati degli ultimi giorni sono persone in attesa della terza dose. E il Green Pass sia sempre e soltanto per vaccinati o guariti: i no-vax se ne facciano una ragione“, sottolinea.

Già dopo la cabina di regia e il Cdm previsti per giovedì potrebbe arrivare dal Governo il via libera a nuove misure come i tamponi obbligatori per chi partecipa a eventi pubblici, le mascherine all’aperto e l’accorciamento della durata del certificato verde. Ipotesi, quella dei tamponi obbligatori, che suscita non poche perplessità fra le forze poltiiche. 

“Penso che il tampone ai vaccinati sia sotto tanti aspetti un colpo a chi, vaccinandosi, ha protetto anche gli altri. In questo momento è più giusto ipotizzare la vaccinazione obbligatoria”, ha detto il responsabile Enti Locali del Partito Democratico, Francesco Boccia, a Radio Immagina. “I tamponi ogni volta che vai a teatro o al cinema sia difficile e anche incoerente”, ha aggiunto.

“Introdurre il tampone anche per i vaccinati per accedere ai luoghi della cultura come cinema e teatri è una misura da evitare in tutti i modi”, dice Roberto Rampi, senatore e capogruppo pd in Commissione Cultura: “La cultura ha una funzione primaria che va salvaguardata in ogni modo”, aggiunge.

Uno stop arriva anche da Fratelli d’Italia: “Imporre l’obbligo di tampone anche ai vaccinati per l’ingresso al cinema e a teatro segnerebbe il colpo di grazia per il settore dello spettacolo”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone. C’è anche la possibilità che venga estenso l’obbligo di vaccino per altri ambiti lavorativi oltre a sanitari, forze dell’ordine e insegnanti.

E la Campania procede a una nuova stretta sulle feste scolastiche, di laurea e compleanno in locali al chiuso, cresce il fronte di quanti auspicano l’introduzione dell’obbligo vaccinale: “Le istituzioni dovevano prevedere l’obbligo vaccinale già a luglio o ad agosto, c’è stata mancanza di coraggio”, spiega Francesco Boccia, deputato e membro della segreteria del Partito Democratico.

Quella dell’obbligo vaccinale è, d’altra parte, una misura su cui il Pd si era già detto a favore con Enrico Letta: “Se non c’è buon senso per la gestione del green pass obbligatorio allora bisogna arrivare all’extrema ratio, che è l’obbligo del vaccino. Io ho sempre pensato che bisognava fare di tutto per evitarlo, ma l’extrema ratio c’è”, ripete da mesi il segretario.

E oggi Debora Serracchiani, capogruppo dem alla Camera, conferma la linea: “Noi abbiamo sempre detto di essere favorevoli all’obbligo vaccinale come ultima ratio. Il Pd sosterrà questa posizione. Auspichiamo anche quel senso di responsabilità ce gli italiani hanno dimostrato di avere”, spiega Serracchiani.

“Personalmente sono convinto che si debba arrivare molto presto all’obbligo vaccinale, per contrastare tutte le varianti del Covid. Non ci sono ragioni giuridiche che impediscano d’introdurre tale obbligo”, conferma anche il senatore Andrea Marcucci, non sempre in linea con la posizione del Nazareno.

Dell’obbligo vaccinale si torna a parlare anche per le parole dell’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato che, in una intervista, sottolinea: “Il governo deve introdurre l’obbligo vaccinale. nel Lazio abbiamo 400 mila persone senza vaccino, possono sembrare poche rispetto a una popolazione di sei milioni di abitanti, ma in termini assoluti è un numero altissimo”.

Parole che ricevono un consenso trasversale visto che anche il deputato di Forza Italia, Gianfranco Rotondi dice: “Penso che l’assessore regionale del Lazio D’Amato abbia ragione:senza obbligo vaccinale non se ne esce. Sin dall’esordio della pandemia ho citato il precedente del colera del 1973 e con molto ritardo arriviamo a quella conclusione”. E il senatore Udc, Antonio Saccone, sottoscrive: “E’ giunto il momento di una scelta politica ed istituzionale importante: rendere obbligatorio il vaccino. Per tutti”. 

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