L’idea di chiudere Bosforo e Dardanelli per impedire la guerra

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Intervista all’ammiraglio Cem Gurdeniz, figura chiave nelle rivendicazioni turche nel Mediterraneo orientale ed esperto di strategia militare: “Ancora una volta la Turchia si trova tirata in mezzo per la sua posizione ma Ankara può chiudere il passaggio di navi di Paesi in guerra.

Bosforo

AGI – “I sottomarini russi nel Bosforo non si sono mai visti, neanche al picco della Guerra Fredda, ai tempi di Brezhnev”. L’ammiraglio Cem Gurdeniz, seppur in pensione rimane un personaggio energico che non si tira indietro quando c’è da analizzare gli sviluppi geopolitici che riguardano il proprio Paese. Considerato il ‘padre’ della teoria della ‘Patria Blu’, la dottrina sposata dal governo del presidente Recep Tayyip Erdogan per far valere le rivendicazioni turche nel Mediterraneo orientale, non si può però dire sia vicino al governo turco.

Indagato e incarcerato dopo il golpe del 2016, è tornato in carcere la scorsa primavera per una polemica con il governo legata a Kanal Istanbul, il mega progetto con cui Erdogan vuole unire Mar Nero e Marmara attraverso un istmo che, secondo l’ammiraglio violerebbe la convenzione di Montreux del 1936 che regola il traffico attraverso gli stretti del Bosforo e Dardanelli.

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“Stiamo assistendo all’ultimo capitolo della Guerra Fredda e ancora una volta la Turchia si trova tirata in mezzo per la sua posizione strategica. Montreux parla chiaro, Ankara può chiudere Dardanelli e Bosforo al passaggio di navi di Paesi in guerra”, dice in un’intervista all’AGI parlando delle conseguenze che un conflitto potrebbe avere nei prossimi giorni.

Al momento è interessante notare quanto avvenuto nei giorni passati, mentre di recente le navi russe hanno iniziato ad attraversare il Bosforo anche di notte, in orari tra i più disparati. “Il passaggio di imbarcazioni militari segue una logica ben precisa, prima sono passate navi militari per trasporto di mezzi e uomini, poi un sottomarino e una nave da salvataggio per l’equipaggio a bordo. Si tratta di una prova di forza, se non attaccano quantomeno si mostrano i muscoli. Le esercitazioni del 13 gennaio hanno mostrato il limite che da Odessa, il principale porto ucraino, non deve essere valicato. Oltre quel limite si viene colpiti”, spiega l’ammiraglio Gurdeniz.

Una attività fuori dal comune per il Mar Nero, con il passaggio di navi partite dal polo nord, dai porti Severamorsk, Murmansk, mare del Nord, Baltico dirette, secondo l’ammiraglio, verso i porti della Crimea sotto controllo russo, Mariopol e Nikolajev. “La Russia non si può permettere di cedere sull’Ucraina e ha lanciato tre segnali: ‘non avvicinatevi ai nostri confini’, ‘ritirate i missili Nato montati a Devesul’ (in Romania ndr), ma sopratutto ‘giu’ le mani da Georgia e Ucraina’.  Siamo allo scontro perché Mosca dopo le Repubbliche Baltiche divenute indipendenti e l’ingresso nella Nato di Romania e Bulgaria non cedera’ un centimetro sull’Ucraina”, in pratica l’ultimo capitolo della Guerra Fredda, dietro cui ci sarebbero sempre gli Stati Uniti.

“L’America non è mai stata debole come ora, abbiamo visto l’autorità centrale è stata delegittimata dal movimento Black Lives Matter e l’assalto a Capitol Hill. Questa debolezza ha creato una frattura con i più grandi Paesi Nato Europei. L’interventismo della Casa Bianca in Ucraina, le provocazioni alla Russia, il soffiare sul fuoco dei media americani, l’invio di militari sono un modo per ricordare ai Paesi Europei che senza gli Usa non possono opporsi alla Russia”, spiega Gurdeniz.

“Mai provocare la Russia” dice un vecchio proverbio che l’ammiraglio torna a citare come consiglio. Un consiglio che Erdogan vorrebbe seguire. Il presidente si è schierato contro le decisioni prese dalla Russia in Ucraina, e non prenderà le distanze dalle posizioni della Nato, ma negli ultimi mesi e in questi giorni si sta dando molto da fare per allentare la tensione e portare attorno a un tavolo i presidenti di Russia e Ucraina.

“Non è vero che la Turchia è obbligata a stare con l’Ucraina, la Turchia può scegliere la neutralità proprio grazie agli accordi di Montreux e chiudere il passaggio alle navi di Paesi in guerra. Montreux rimane la più grande garanzia all’autonomia della Turchia. Abbiamo chiuso il passaggio a navi americane e tedesche durante la seconda guerra mondiale e possiamo farlo ancora” ricorda l’ammiraglio.

 

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