Lidia Menapace (1924-2020). Ciao, Lidia

Politica

Di

CIAO, LIDIA

Staffetta partigiana, fu nel Dopoguerra esponente della DC. Nel 1968 compì “una scelta marxista”. Nel 1969 prese parte alla fondazione de il manifesto. Ha sempre rappresentato un punto di riferimento per il dissenso cattolico e i movimenti femminista e pacifista. 

di Paolo Ferrero, già segretario nazionale

del PRC e Ministro del Lavoro del Governo Prodi II 

TORINO – Lidia, che ci ha lasciato stamattina, non ha solo vissuto una vita lunga ma ha saputo vivere da protagonista. Innanzitutto protagonista di se stessa. Lidia non si è lasciata scegliere ma ha scelto. Ha scelto, giovanissima, la lotta partigiana. Pacifista antimilitarista, femminista – ha scelto, dopo essere cresciuta in un ambiente cattolico e aver ricoperto incarichi pubblici per la Democrazia Cristiana – la sinistra, il marxismo, il comunismo. Senatrice per Rifondazione Comunista, mi piace ricordarla quando nel 2008, a 84 anni si è iscritta a Rifondazione Comunista, accettando di entrare a far parte degli organismi dirigenti e poi di dirigere il mensile Su la testa. Lidia non si è iscritta a Rifondazione quando eravamo un partito sulla cresta dell’onda ma dopo la sconfitta della sinistra arcobaleno del 2008, per sostenere la necessità di cambiare decisamente linea politica e di praticare la svolta in basso a sinistra che proponemmo al congresso di Chianciano.

    In questa capacità di fare scelte controcorrente vi è molto della Lidia che ho conosciuto: fragile nell’aspetto, articolata e creativa nel ragionamento, pacatamente decisa ed inflessibile nelle scelte.

    Lidia era pacifista ed antimilitarista, fino in fondo. Non solo nelle proposte politiche ma anche sul piano simbolico e nei comportamenti. Era solita polemizzare con chi utilizzava parole tratte dal lessico della guerra e proponeva con un sorriso di utilizzare la parola lotta invece della parola battaglia.

    Lidia era femminista e comunista, fino in fondo. Lo era nella piena consapevolezza della non coincidenza delle due cose. Lidia ci ha insegnato che la lotta per il comunismo deve accompagnarsi – esplicitamente – con la lotta al patriarcato. Perché non basta lottare per il superamento delle differenze di classe e per il superamento dello sfruttamento del lavoro e della natura: occorre lottare per il superamento di ogni ruolo sociale gerarchico che si riproduca nella società. Con un sorriso ti faceva notare che – consapevole o inconsapevole – ti stavi muovendo su un terreno tipico dell’immaginario maschile scambiandolo per un terreno neutrale.

    Con un sorriso perché la capacità di Lidia di fare scelte nette, controcorrente e che coinvolgevano l’intera esistenza, si accompagnava ad una grande gentilezza, che parlava di una grande serenità d’animo.

    Di questa comunista libertaria, indignata ma non incattivita, oggi piangiamo la scomparsa e lo facciamo con un tocco di malinconia in più per il dover sottolineare l’essere comunista di Lidia, l’essere iscritta al Partito della Rifondazione Comunista. Lo dobbiamo sottolineare perché sui giornali main stream questi “piccoli” fatti, vengono taciuti.

    Lo facciamo convinti che Lidia ne sia felice, che non si vergogni della nostra pedanteria. Perché adesso che non può più scegliere, sarà felice che almeno non ne venga “normalizzata” la memoria. Perché come ci diceva Walter Benjamin, “neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se egli vince. E questo nemico non ha mai smesso di vincere”.

    Per questo ricordiamo e ricorderemo Lidia militante comunista e vogliamo pensare che quando ci ha lasciati stamattina lo abbia fatto con il sorriso sulle labbra, quel sorriso che l’ha accompagnata in questa lunga vita piena di anni e di significato.

    Ciao Lidia, siamo contenti di aver potuto condividere un po’ della tua esistenza e di essere stati riconosciuti come tuoi compagni e compagne. Che la terra di sia lieve.

           

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