L’Italia in fiamme,  anzi il pianeta in fiamme. L’on. Nunzio Angiola propone una normativa più severa

Ambiente, Natura & Salute

Di

Giovanni Mercadante 

L’on. Nunzio Angiola a favore di una legge più severa contro la bruciatura delle stoppie

Continuano le azioni scellerate di delinquenti ambientali. Non si può immaginare che sia colpa del caldo torrido di queste ultime settimane che ha raggiunto picchi di oltre 42 gradi centigradi. C’è per forza la mano lesta dell’incendiario, difficile da individuare e coglierlo in flagranza di reato. I roghi sono provocati da piromani con l’intento di arrecare danni all’ambiente, e con   scopi decisamente distruttivi.

Diciamolo anche in maniera chiara e senza peli sulla lingua. C’è una regia occulta che si manifesta con un disegno criminoso con fini economici per mettere in azione tutto il sistema antincendio nazionale. Se qualcuno fa finta di non aver capito, è ora di aprire definitivamente gli occhi e di porre fine a questo scempio che si ripete puntualmente ogni anno, senza che i vertici governativi nazionali,  regionali e comunali  provvedano ad emanare norme severe.

Una cosa dev’essere chiara nella normativa da aggiornare: la bruciatura delle stoppie dev’essere bandita da nord a sud in ogni momento dell’anno. Le aziende agricole,  i privati devono bonificare i terreni a rischio pieni di stoppie, erba secca,  all’inizio della stagione estiva (maggio) e tenere alta la guardia per evitare rischi di incendi. Non è più tollerabile giustificarsi “così facevano in passato”.

On. Nunzio Angiola

I contadini in passato soggiornavano nelle campagne per tutto il periodo della stagione della mietitura. Se incendiavano le stoppie, loro erano presenti sul posto per evitare danni irreparabili. Questi incendi dolosi non avvenivano così frequenti e altamente distruttivi in  passato. Oggi,  sebbene la tecnologia   è in grado  col GPS di localizzare anche una formica dall’alto, non si riesce a monitorare il territorio 24H. Ci sono persone che probabilmente appiccano  roghi in più punti poco accessibili per far  scattare l’intervento di volontari e  di aerei antincendio per favorire un sistema economico lucroso, a danno dell’ambiente e di tanti residenti in zone di villeggiatura, praticamente attaccando soprattutto le aree boschive. Quest’anno, in poche settimane sono state incendiati e distrutti vasti territori boschivi: la Sardegna innanzitutto, e poi la Puglia, la Calabria  e tante altre zone.

Attualmente il conduttore agricolo possiede macchine agricole confortevoli che gli consentono di tornare a casa dopo aver svolto le operazioni quotidiane. Quindi se qualcuno dopo aver acceso le stoppie, lascia incustodita la campagna, il danno è inevitabile. Dove si avvista un rogo, si dovrà chiamare in causa anche il confinante con la sua responsabilità.

Roghi che mandano in fumo centinaia  di ettari di boschi e macchia mediterranea. Un tema sentito e un grido di dolore quasi unanime del mondo agricolo che non lascia indifferente l’onorevole Nunzio Angiola, il partito dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Il deputato di Azione analizza la situazione, evidenziando quelli che sono i drammatici dati.

“Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio disastro, gli incendi che in questi ultimi giorni hanno devastato una buona parte del territorio impoveriscono non solo a livello paesaggistico, ma anche economico la nostra regione.

Ci sono comparti come quello agricolo, agro-pastorale e zootecnico, che non possono essere ignorati nel loro grido di dolore”.

L’onorevole Angiola fa appello a Regione e Ministero delle Politiche Agricole, “affinché si attivino immediatamente per una perimetrazione delle aree colpite, una ricognizione dei danni e per accordare immediate forme di aiuto a chi, con questi roghi, rischia di mandare in fumo anni ed anni di lavoro e sacrifici.

Penso ad agricoltori ed allevatori impossibilitati a proseguire la loro attività anche a causa di mancanza di liquidità che può metterli in ginocchio per sempre.

Davanti a questo dramma non si può girare la testa dall’altra parte e come Azione sollecitiamo interventi urgenti e precisi, anche per il ripristino del patrimonio boschivo.

Fondi e misure regionali e del PNRR consentono l’immediata attuazione di interventi che non possono essere procrastinati “, continua il deputato di Azione, che tocca anche un altro tema, quello relativo all’incendio di stoppie.

“Nei giorni scorsi ho letto con attenzione una lettera a firma di un gruppo di studenti del Dipartimento di Agraria dell’Università di Foggia, i quali hanno inteso bocciare in modo chiaro e netto la pratica della bruciatura delle stoppie e dei residui colturali, bollata come “anacronistico retaggio del passato, retaggio di una cultura di assai difficile sradicamento che non andrebbe più né blandita, tanto meno incoraggiata”.

Per questo gli studenti di Agraria hanno bacchettato la Regione Puglia ed in particolare i titolari delle deleghe all’Agricoltura e all’Ambiente, affinché tengano un atteggiamento più vigile, attento e diligente in merito a questa atavica questione.

“La bruciatura delle stoppie e dei residui colturali non è più accettabile, se non in casi eccezionali, e condivido pienamente quanto affermato in quella lettera aperta gli studenti di Agraria dell’Università di Foggia. Lo sviluppo di un territorio non può prescindere da una transizione ecologica che non sia solo nelle parole e negli spot di chi poi con i fatti si dimostri assolutamente incapace di gestire la problematica. La Regione Puglia sta dimostrando per l’ennesima volta di essere incapace di contrastare questo fenomeno”, è la chiosa dell’onorevole Nunzio Angiola di Azione, il partito dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Redazione Corriere Nazionale

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