Lo sfascio di Palermo

Sicilia

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L’immondizia non raccolta e l’opposizione di centrodestra e grillini che non c’è

 

In una città civile, davanti a una città che affonda nei rifiuti, con i cittadini nauseati e disperati che danno fuoco all’immondizia, ci si sarebbe aspettati un’azione forte delle associazioni dei consumatori e delle opposizioni per far restituire ai cittadini una parte della TARI, come avvenuto a Roma. Ma a Palermo sembra non esistano né associazioni dei consumatori, né opposizione in Consiglio comunale…  

Ma il sindaco di Palermo fa mai un giro per la città? Si è accorto dello stato di degrado in cui versano le strade piene di buche? Si è accorto che in tante strade e in tanti marciapiedi i rifiuti maleodoranti rimangono non raccolti per giorni e giorni? Lo sa che ci sono vie della città trasformate in discariche a cielo aperto? Qualcuno gli ha fatto notare che dal degrado non si salva nemmeno Mondello, che pure in estate, visto che è la spiaggia dei palermitani, dovrebbe essere tenuta con un minimo di decoro?

Ce lo chiediamo perché mai, come in questi giorni, Palermo appare trasandata, sporca, quasi abbandonata.

Sulla rete i difensori d’ufficio dell’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Leoluca Orlando provano a dare le solite, stanche giustificazioni: i palermitani sono sporchi, lasciano l’immondizia per strada, non fanno la raccolta differenziata dei rifiuti e via proseguendo con le lamentazioni.

Che Palermo non sia una città dove la pulizia sia al primo posto se n’era accorto anche Goethe: girando per la città, notò che gli escrementi dei cavalli venivano lasciati lungo le strade. Chiese spiegazioni: gli risposero che le feci degli animali “addolcivano” le strade, che allora erano tutte di acciottolato, consentendo alle carrozze di ridurre gli scossoni lungo il tragitto…

Stiamo tornando ai tempi di Goethe? In effetti, se si percorrono le strade attorno al Teatro Massimo, beh, le buche non danno tregua. E pensare alla soluzione illustrata dal grande scrittore tedesco non è poi così lontano dalla realtà

Ormai lo sfascio delle strade di Palermo è così ‘normale’ che viene considerato un dato di fatto, quasi una punizione divina per i troppi peccatori che ci sono in giro. Anche se le malelingue sussurrano che, alla fine, chi ci guadagna c’è: chi vende le gomme delle auto e delle moto (escludiamo le biciclette perché a Palermo le piste ciclabili si realizzano sui marciapiedi, al posto dello spazio riservato ai pedoni, ai quali si richiedono le ali…).

Ma la vera palla al piede di Palermo è l’immondizia. Se ne sono accorti perfino alcuni dei vecchi sostenitori di Orlando, che ormai si sono stancati di andare dietro all’attuale sindaco. In effetti la storia è strana. La Rap – l’Azienda comunale che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, opera con mille e 840 dipendenti. Ci sono città italiane che, in proporzione, hanno meno dipendenti: ma, al contrario di Palermo, sono pulite.

Anche la raccolta differenziata dei rifiuti sembra una sceneggiata. Partita nel 2009, con un progetto del Ministero dell’Ambiente – allora sindaco era Diego Cammarata, centrodestra – coinvolgendo poco più di 100 mila abitanti, questa modalità di raccolta e gestione dei rifiuti non è mai, di fatto, decollata.

Lo scorso anno è partito il secondo step, ovvero l’aumento di cittadini chiamati ad effettuare la raccolta differenziata. Solo che succedono cose molto strane. In molte vie della città sono spariti i cassonetti, ma ci sono cittadini che sostengono di non sapere cosa fare: non sono coinvolti nella raccolta differenziata e non sanno dove buttare l’immondizia. Possibile?

Sembra un’assurdità: fatto sta che in molte zone della città tratti di strade e marciapiedi sono diventati discariche. Il Comune di Palermo si è adeguato: ogni cinque-sei-sette giorni passa ora un normale mezzo della Rap, ora una pala meccanica (in certe aree della città si accumulano, infatti, montagne di immondizia: da qui il ricorso alla pala meccanica).

L’aspetto incredibile di questa storia è che lungo le strade e nei marciapiedi finisce anche la cosiddetta frazione umida dei rifiuti: residui alimentari, ma anche altre sostanze organiche. In inverno e un po’ meno in primavera lo spettacolo e ciò che ne deriva in termini di cattivi odori nauseanti, ma ci si fa l’abitudine. Del resto, la gestione dei rifiuti, in termini politici, è lo specchio della politica che amministra una comunità: ed è difficile, guardando al contesto di Palermo, inquadrare la sporcizia del capoluogo siciliano come un elemento estraneo a chi non riesce a liberare la città dalla stessa immondizia…

Ma in estate – e da qualche settimana a Palermo è già estate – tutto si complica: perché aumenta il cattivo odore e aumenta il pericolo di rischio sanitario. Eppure questo scenario – che non è campato in aria – non sembra preoccupare nessuno.

Così come viene ormai dato per normale il fatto che la notte i cittadini esasperati diano fuoco all’immondizia appestando l’aria con veleni (per esempio diossina: ma non è l’unica sostanza tossica).

E allora? Ora, se i cittadini di Palermo che buttano i rifiuti per strada lo fanno per inciviltà e per maleducazione, ebbene, non sarebbe difficile piazzare le telecamere e multare chi si comporta così. Ma il fatto che, da un anno, nessuno fa nulla e, anzi – come già accennato – si fa ricorso alle pale meccaniche per rimuovere questa immondizia, beh, lascia pensare che, alla fine, i cittadini potrebbero non avere tutti i torti…

Destano impressione, poi, i modi con i quali i cittadini si sbarazzano dei cosiddetti rifiuti ingombranti: letti, materassi, armadi, sedie, reti e quello che di altro capita. Qua e là si formano delle piccole aree di accumulo di questi rifiuti che, pure, in buona parte, potrebbero essere riciclati (si pensi al legno e al ferro).

Anche in questo caso, non sarebbe difficile individuare chi si comporta così: ma il fatto che questo non avvenga fa riflettere. E fa pensare che possa essere il Comune a non essere in grado di organizzare il servizio.

In questa storia ci sono due elementi che rimangono incomprensibili. E’ incomprensibile come, davanti a un servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti oggettivamente fallimentare, il Consiglio comunale di Palermo abbia addirittura approvato un aumento della TARI!

La Tassa per l’immondizia, nelle città civili, è commisurata al servizio: se il servizio funziona i cittadini pagano, se il servizio non funziona le associazioni dei consumatori intervengono a tutela dei cittadini.

Ma a Palermo, a quanto pare – e qui arriviamo al secondo dato incomprensibile – non esistono le associazioni di consumatori e non esistono partiti politici di opposizione. A governare la città, è noto, è il centrosinistra, se è vero che Leoluca Orlando è un tesserato del PD ed ha gestito con l’ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, la campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane del 2017: per non parlare delle elezioni politiche nazionali, quando Orlando ha candidato un proprio stretto collaboratore, sempre con il PD.

Ma se Orlando amministra con il PD, non si può dire che a Palermo il centrodestra faccia opposizione: anzi. E’ noto a tutti che il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, abbia in tutti i modi cercato un accordo con il centrosinistra: progetto fino ad oggi mezzo naufragato.

Anche quella dei grillini non sembra una grande opposizione: certo, il gruppo consiliare ha subìto una scissione e altre polemiche interne. Ma il Movimento 5 Stelle di Palermo esiste: un eventuale azione politica a tutela dei cittadini – per esempio, un’azione per la restituzione di una parte della TARI ai cittadini, come avvenuto a Roma in presenza di un disservizio del Comune, in materia di gestione dei rifiuti, uguale a quello che si registra a Palermo – avrebbe potuto essere messa in campo.

Ma la verità – altrettanto oggettiva almeno quanto i rifiuti che sommergono Palermo – è che i grillini, quando c’è di mezzo l’amministrazione comunale di Palermo, al massimo, si limitano ad un’opposizione di parole e di fotografie su Facebook. Ma di azioni concrete a tutela dei cittadini di Palermo non se ne parla.

Quando si tratta dei disservizi del Comune di Palermo diventano ambigui i consiglieri comunali grillini della città: diventano ambigui i parlamentari regionali grillini: e diventano ambigui anche i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle di Palermo…         

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