L’Onu avvertì: “Al Quaeda presente nel Paese”

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Rapporto del Consiglio di Sicurezza di maggio scorso: “Il Paese continua a ospitare una serie di gruppi armati comprendenti combattenti terroristi stranieri che si presume siano alleati con i talebani, Al-Qaeda e l’Isis”

AGI  – “Un gran numero di combattenti di Al-Qaeda e altri estremisti stranieri allineati con i talebani si trovano in varie parti dell’Afghanistan” ed “è impossibile dire con certezza che i talebani manterranno l’impegno di eliminare ogni futura minaccia internazionale da parte di Al Qaeda in Afghanistan”. È quanto si legge in un documento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite datato 20 maggio 2021. 

“Una parte significativa della leadership di Al-Qaeda risiede nella regione di confine tra Afghanistan e Pakistan”, si legge ancora nel documento in cui viene spiegato che talebani e membri di Al-Qaeda agiscono insieme attraverso la rete Haqqani. “I legami tra i due gruppi – viene precisato – rimangono stretti, sono basati sulle stesse posizioni ideologiche e su lotte comuni e matrimoni misti”.

Nel rapporto è inoltre evidenziato che “la situazione riguardante la sicurezza in Afghanistan rimane tesa e impegnativa come mai nella storia recente. Vi è incertezza attorno al processo di pace e i talebani reggono di fronte alle pressioni delle forze di sicurezza afghane”. “Il Paese – si legge ancora – continua a ospitare una serie di gruppi armati comprendenti combattenti terroristi stranieri che si presume siano alleati con i talebani, Al-Qaeda e l’Isis”. 

 La situazione in Afghanistan era peggiorata già nel corso del 2020 con l’aumento delle violenze da parte dei talebani che controllavano buona parte del Paese. Lo evidenzia un rapporto delle Nazioni Unite datato maggio 2021. Vi si legge, in particolare, che “all’indomani dell’inizio dei negoziati di Doha (fra talebani e governo afghano, ndr) vi e’ stata un’ondata di violenze e omicidi da parte dei talebani.

Tra le vittime, funzionari del governo afghano, ma anche donne, attivisti per il rispetto dei diritti umani e giornalisti. Le Nazioni Unite hanno registrato una crescita significativa di episodi nel 2020. Gli omicidi sono infatti passati da 780 nel 2019 a 996 nel 2020, pari a +28%”, e “secondo il gruppo di monitoraggio circa l’85% di questi portava la firma dei talebani. In molti casi le vittime erano persone che si erano opposte ai talebani o che avevano ricevuto minacce dal movimento”. Tutto questo, osserva il documento, a fronte di un declino dell’arruolamento nell’esercito afghano e di un numero invariato delle reclute nel movimento talebano.

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