Lunedì nero a Wall Street: DJ -2%, S&P -3,12% e il Nasdaq affonda con un -4,29%

Economia & Finanza

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Continua la fase ribassista con gli investitori sempre preoccupati per le implicazioni di una politica monetaria globale più restrittiva

© Afp –  Wall Street

AGI – Altra seduta in netto calo per Wall Street, che continua la fase ribassista con gli investitori sempre preoccupati per le implicazioni di una politica monetaria globale più restrittiva sullo slancio della crescita economica.

Il Dow Jones ha terminato le contrattazioni con una flessione dell’1,99% a 32.245 punti; l’S&P 500 è arretrato del 3,12% a 3.994 punti, ai minimi da aprile 2021. Più pesante il parziale del Nasdaq (-4,29% a quota 11.623 punti) con i titoli del comparto tecnologico più sensibili alla stretta monetaria varata dalla Federal Reserve

. A incupire ancora di più il clima sul mercato statunitense ci hanno pensato i segnali di un rallentamento dell’attività economica in Cina, ancora alle prese con i rigidi lockdown per contrastare la diffusione del Covid; senza tralasciare il pessimismo sulle prospettive di una via d’uscita per il conflitto in Ucraina. Sul fronte macroeconomico, il focus della settimana è sull’inflazione negli Usa a maggio (in arrivo mercoledì) che potrebbe influenzare il ritmo della stretta della Fed.

Passando all’andamento dell’azionariato, si segnala il crollo di Rivian (-20,88%) dopo che Ford ha venduto 8 milioni delle azioni in suo possesso e le voci secondo cui un altro anonimo venditore, che molti sospettano possa essere Amazon, starebbe pianificando di cederne altri 12 milioni.

Sulla scia di Rivian, che ha bruciato oltre due terzi del proprio valore dalla sua quotazione a novembre, si sono scatenate vendite a catena su tutti i produttori di auto elettriche: Tesla -9,07%, Lucid Group -9,92% e Lordstown Motors –6,54%.

Sul Nasdaq le vendite hanno colpito molte ‘Big’ come Amazon -5,21%, Apple -3,32% e Meta Platforms -3,71%.

Per le materie prime, invece, si registra la chiusura in netto calo del petrolio al Nymex, dove il Wti ha perso il 6,09% a quota 103,09 dollari al barile mentre il Brent è arretrato del 5,74% a 105,94 dollari. Le quotazioni del greggio risentono dei ripetuti lockdown varati dalla Cina, il principale importatore di petrolio, che alimentano le preoccupazioni per le prospettive della domanda nel breve e medio termine. Inevitabili le ripercussioni sui titoli delle principali società energetiche: Chevron –6,63%, ExxonMobil –7,85% e ConocoPhillips –9,75%.

Continuano intanto a salire i tassi sui titoli del Tesoro Usa. I rendimenti dei bond federali decennali hanno segnato nuovi massimi dal 2018, con un picco intraday del 3,20% per poi ritracciare poco sopra quota 3%. Infine, per quanto riguarda i cambi, prosegue il buon momento del dollaro sulle principali divise internazionali, a partire dal rafforzamento nei confronti dell’euro che ha archiviato la giornata in flessione rispetto al biglietto verde attorno a quota 1,0530 dollari. Pesante battuta d’arresto anche per il Bitcoin, la principale delle monete virtuali, arrivato a perdere anche quasi il 10% scivolando sotto quota 31mila dollari (30.904), ai minimi da luglio 2021. Nelle ultime quattro settimane, Bitcoin ha perso quasi il 25% del suo valore. Negli ultimi 12 mesi, il suo prezzo e’ sceso di oltre 40 punti percentuali.

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