Ma il Nobel per la letteratura è un premio alla carriera?

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di Cristiano de Majo
Ne parlavamo l’altra sera con amici a cena e non è che avessimo le idee così chiare. Io stesso non saprei dare una risposta certa alla domanda: che cosa viene premiato esattamente con il Nobel alla letteratura? La carriera complessiva di un autore? La sua sintonia con lo spirito del tempo? Un libro in particolare? La risposta di Alfred Nobel nelle sue ultime volontà non è di grandissimo aiuto: «To the person who, in the field of literature, produced the most outstanding work in an idealistic direction», disse lui nel 1895. Ma prendiamo i due vincitori appena annunciati di quest’anno, anzi degli ultimi due anni, visto che nel 2018 il premio non fu assegnato per uno scandalo sessuale all’interno dell’Accademia di Svezia: Olga Tokarczuk e Peter Handke.

Rispetto alla domanda iniziale offrono due risposte praticamente opposte: la vincitrice del non ancora assegnato premio del 2018 è una scrittrice non esattamente sconosciuta, ma con una fama e una diffusione ristrette all’ultimo paio d’anni: in Italia è stata pubblicata per la prima volta nel ’99 da e/o anche se è solo con la vittoria dell’International Man Booker Prize nel 2018 di Flights (in Italia I vagabondi, Bompiani), che ha ricevuto un’attenzione più diffusa. Discorso completamente diverso per Handke, che ha vissuto il suo apice di celebrità letteraria tra gli anni ’80 e i ’90, per poi pian piano veder diminuire la propria rilevanza. I due premi si offrono dunque a due obiezioni opposte: per la Tokarczuk quella della sua relativamente giovane età (57 anni) rispetto a un premio alla carriera; per Handke quella di uno scrittore la cui brillantezza va cercata nel passato.

Se il Nobel per la pace è l’unico che ha un collegamento più stretto con il momento in cui viene dato, da Arafat a Greta Thunberg, quelli per la Fisica, la Chimica o la Medicina hanno almeno una ratio riconoscibile: premi gli inventori delle batterie ricaricabili in un momento in cui il tema ambientale è al centro dell’attenzione globale; premi gli astrofisici che hanno scoperto i primi esopianeti in un momento in cui la ricerca spaziale è anch’essa tornata al centro dell’attenzione globale. Se quella indicata da Nobel è una “direzione idealistica”, perché allora premi Peter Handke nel 2019?

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