Malarie occidentali

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Caravaggio_Bacchino_malatoOggi mi propongo di trattare un argomento delicato che non ho visto comparire per nulla sui media mainstream italiani ed europei, salvo qualche marginalissima eccezione: ovvero il fatto che alcuni ricercatori cinesi dell’università di Qingdao hanno effettuato in gennaio e febbraio dei trial dai quali risulta l’efficacia della clorochina ( qui )  nel contrastare il Covid 19 e specialmente le sue manifestazioni polmonari. Ora questa cosa è ovviamente tutta da approfondire, ma di certo non va esclusa tout court come si sta facendo. Anzi  quando il professor Didier Raoult, scopritore della famiglia di mimivirus ed esperto di livello mondiale in fatto di malattie infettive, ha sollecitato ricerche sugli effetti di questo composto (vedi qui)  normalmente usato per la profilassi malarica (probabilmente molti di noi l’avranno presa per qualche periodo) e anche per contenere la proliferazione di alcune famiglie virali,  attorno a lui e a qualche altro collega sparso per il continente che gli ha dato manforte, è calato un silenzio di tomba. Ma la reazione dei ricercatori, nei pochi casi in cui c’è stata, è apparsa piuttosto strana e tale da indurre il sospetto che proprio non se ne voglia sapere nulla: si è infatti lasciata cadere la cosa con il pretesto che la clorochina ha notevoli effetti collaterali. Assolutamente vero, ma questo non toglie che ogni anno milioni di persone che vanno in zone a rischio malarico la prendano, spesso associata ad altri farmaci,  per un periodo di tempo certamente molto superiore a quello indicato nei trial cinesi  per contenere il virus, ovvero 10 giorni.

Naturalmente io posso giudicare solo da osservatore, ma noto che mentre si mettono in giro favole assolute, come il fantomatico vaccino israeliano, ampiamente riportate dalla stampa cogliona che esiste si, ma è sperimentato solo sui polli e per coronavirus dei polli ( ma in fondo potremmo anche esserlo) che niente hanno a che vedere con il Covid 19, mi chiedo che cosa ci sia dietro questa congiura del silenzio. Il catastrofismo mediatico al quale si sono prontamente convertiti tutti, compresi quelli che di solito resistono alla tentazione di fare coro e mucchio, dovrebbe spingere non a sottovalutare le possibili cure, anzi al contrario a sopravvalutarle e a investirle di speranze per lo più indebite e a volte miracolistiche. Dunque che cosa si oppone a prendere in considerazione anche la clorochina che peraltro viene già usata contro i virus erpetici e dunque non è come curare il cancro col bicarbonato come è purtroppo accaduto in questo disgraziato Paese? Diciamo che le ragioni sono due, la prima è che le ricerche sono state condotte esclusivamente in Cina, da ricercatori che hanno pubblicato i loro risultati su riviste specialistiche cinesi e non in una “prestigiosa” rivista peer-reviewed occidentale, il che non è solo una ferita per l’ego di quelli che ancora si ritengono i padroni del mondo, ma spezza una sudditanza finora assolutamente comoda per tenere sotto controllo ciò che si fa altrove, magari appropriarsene e imporre in cambio della pubblicazione qualche nome di contorno tanto per fare presenza, ribadire il potere e fare i propri giochi accademici. Non è un caso che della clorochina non si parli , ma essa venga usata  quasi sottobanco alla periferia dell’impero, ovvero in Lombardia dove sembra aver già dato risultati positivi. Questo però è solo il contesto socio scientifico del silenzio: la ragione vera è che la clorochina  costa pochissimo tra i 10 e i 30 centesimi a pillola e per di più i suoi brevetti sono ampiamente scaduti: dunque semmai si dimostrasse una sua reale efficacia le multinazionali farmaceutiche che già sbavano per l’epidemia, si vedrebbero togliere di bocca un gigantesco osso. Peraltro, ve lo dico en passant, si sta valutando, ma ancora i risultati non sono stati pubblicati, anche la possibile azione della quercetina  una sostanza con proprietà immunomodulanti utile contro le infiammazioni, le virosi, le aggregazioni piastriniche, i disturbi venosi e che entra anche nei cocktail delle chemioterapie anticancro, ma che comunemente viene liberamente  venduta come generico antiossidante. Disgraziatamente anche questa ha un costo abbastanza contenuto. Forse è per evitare che questo tipo di cure a basso costo entrino prima o poi nell’armamentario medico che si è dichiarata la pandemia, a situazione immutata, anzi in regresso rispetto all’inizio, ma strumento che permetterà di usare vaccini non sperimentati e in grado quindi proporre utili all’altezza delle aspettative.

Ora io non so se la clorochina possa davvero funzionare e in quale misura, ma nel momento stesso in cui si fanno le più fosche e millenaristiche previsioni, basate peraltro su un sostanziale fraintendimento dei dati cui nessuno si sottrae,  non si vede perché non si debbano studiare a fondo tutti i composti che sembrano avere un effetto positivo anche se il loro prezzo non consente soddisfacenti speculazioni le operazioni mercato come di solito accade. Ma se anche un azione benefica di qualche sostanza  fosse dimostrata i poteri che stanno soffiando sul fuoco in vista di interessi molto diversi dalla salute pubblica non ce lo direbbero adesso: prolungare il periodo fra il segnale in questo caso l’epidemia e la sua possibile cura o comunque attenuazione venne chiamata da Pavlov “inibizione transmarginale” e serve a spezzare la resilienza delle persone che nell’attesa e nella paura diventeranno più docili. Già lo si vede chiaramente.

 

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