Manovra: Tria, le tre riforme insieme ma gradualmente

Economia & Finanza

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Reddito, flat tax e fornero. ‘Spero spread scenda ancora’

‘Ci sono margini per far partire le varie riforme, ovviamente si stanno mettendo a punto, tutto questo verra’ fatto gradualmente nel corso della legislatura. C’e’ ovviamente un bilanciamento, se dare piu’ l’accento su una o l’altra riforma, ma partiranno tutte e tre’, ha detto il ministro dell’economia Giovanni Tria al termine dell’Ecofin, con riferimento al reddito di cittadinanza, alla flat tax e alla modifica della legge Fornero. ‘Speriamo che chiarendo quali saranno i limiti del nostro bilancio, come e’ stato dichiarato da tutto il governo, la discesa dei tassi, cioe’ dello spread, continui come accaduto questa settimana e quindi questo consentira’ di fare nuove stime’, ha aggiunto.

‘E’ evidente che i mercati per un certo periodo non hanno creduto alle dichiarazioni ufficiali del governo reiterate anche ad agosto, forse oggi cominciano a crederci, per fortuna adesso si passa dalle dichiarazioni alle azioni e quindi c’e’ ottimismo su come i mercati’ si comporteranno in relazione alle scelte dell’Italia sulle finanze pubbliche. Il ministro dell’economia Giovanni Tria, al termine delle riunioni informali dei ministri finanziari europei, gioca la carta dell’ottimismo e,pur senza svelare i target di deficit, ancora oggetto di un difficile negoziato politico all’interno del governo, non nasconde la soddisfazione per il dialogo in corso con la Commissione europea che da meta’ ottobre dovra’ valutare la nuova ‘finanziaria’. Non solo: conferma che le tre riforme annunciate (flat tax, reddito di cittadinanza ed eta’ pensionabile) saranno avviate ‘gradualmente’ lungo l’arco dell’intera legislatura. E precisa: ‘La discussione politica verte anche su quali riforme possono avere un effetto migliore sull’accelerazione del tasso di crescita e quindi che cosa e’ meglio anticipare’.

Il ministro del Tesoro spiega il silenzio sulle cifre, sugli obiettivi contabili della prossima legge finanziaria. A piu’ riprese i giornalisti chiedono lumi: la manovra 2019 avra’ l’obiettivo di un deficit nominale compatibile con un miglioramento strutturale attorno all’1,6%-1,7% del pil, sara’ attorno al 2% o appena sotto il 3% come era stato accarezzato da Salvini e Di Maio nel pieno dell’estate? Per la definizione del target di deficit nominale nel 2019 e per la manovra sui conti pubblici il Tesoro dovra’ tenere conto di quanto avvenuto ad agosto relativamente all’andamento degli spread. Tuttavia il ministro si dichiara ottimista sull’effetto che avra’ il progetto di bilancio. Ai due esponenti comunitari Dombrovskis e Moscovici con i quali si e’ incontrato ieri nella capitale austriaca, Tria ha ripetuto che la ‘finanziaria’ sorprendera’ i mercati. Positivamente si intende. Si vedra’. Quella che, sia alla Commissione sia al Tesoro, hanno indicato come ‘linea condivisa’ , e’ che il debito/pil cali e che il deficit in termini strutturali migliori. Il ministro Tria aveva indicato fin dall’inizio del suo mandato che il deficit strutturale quantomeno non sarebbe peggiorato. Non peggioramento e miglioramento sono per lui sinonimi? Questa la risposta di Tria: ‘Dal punto di vista dei dati il confine tra non peggioramento e miglioramento e’ tanto piccolo che ovviamente un miglioramento si fara’, si tratta di dati che sono ‘0 virgola’, insomma e’ chiaro che ci vuole un minimo di intelligenza da parte del governo come da parte della Commissione: noi stiamo procedendo nella collaborazione per raggiungere un risultato buono per noi ma anche buono per la Commissione e per l’Europa’. E’ evidente che il braccio di ferro con Bruxelles sara’ sulla misura dell’aggiustamento strutturale del bilancio nel 2019 (e sulla qualita’ delle misure per realizzarlo): la Commissione ha gia’ confermato i segnali di apertura rispetto alla richiesta di un intervento di riduzione pari allo 0,6% del pil nel 2019 (10,4 miliardi circa) per essere pienamente rispettosi del patto di stabilita’. L’Italia potra’ fare meno, anche molto meno, ma il miglioramento dovra’ essere visibile. E soprattutto garantire che debito/pil si riduca. Ci vorra’ ben altro rispetto a una generica speranza che la maggiore crescita (che al momento non si vede) possa ridurre automaticamente l’incidenza del debito in rapporto al pil.

Estremamente preoccupato per la lettura che a Roma viene fatta delle sue mosse in Europa, Tria tiene a smentire di aver criticato le posizioni di Di Maio e Salvini durante gli incontri di ieri con il vicepresidente della Commissione Dombrovskis e il commissario Moscovici le posizioni di Di Maio e Salvini. ‘Non ho commentato dichiarazioni di ministri durante le riunioni, non l’ho fatto perche’ contro ogni regola’. Cio’ significa che e’ sempre d’accordo con Di Maio e Salvini? ‘No, signfica solo che non commento dichiarazioni di altri ministri’. Il quotidiano ‘La Repubblica’ ha scritto che Tria aveva consigliato i suoi interlocutori europei di non dar peso alle ‘sparate’ delle scorse settimane sul livello del deficit e sul rispetto delle regole di bilancio dei due vicepresidenti del Consiglio. Rispetto alle quali Di Maio e Salvini hanno poi fatto retromarcia. Il caso evidenzia la difficile posizione del ministro del Tesoro in questa fase. Su di lui scommettono gli interlocutori europei, i quali pero’ sanno che l’esito finale del negoziato politico all’interno del governo sulla legge di bilancio e’ lontano dall’essere scontato. La conferma dell’apertura della Commissione a facilitare una soluzione equilibrata sui target di bilancio e’ una buona notizia per il governo, che pero’ adesso deve onorare la promessa di riduzione del debito e del deficit strutturale. Quanto alle riforme, Tria ha detto che ‘la flat tax non e’ fuori dal tavolo’ e che ‘ci sono margini per farle partire tutte e tre’ (oltre alla flat tax si tratta del reddito di cittadinanza e dell’eta’ pensionabile). ‘Ovviamente e’ in corso una discussione politica, tutto sara’ fatto gradualmente e ci sara’ un bilanciamento: si tratta di decidere se mettere l’accento su una riforma o l’altra, ma certamente partiranno tutte’. Pero’, questa la posizione del ministro dell’economia, dovranno essere privilegiate le misure che hanno il maggiore effetto sulla crescita. Il vero problema sul quale va ottenuto un risultato, dice Tria, riguarda gli investimenti, ‘le altre riforme consentono di amplificare gli effetti degli investimenti: se riusciremo a sbloccare tutti i fondi e i progetti ai vari livelli della pubblica amministrazione l’effetto sull’economia e’ immediato’. Il ministro ribadisce che ‘non si tratta tanto di mettere piu’ fondi, ma di creare le condizioni perche’ i fondi diventino investimenti, in Italia il problema e’ l’assenza di progetti di investimenti anche banali come scuole, ospedali, tribunali: le amministrazioni hanno fondi ma non hanno capacita’ progettuali perche’ ne decenni sono stati distrutti tutti i centri tecnici che possono operare in tale ambito’. Questa la scommessa: ‘Se faremo tutto questo, ci aspettiamo un tasso di crescita elevato l’anno prossimo, queste operazioni non hanno impatto sul deficit ma sul tasso di crescita dell’economia e e questo e’ il nostro obiettivo’.

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