Mattarella: “L’Italia si inchina a Bergamo. Stretta la strada per ripartire, serve coraggio”

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Il presidente è nella città lombarda per il concerto di commemorazione delle vittime del coronavirus che “ha cambiato le nostre vite, lasciando cicatrici indelebili”

©  Afp – Sergio Mattarella

“Qui a Bergamo, questa sera, c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto. E che, volendo riprendere appieno i ritmi della vita, sa di non poter dimenticare quanto è avvenuto”. Lo ha detto Sergio Mattarella, al concerto di Bergamo per la commemorazione delle vittime bergamasche del coronavirus.

“La mia partecipazione vuole testimoniare la vicinanza della Repubblica ai cittadini di questa terra così duramente colpita” ha detto il Capo dello Stato, per il quale “Bergamo, oggi, rappresenta l’intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e di uomini uccisi da una malattia, ancora in larga parte sconosciuta e che continua a minacciare il mondo, dopo averlo costretto, improvvisamente, a fermarsi o, comunque, a rallentare le sue attività”. “Oggi ci ritroviamo qui per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono piu’. Del lutto che ha toccato tante famiglie, lasciando nelle nostre comunità un vuoto che nulla potrà colmare”.

“Strada per la ripartenza stretta e in salita”

“Da quanto avvenuto dobbiamo uscire guardando avanti. Con la volontà di cambiare e di ricostruire che hanno avuto altre generazioni prima della nostra”. è l’esortazione di Mattarella. “La strada della ripartenza – ha fatto notare il Presidente della Repubblica – è stretta e in salita. Va percorsa con coraggio e determinazione. Con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio”.

Ma per il Capo dello Stato, che ha più volte sollecitato a fare memoria di quanto successo in questi mesi, queste “sono le doti di questa terra, che oggi parlano a tutta l’Italia per dire che insieme possiamo guardare con fiducia al nostro futuro”.

“C’è una maggioranza silenziosa di italiani di buona volontà”

C’è una “maggioranza silenziosa” di italiani che si impegna con “senso del dovere e buona volonta'”, un “patrimonio prezioso” che non va disperso, ha poi aggiunto il Capo dello Stato, che ha ricordato i tanti che si sono impegnati per fronteggiare l’epidemia di coronavirus. “Come ben sanno i sindaci – che, vorrei ricordare anche qui, nei giorni più difficili, hanno operato con la più grande dedizione – si sono formate e messe in opera, in ogni comune, tante reti di solidarietà”.

C’è “una maggioranza silenziosa ma concreta del nostro popolo che, senza nulla pretendere, si è messa in azione e ha consentito al Paese di affrontare le tante difficoltà e continuare a vivere. Senso del dovere e buona volontà di singoli. Queste risorse, accanto allo spirito di sacrificio e al rispetto delle regole, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato, costituiscono un patrimonio prezioso per il Paese, da non disperdere”.

“Rammentiamoci delle energie morali emerse quando, chiusi nelle nostre case, stretti tra angoscia e speranza, abbiamo cominciato a chiederci come sarebbe stato il nostro futuro. Il futuro della nostra Italia” ha sollecitato il Presidente.

“Vite e affetti strappati. Sarà impossibile dimenticare”

L’epidemia ha cambiato le nostre vite, lasciando cicatrici indelebili che hanno cambiato le nostre priorità, ha aggiunto Mattarella. “Il destino di tante persone e delle loro famiglie è cambiato all’improvviso – ha sottolineato il Presidente della Repubblica. “Vite e affetti strappati, spesso senza un ultimo abbraccio, senza l’ultimo saluto, senza poter stringere la mano di un familiare”. “Tutti conserviamo nel pensiero immagini che sarà impossibile dimenticare – ha fatto notare il Capo dello Stato -. Cronache di un dolore che hanno toccato la coscienza e la sensibilità di tutto il Paese, ma che, per chi le ha vissute personalmente, rappresentano cicatrici indelebili”.

“Questi mesi, contrassegnati da tanta, intensa, tristezza, ci hanno certamente cambiato. Hanno in larga misura modulato diversamente le nostre esistenze, le nostre relazioni, le nostre abitudini. Dire che, d’ora in poi, la nostra vita non sarà come prima non è la ripetizione di un luogo comune” ha detto Mattarella. “Non sarà come prima perché ci mancheranno persone care, amici, colleghi. Non sarà come prima perchè la sofferenza collettiva, che all’improvviso abbiamo attraversato – ha spiegato il Presidente della Repubblica – ha certamente inciso, nella vita di ciascuno, sul modo in cui si guarda alla realtà. Sulle priorità, sull’ordine di valore attribuito alle cose, sull’importanza di sentirsi responsabili gli uni degli altri”. 

 
 

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