Mattarella: “Torna l’imperialismo condannato dalla Storia. La guerra accentua nuove migrazioni”

Politica

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Il capo dello Stato in Zambia: “L’invasione russa rappresenta senza dubbio un secondo spartiacque, avendo riportato in primo piano dottrine, come il militarismo e l’imperialismo”. Poi l’allarme migranti.

di Barbara Tedaldi

AGI – Solo accordi multilaterali, “canali formali” e più aiuti possono arrestare alla fonte il problema delle migrazioni irregolari, che non si può risolvere bloccando le navi di profughi ormai partite. Sergio Mattarella si rivolge all’Assemblea nazionale dello Zambia, Paese dalle solide radici democratiche che ha votato a favore dell’espulsione della Russia dal Consiglio di sicurezza Onu dopo l’invasione dell’Ucraina, e fa notare che le ripercussioni della guerra, come quelle della pandemia, ricadranno sull’Europa ma anche sull’intero continente africano.

I problemi non sono mancati in questi ultimi anni: ci sono la sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici, ci sono “il principio di pari dignità tra Stati” e l’aumento dei prezzi energetici. Durante la pandemia da covid si sono toccati con mano “i limiti di un’economia globale organizzata su catene di valore a volte dipendenti da pochi centri produttivi, in particolare asiatici”; e le ricadute finanziarie hanno provocato “un indebitamento che ha minato alla base le possibilità di uno sviluppo socio-economico”.

l’invasione dell’Ucraina ha fatto riemergere “dottrine, come il militarismo e l’imperialismo, condannate dalla storia e che ci eravamo illusi avessero lasciato spazio all’aspirazione, condivisa dall’umanità intera, alla pacifica convivenza fra i popoli e alla collaborazione internazionale”. Ma uno dei principali nodi, come ha ricordato ieri anche il premier Draghi, sono le migrazioni incontrollate e spesso illegali, “disordinate e irregolari”, che impoveriscono l’Africa di giovani energie “utili allo sviluppo del continente” e premono sull’Europa.

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La pandemia, la crisi climatica e l’invasione dell’Ucraina, da cui stanno fuggendo 8 milioni di persone, “aprono a spinte accentuate di nuove emigrazioni” ha notato il Presidente della Repubblica nella seconda tappa della sua visita in Africa. Servono dunque “accordi formali per la circolazione delle persone tra le nostre regioni, che contribuiranno anche a ridurre la migrazione illegale”.

Mattarella cita e sottoscrive le parole del presidente zambiano: “Serve la apertura di canali formali per arrestare questo problema alla fonte lavorando insieme, nella convinzione che non sia salutare respingere le persone sulle navi una volta che hanno avuto accesso nei vostri Paesi mentre è possibile evitare questo in anticipo, in modo proattivo”.

In questo quadro Mattarella nel suo incontro con il presidente Hichilema ha confermato che “il popolo zambiano e quello italiano sono uniti da storici rapporti di amicizia” e lo Zambia “potrà sempre contare nel suo percorso su un amico di lunga data come l’Italia”. Durante la pandemia da covid ad esempio si è toccato con mano che servono “modalità nuove e più efficaci di cooperazione”, e il nostro Paese “è stato in prima linea nel promuovere la più ampia diffusione delle campagne vaccinali, e la consegna la scorsa settimana di 500.000 nuove dosi di vaccini rappresenta l’ultima, concreta, testimonianza di questo impegno”. Ma ora l’aiuto sarà volto a far nascere centri di ricerca per avere “una significativa attività di produzione vaccinale e farmaceutica situata nel vostro continente”.

Tutto in un quadro di rapporti euro-africani, a conferma che c’è una “comunanza di destino dei due continenti”. L’evidenza delle ricadute della crisi ucraina, distante migliaia di chilometri da Maputo e Lusaka, sui paesi africani dimostra come “Africa ed Europa hanno un comune interesse nella difesa di un sistema multilaterale, basato su regole e istituzioni condivise”.

Le sfide sono note: “dal cambiamento climatico, alla transizione energetica, fino alla necessità di assicurare una crescita equilibrata e giusta, che permetta di ridurre le profonde diseguaglianze socio-economiche che tuttora contraddistinguono il nostro pianeta“. Il presidente ricorda l’impulso impresso alla cooperazione dal Summit Unione Europea-Unione Africana dello scorso febbraio che “va consolidato e amplificato, avvalendosi pienamente delle risorse, circa 150 miliardi di euro fra fondi pubblici e privati, annunciati per nuovi investimenti infrastrutturali”.

E “l”Agenda 2063 dell’Unione Africana e i piani di lavoro predisposti dall’Unione Europea devono e possono coincidere”. “Oltre il 60% dei 1,4 miliardi di africani ha meno di 25 anni e entro il 2050 si stima che i giovani africani costituiranno oltre un quarto della forza lavoro mondiale”, da loro e dalla loro istruzione passa una sfida ben più ampia dei singoli destini, quella di “recare beneficio all’intera umanità”.

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Dunque “l’Africa è il presente su cui investire per promuovere un futuro migliore” ha concluso il presidente parlando a un parlamento, quello dello Zambia, che ha visto in questi anni elezioni democratiche e l’alternanza di schieramenti a testimonianza di un elevato livello di dialettica politica e istituzionale.

Mattarella nelle prossime ore ripartirà alla volta di Roma, al termine della doppia tappa africana. Nella capitale troverà una situazione ancora in fibrillazione, con la maggioranza in tensione perenne e le sorti dell’esecutivo sempre messe in dubbio ora da un partito ora dall’altro. Durante la due giorni in Mozambico e la visita di oggi a Lusaka, sono giunti ovviamente al Presidente echi degli scontri di maggioranza, il Capo dello Stato ha seguito le notizie che arrivavano da Roma, con l’attenta preoccupazione di chi è consapevole che l’Italia deve rispettare l’impegno assunto con il Pnrr, una posta in gioco molto alta per il Paese.

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