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L’Esecutivo “ Di Maio/Salvini” è intenzionato a “reggere” per tutta la durata della normale legislatura. Certo è che il 2019 sarà l’anno delle “rivelazioni”. Soprattutto nelle idee per tentare di ridare all’Italia parte della fiducia che, ora, le manca. Quali saranno le strategie del futuro Capo del Governo o, meglio, del suo “secondo”? L’interrogativo si potrebbe prestare a molteplici interpretazioni. Noi non siamo, però, in sintonia con nessuna supposizione. Anche perché gli “Apparentamenti” non ci hanno mai ispirato fiducia. Nel frattempo, l’Opposizione, pur non univoca, non ha dato segnali di ricompattamento e di mete comuni da raggiungere.

 Se Il contratto governativo di Centro/Destra andrà in porto, il voto dello scorso marzo non sarà stato sprecato. Anche se in politica non è pensabile fare degli attendibili ragionamenti a tutto campo. Intanto, le formazioni di governo, anche quelle “a latere,” hanno fatto loro la formula di “centro/destra”. Quando non c’è netta identità tra chi realizza e chi è preposto a legiferare, i “rimedi” potrebbero essere peggiori dei “mali.” Del resto, nei nostri interventi in merito abbiamo evitato d’assumere opinioni ”granitiche”. Perché proprio non ne abbiamo; né intravediamo le premesse per tentare di teorizzarle. Da noi, purtroppo, i politici, di nuova e vecchia generazione, hanno dei limiti che li avvicinano.

 Lo scriviamo con la certezza d’essere capiti. Vedremo se Conte sarà messo nelle condizioni di condurre il Paese fuori dalla recessione e dalle “castagne sul fuoco” a livello UE. Se l’Italia comincerà ad allontanarsi dal tunnel della ”rappresentatività” formale, saremo lieti di riconoscergli il merito. Il fatto è che, onestamente, ne dubitiamo.

Giorgio Brignola

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