Migranti: conferenza internazionale dei parlamentari g7/g20

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G7: bustreo (oms), il diritto universale alla salute sia una priorità globale. proteggere la salute di donne ed adolescenti, inclusi migranti e rifugiate.

L’italiana Flavia Bustreo, Vicedirettore Generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’Oms, interviene alla Conferenza Internazionale dei/delle Parlamentari dei paesi G7/G20 “She Moves”, l’incontro promosso dal Parlamento, in collaborazione con il Forum dei Parlamentari Europei (EPF) ed AIDOS,  nell’ambito del calendario della presidenza italiana del G7: “È una priorità del G7, fare in modo che chiunque, in ogni parte del mondo, veda riconosciuto il diritto alla salute, inclusi coloro che vivono in contesti di emergenza o migrazione”. 

Nel mondo il numero di donne e ragazze rese più vulnerabili a causa dei fenomeni migratori, in combinazione con ulteriori fattori di ineguaglianza legati al sesso, l’etnia e la classe sociale, è sempre più alto. Dal 2000 al 2015 il numero totale dei migranti internazionali donne è aumentato di oltre 32 milioni, con forti implicazioni in termini di  sicurezza e la loro salute.

L’italiana Flavia Bustreo, Vicedirettore Generale dell’OMS per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini, interviene alla Conferenza Internazionale “She Moves: The Challenges of a World on the Move: Migration and Gender Equality, Women’s Agency and Sustainable Development”, promossa dal Parlamento in collaborazione con il Forum dei Parlamentari Europei (EPF) ed AIDOS, nell’ambito del calendario della presidenza italiana del G7.

Nei contesti di conflitto, emergenza e migrazione – spiega – sono le donne e le ragazze i soggetti a subire le conseguenze più gravi in termini di salute, e ad essere particolarmente esposte ai rischi di esclusione, marginalizzazione, sfruttamento sessuale e violenza di genere. In questi contesti i sistemi sanitari collassano non garantendo più i servizi fondamentali. Ai bambini che si spostano non vengono ad esempio garantiti neanche i vaccini di base e questo li espone a gravi rischi per al loro salute e per la popolazione dei paesi in cui si trovano. Ma i paesi sono chiamati a riconoscere e proteggere il diritto alla salute in quanto diritto universale facente capo a chiunque, ovunque si trovi, qualunque sia la sua condizione o il suo status. È una responsabilità prioritaria per i grandi della terra che si incontreranno tra pochi giorni in Italia in occasione del G7: fare in modo che chiunque, in ogni parte del mondo, veda riconosciuto questo diritto, e proteggere coloro che in questi contesti divengono soggetti ancora più vulnerabili. I parlamentari hanno un ruolo chiave nella gestione di questi fenomeni, sono i rappresentanti democraticamente eletti dal popolo e come tali sono chiamati a dare voce a coloro che voce non hanno, che sono in maggiore difficoltà, perché vivono condizioni di crisi e di emergenza. Ma soprattutto hanno il ruolo chiave di verificare e fare in modo che gli impegni presi dai governi vengano rispettati”

L’incontro, promosso in collaborazione con AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) ed EPF (European Parliamentary Forum on Population & Development), intende coinvolgere i parlamentari dei Paesi del G7, del G20 per discutere il ruolo dei parlamentari nell’influenzare l’agenda globale sul tema salute e promuovere azioni a livello nazionale, regionale, e globale per tutelare la salute di migranti e rifugiate. Si invitano i governi ad un rinnovato impegno in tema di sicurezza, cooperazione internazionale e salute globale, ed uguaglianza di genere nel quadro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Una bambina – interviene il Dott. Ian Askew, Direttore del Dipartimento di Salute Riproduttiva e Ricerca dell’OMS, anche lui intervenuto alla conferenza – si ritrova in molti casi ad attraversare fasi cruciali della sua vita in contesti di emergenza, mentre si sposta da un paese all’altro o in un campo di accoglienza. Si ritrova a diventare una adolescente, e poi una donna, a volte anche madre, in contesti, quali quelli determinati dalle crisi migratorie, in cui non può ricevere i servizi sanitari adeguati, le informazioni corrette rispetto al proprio corpo, rispetto alla sua salute, inclusa la sua salute sessuale e riproduttiva. Servizi sanitari di pianificazione familiare, di educazione sessuale, protezione ed informazione rispetto alla violenza di genere, incluse le pratiche tradizionali, diventano ancor più vitali in questi contesti”.

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