di Luciana Prisciandaro e Cristiana Caradonna
Quella di ieri sabato 20 maggio e’ stata davvero la giornata del tutti in marcia. Marce importanti e concomitanti per motivi che sfuggono. Mentre i pentastellati marciano von Grillo ad Assisi per il reddito di cittadinanza a Roma si cammina “Per la vita” e a Milano, sul modello della grande manifestazione di Barcellona, lo si fa per l’integrazione dei migranti, su iniziativa dell’assessore comunale al Welfare Majorino e di molte organizzazioni del terzo settore.
h 14 Poco prima dell’inizio del corteo mentre siamo sedute su una panchina per organizzare la cronaca a beneficio dei lettori del Corriere Italiano una anziana signora si avvicina e ci rivolge parole sgradevoli, per il solo fatto che, secondo lei, siamo “a favore della manifestazione”. Forse ritiene che dovrebbe essere vietato. Una vicina di panchina provvede a risponderle per le rime prima che abbozziamo una qualsiasi risposta. Si capisce anche da questo che il tema immigrazione qui a Milano e’ decisamente caldo.
Porta Venezia ore 14.30, si parte. Arrivo previsto in piazza del Cannone, dentro il parco Sempione, zona Castello Sforzesco per intenderci.
La contestazione dei centri sociali si indirizza, durante il corteo, verso l’assessore milanese alla Sicurezza Carmela Rozza, rea di aver approvato lo “scenografico” sgombero dei migranti dalla Stazione centrale da parte della Polizia. Sgombero dal quale invece il Sindaco Sala ha preso pubblicamente le distanze ancora ieri. La contestazione interessa anche il Pd (e’ presente l’onorevole Fiano) a causa del recente decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione.
Parco Sempione h 16.25. La zona e’ pienissima e il corteo deve ancora arrivare a conclusione da Porta Venezia. Si vedono arrivare i cittadini, con i rispettivi sindaci, dei Comuni di Trezzano, Corsico e Cesano. In testa al corteo con Beppe Sala ed Emna Bonino c’e’ il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
Parco Sempione h 16.44
Il Sindaco di Milano Beppe Sala ringrazia tutti per la forte presenza e in particolare tutti i sindaci intervenuti per l’impegno profuso. Sala afferma di essere cosciente che non tutti la pensino allo stesso modo sull’immigrazione ma lui oggi è qui perché tiene molto all’integrazione ed è contro il cinismo di molti. Un altro motivo per cui sono qui – dice – e’ perche’ dopo ciò che e’ successo alla Stazione centrale non ci si può girare dall’altra parte, bisogna esser presenti. Il tema dell’immigrazione riguarda tutti, le nostre vite. Io voglio essere costruttore di ponti e non di muri. Non prometto un mondo ideale, prometto che non mi girerò mai dall’altra parte. Grazie davvero. A tutti”.
Nel suo intervento il Presidente del Senato Pietro Grasso si dichiara “entusiasta per la presenza di tanti ragazzi qui oggi”. Grasso dice anche che “chi nasce e studia qui e’ italiano. Spero di costruire una nuova società dove tutti possano vivere per il bene comune. Siamo qui per dare speranza a tutti, ricordando il 9 novembre 1989 , quando cadde il muro di Berlino!”.
L’assessore Majorino fa la conta: “Siamo centomila…. e tanti saluti a Salvini”.
Il cantautore Roberto Vecchioni ricorda “il modello della democrazia ateniese e dell’ accoglienza come misura della civiltà”.
20.04
C’e’ ancora tantissima gente qui, la manifestazione non si e’ ancora conclusa. Si attendono numerosi ospiti. Intorno a noi ci sono gruppi (mani)festanti di senegalesi, boliviani, arabi di diversi paesi con il loro caratteristico folklore.
I migranti presenti al corteo, che in fondo dovrebbero essere i veri protagonisti di ogni politica di accoglienza e non solo i destinatari, appaiono decisamente soddisfatti dell’iniziativa. Dicono che per loro e’ significato avere avuto finalmente una voce. Citano il sindaco Sala che ha promesso cooperazione ed integrazione escludendo dal suo vocabolario il concetto di “diverso”. Al corteo si sono viste anche moltissime famiglie di italiani con bambini al seguito, insieme a molti anziani, associazioni culturali e scolastiche.
La manifestazione si conclude sulle note di “Vietato morire” la canzone del cantautore albanese Ermal Meta all’ultimo Festival di Sanremo, cantata, o per meglio dire intonata da un gruppo di bambini e poi trasformatasi in un inno finale per tutti o almeno per quelli che la riconoscono:: “Ricorda di disobbedire, perche’ e’ vietato morire”.
Il clima di fervida partecipazione ha smentito chi sosteneva l’ inopportunità di questa marcia. Occorreva dare un segnale importante e proprio dopo i fatti verificatisi in stazione Centrale. Diverse le anime, ma convergenti in nome di un progetto.
Come si sottolinea nel Vs. articolo, i migranti hanno veicolato un messaggio di civiltà nelle due direzioni(mittenti e riceventi). Forse troppo colore e troppa musica? Beh, sono pur sempre linguaggi universali e di grande presa.
Grazie ai Redattori.