Misiani, la presenza dello Stato italiano in Stellantis non sia un tabù

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Per il viceministro dell’Economia l’operazione Fca-Peugeot coinvolge l’interesse nazionale dal punto di vista occupazionale e industriale, ma un investimento pubblico richiede condizioni “che ad oggi non ci sono” 

© Agf – Antonio Misiani

Un’eventuale presenza dello Stato italiano nel nuovo gruppo automobilistico Stellantis “non può e non deve essere un tabù”: lo ha affermato il viceministro dell’Economia Antonio Misiani in un’intervista a Repubblica, precisando che un simile intervento andrebbe costruito in modo consensuale. “L’operazione Stellantis coinvolge l’interesse nazionale dal punto di vista occupazionale e industriale”, ha sottolineato Misiani, “anche per questa ragione un’eventuale presenza dello Stato italiano nel capitale sociale del nuovo gruppo, analogamente a quella del governo francese, a mio giudizio non può e non deve essere un tabù”.

Per il viceministro, però, un investimento pubblico nella società nata dalla fusione fra Fca e Peugeot richiede condizioni “che ad oggi non ci sono”. “Non possiamo certo pensare a un’operazione ostile, un intervento di questo tipo va costruito in modo consensuale. E deve essere funzionale ad una strategia di politica industriale”, ha avvertito. 

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