Morning Bell: Wall Street si butta alle spalle la paura dell’inflazione

Economia & Finanza

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C’è attesa per la riunione della Bce, per vedere cosa faranno i ‘falchi’. In Asia Tokyo avanza di oltre l’1%, sale Shanghai e cresce di circa mezzo punto percentuale Hong Kong.

© TIMOTHY A. CLARY / AFP
– Operatore finanziario a New York

AGI – I mercati rifiatano. Wall Street si butta alle spalle la paura dell’inflazione e, anche grazie al calo dei rendimenti dei T-bone a 10 anni, chiude positiva.

C’è attesa oggi per la riunione della Bce, per vedere cosa faranno i ‘falchi’. In Asia Tokyo avanza di oltre l’1%, sale Shanghai e cresce di circa mezzo punto percentuale Hong Kong.

Piatta Seul, dopo che la banca centrale ha rialzato a sorpresa i tassi, portandoli all’1,5%, il top dall’agosto 2019. Il Paese registra un forte aumento dell’inflazione, raddoppiata rispetto al benchmark del 2% fissato dall’istituto centrale.

Stretta sui tassi anche Singapore, per frenare il rincaro dei prezzi.

A Wall Street i future sono in lieve aumento, dopo la buona chiusura di ieri, in particolare del Nasdaq, salito del 2,03%, mentre il Dow Jones ha guadagnato l’1,01% e lo S&P 500 l’1,12%.

A spingere i listini è il tasso del Treasury decennale, sceso al 2,67% dal top da tre anni del 2,83% di martedì scorso.

Anche il rendimento del biennale è arretrato al 2,3%, allontanando i timori di un’inversione della curva, che per gli investitori rappresenta un segnale di recessione in arrivo nel giro di 12-24 mesi.

Tuttavia è la discesa del tasso a 10 anni a pesare maggiormente su Wall Street, poiché sposta gli investimenti sull’azionario, in particolare sui titoli ‘growth’, cioè sulle azioni emesse da società che, pur producendo utili, non li distribuiscono agli azionisti ma li reinvestono, come i tecnologici, le biotecnologie, le nanotecnologie, i semiconduttori e il software.

“I rendimenti obbligazionari potrebbero aver toccato i massimi e ora stanno scendendo”, affermano gli analisti.

Ieri si è aperta la stagione delle trimestrali Usa e sono andati male i conti di JPMorgan Chase, la prima banca Usa, i cui utili sono calati del 42% nel primo trimestre, trainando giù del 3,22% le azioni.

Positivi, al contrario, i risultati di Delta Air Lines che ha battuto le aspettative di mercato e fissato un ritorno all’utile nel trimestre in corso.

Le azioni di Delta sono balzate del 6,2%. Wall Street non si è lasciata intimorire dal rialzo dell’inflazione, salita a marzo al top da 40 anni.

Gli investitori si aspettano che la Fed alla prossima riunione del 4 maggio e probabilmente a giugno agisca aggressivamente sui tassi, aumentandoli entrambe le volte di mezzo punto percentuale.

Il surriscaldamentio dell’inflazione Usa è stato confermato ieri dai prezzi alla produzione, che a marzo sono saliti di oltre l’11% annuale e dell’1,4% mensile, contro lo 0,9% di febbraio e un atteso +1,1%.

A tranquillizzare i mercati, così come era avvenuto martedì con I’impennata dei prezzi al consumo, è l’auspicio, abbastanza diffuso tra gli esperti, che l’inflazione Usa abbia raggiunto un picco e possa gradualmente inziare a raffreddarsi.

Anche I future sull’EuroStoxx 50 sono in leggero rialzo, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso miste, incerte e poco mosse.

Milano a +0,22%, Francoforte a -0,34% e Londra e Parigi piatte, rispettivamente a +0,05% e +0,07%.

Oggi riflettori puntati sulla riunione della Bce e sulle nuove trimestrali Usa, in particolare su quelle dei big bancari: Wells Fargo, Citigroup, Morgan Stanley e Goldman Sachs.

Sempre a proposito di inflazione, c’è da segnalare che stamattina in Asia il prezzo del petrolio cede leggermente, dopo aver chiuso ieri sera a New York in rialzo del 3,7%, nonostante l’aumento delle scorte Usa.

Gli stock di greggio sono balzati di 9,38 milioni di barili nella settimana terminata l’8 aprile. Gli analisti si aspettavano un aumento piu’ limitato di 863.000 barili. In calo invece le scorte di benzina di 3 milioni e 649 mila barili. Oggi il Wti resta saldamente sopra quota 103 dollari al barile e il Brent è oltre quota 108 dollari.

Ieri è intervenuto il governatore della Fed, Christopher Waller, usando toni da ‘colomba’: “La stretta della Fed non dovrà essere aggressiva e stressare i mercati”.

È l’esatto opposto di quanto aveva sostenuto il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard che, intervistato dal Financial Times, aveva parlato da ‘falco’, definendo una “fantasia” l’idea che si possa fermare l’inflazione con mosse graduali e moderate.

Oggi sono previsti gli interventi del presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester e di quello di Filadelfia, Patrick Harker. Inoltre usciranno una raffica di dati Usa: le vendite al dettaglio, i sussidi settimanali di disoccupazione, le scorte industriali e la fiducia dei consumatori.

Usa, prezzi produzione salgono sopra attese a marzo

I prezzi alla produzione Usa sono saliti sopra le attese. A marzo hanno avanzato dell’1,4% mensile, contro gli attesi +1,1%. Su base annua i prezzo alla produzione sono passati da +10% a +11,2%.

La componente ‘core’ – quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari, energetici e dei servizi commerciali – è cresciuta dello 0,9% rispetto al mese precedente, l’aumento maggiore dal gennaio 2021.

Rispetto a un anno prima, i prezzi alla produzione ‘core’ sono saliti del 7%, dopo il 6,7% del mese precedente.

I dati sono arrivati dopo il balzo dei prezzi al consumo di ieri, che a marzo sono saliti all’8,5%, il massimo da 40 anni.

Tuttavia gli analisti appaiono un po’ meno preoccupati per il surriscaldamento dell’inflazione, perche’ si augurano che I rincari abbiano raggiunto un picco e possano gradualmente inziare a raffreddarsi.

Anche in Gran Bretagna l’inflazione a marzo è salita al 7%, il top da 30 anni, e in Spagna è avanzata del 9,8%.

Oggi Bce si riunisce senza Lagarde in presenza, ‘Falchi’ all’attacco

Oggi si riunisce il direttivo della Bce, con Christine lagarde, contagiata dal Covid, che parteciperà in teleconferenza e non in presenza.

I ‘falchi’ sono in agguato. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel ha già detto che è arrivato il momento di mettere sul tavolo l’ipotesi di chiudere il Qe già a giugno-luglio, per poter partire all’inizio del terzo trimestre con il rialzo dei tassi.

Inoltre, rivolgendosi ai risparmiatori tedeschi, ha detto loro che a breve i tassi di interesse torneranno in positivo.

La settimana scorsa sono uscite le minute della Bce, che confermano l’intenzione dei ‘falchi’ di accelerare a luglio la fine del Qe, per poter avviare un rialzo dei tassi.

Sull’altro fronte, quello delle ‘colombe’ cresce invece il timore che un rialzo eccesivo dei tassi possa far partire una recessione.

A questo proposito Bloomberg nei giorni scorsi aveva fatto sapere che, secondo indiscrezioni, la Bce starebbe studiando delle misure anti-crisi, che ancora sarebbero in una fase iniziale e che probabilmente non verranno presentate giovedì, per contenere un eccessivo rialzo dei tassi. Quali potrebbero essere queste misure ancora non si capice ma non si esclude che potrebbero prevedere degli acquisti di bond.

JPMorgan, crolla 42% utile primo trimestre per guerra Ucraina

JPMorgan Chase apre la stagione delle trimestrali Usa e registra nel primo trimestre un crollo del 42% dell’utile netto a 8,3 miliardi di dollari.

A pesare sono le riserve messe da parte dalla banca statunitense per affrontare i potenziali rischi dell’inflazione e della guerra in Ucraina.

Le entrate sono scese del 5% a 30,7 miliardi di dollari. La banca, che ha aumentato le sue riserve per un totale di 902 milioni di dollari, ha anche reso noto di aver fatto degli aggiustamenti contabili nella valutazione di alcune attività legate alla Russia nelle sue attività di investment banking e gestione patrimoniale.

Più nel dettaglio ha riportato 524 milioni di dollari di danni per le sanzioni alla Russia. Nel ramo di consumer banking, le entrate sono diminuite del 2%, mentre l’utile è scivolato del 57%.

Per il ramo di investment e corporate banking, invece, i ricavi sono scesi del 7% e l’utile ha perso il 26%. Il ceo Jamie Dimon si è detto “ottimista sull’economia, almeno per il breve termine”, ma ha denunciato “significative sfide geopolitiche ed economiche per l’alta inflazione, I problemi di supply chain e la guerra in Ucraina”.

XI conferma politica zero Covid, a Shangai oltre 28.000 casi

Il presidente cinese Xi Jinping conferma che la Cina deve attenersi alla sua rigorosa politica dello ‘zero Covd’, perché la pandemia rimane molto grave e solo persistendo nei lockdown duraturi “si vincera'” alla fine.

Intanto i casi di Covid a Shanghai salgono a oltre 28.000 unità (tra sintomatici e asintomatici) e diverse aziende di elettronica cinesi, comprese Pegatron e Quanta Computer, che producono gli iPhone e i Macbook per Apple, hanno interrotto la produzione a Shanghai e Kunshan nell’ambito delle rigide misure anti-covid imposte dal governo cinese.

Le sospensioni delle attivita’ rappresentano un ulteriore duro colpo per Apple, dopo che lo scorso mese un altro importante fornitore, Foxconn, aveva cessato le attività a Shenzhen, per poi riprenderle a fine marzo. Intanto l’autorità di polizia di Shanghai ribadisce che sarà estremamente severa con chiunque trasgredirà le rigide misure di lockdown anti-Covid.

Hong Kong allenterà lockdown dal 21 aprile

Hong Kong fa sapere che allenterà a partire dal 21 aprile le misure di lockdown, che nella regione autonoma cinese sono tra le più rigide al mondo.

L’ondata di Covid che ha colpito Hong Kong dall’inizio dell’anno ha fatto circa 8.600 morti. Le autorita’ intendono riaprire cinema, saloni di bellezza e palestre.

Gb, Corte Jersey Congela 7 miliardi di dollari di beni di Roman Abramovich

La Royal Court dell’Isola di Jersey, nel Regno Unito, ha disposto il congelamento di asset del valore di oltre sette miliardi di dollari ritenuti appartenenti al finanziere russo Roman Abramovich. I beni sono situati nell’isola di Jersey o di proprieta’ di entita’ costituite sull’isola. Lo ha annunciato il dipartimento degli uffici giudiziari del Jersey.

Il patron del Chelsea è tra i diversi oligarchi russi colpiti dalle sanzioni del governo britannico e dall’Unione europea in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

L’ordine arriva dopo che la polizia dell’isola ha perquisito dei locali “sospettati di essere collegati alle attivita’ commerciali di Roman Abramovich”.

Si tratta di un colpo significativo alla fortuna dell’oligarca russo, stimata da Forbes in 8,2 miliardi di dollari, mentre secondo Bloomberg ammonterebbe a 13,9 miliardi

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