Morti noi, potete cantare la guerra

Arte, Cultura & Società

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Parlano di guerra, assistono a scene di guerra, ma credo siano pochi coloro che si rendono veramente conto di che cosa sia la guerra. In fondo quelle scene in televisione, della guerra in Ucraina, non sono molto diverse dalle scene di guerra che si vedono nei film, e per molta gente l’effetto della consapevolezza che si tratta di scene vere e non di finzione, dura pochissimo. Le vediamo, le scene vere, tragiche, e dopo un poco ce ne dimentichiamo, già parliamo d’altro e magari scherziamo e ridiamo. Si tratta, forse, anche di un meccanismo di difesa. Vorrei però pregare coloro che parlano di guerra, che magari sognano la guerra, di aspettare almeno che siano tutti morti coloro che la guerra ancora la ricordano, che ancora sentendo il rombo di un aeroplano, non possono fare a meno di andare con la mente a quando a quel rombo seguivano le esplosioni delle bombe sulla città. Morti noi che la guerra non l’abbiamo dimenticata, voi potete cominciare a cantare: “Sta presso il tavolin giocando il piccolo bebé: gioca coi soldatin che il buon papà gli diè…”. Oppure: “Frontiera! Frontiera! Cosa importa se si muore. Basta un grido di valore che il nemico arresterà!”. Aspettate ancora un poco. Morti noi, potete cantare la guerra.

Renato Pierri
 

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