Nasce “Identità e Democrazia”, il gruppo europarlamentare nazionalista

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Nasce a Bruxelles il gruppo nazionalista nel nuovo Parlamento Europeo: “Identità e Democrazia” guidato dall’eurodeputato e responsabile Esteri della Lega Marco Zanni. Alla base del nuovo progetto vi era la rinascita dall’esperienza dell’eurogruppo “Europa delle nazioni e delle libertà” che aveva avuto come partito trainante l’ex Front National di Marine Le Pen.

Il nuovo eurogruppo comprende attualmente 73 seggi su 751, una quota irrisoria se comparata alle prospettive elettorali date dai sondaggi. Di fatto i partiti trainanti sono la Lega di Matteo Salvini (28 seggi), l’Alternative fur Deutschland tedesco a cui sono andati solo 11 seggi e il Rassemblement National francese (14) ma, come ha dichiarato il capogruppo Zanni: “Siamo aperti a chiunque rispetti il nostro statuto”. Una vittoria amara nel momento che non possono contare sull’apporto del polacco Kaszynski (PIS), dell’inglese Farage, della spagnola Vox, dell’olandese Baudet e dell’ungherese Orban (PPE) che hanno preferito allearsi con altre forze europee.

Nonostante i pronostici, il gruppo sovranista non riesce a sfondare il muro di socialisti e conservatori che detiene la maggioranza all’interno degli equilibri del Parlamento europeo, tuttavia questo non vuol dire che abbiano un peso minoritario. Infatti, rimane aperta la questione della Gran Bretagna poiché, nel caso della sua fuoriuscita dall’UE, rinuncerebbe ai suoi 46 seggi per redistribuirne 27 tra i candidati europei rimasti in attesa, facendo dunque aumentare il peso di tali forze. Se minoritari però a livello numerico, non lo sono nei fatti all’interno dei governi  nazionali e soprattutto come portatori di policy specifiche come quella migratoria, identitaria e nazionalista, ormai preponderanti.

Dunque il Parlamento Europeo continua a viaggiare, in molte situazioni, ad una velocità diversa rispetto ai governi nazionali poiché rispecchia equilibri diversi. La problematica nasce quando le percentuali ottenute dai paesi si trovano a dover essere sommate a quelle di quei partiti che fanno parte del gruppo prescelto e non sempre rappresenta una situazione ottimale. Un esempio è la Lega che sebbene abbia ottenuto il 34% alle ultime elezioni europee, risultando primo partito, si trova a far parte di un gruppo europarlamentare che si posiziona come quinto all’interno delle dinamiche europee.

Una questione aperta rimane quella del suo alleato di governo, il Movimento 5 Stelle che, tuttora, non ha ancora trovato una collocazione europarlamentare poiché, all’interno dell’originario gruppo europarlamentare, alcune forze politiche non sono riuscite a superare la soglia di sbarramento previsto per l’accesso all’Europarlamento. Questo apre un grande interrogativo sul futuro della collocazione pentastellata negli equilibri europei, formalmente appartenente all’Efdd (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta), ma hanno già dichiarato di voler formare un nuovo gruppo politico.

 

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