Nei sondaggi il partito di Meloni è a meno di mezzo punto dalla Lega

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Oltre a FDI, cresce anche il Partito Democratico, sempre in terza posizione ma che sale al 19,2% portandosi a soli 1,3 punti dalla vetta. La sorpresa di questa settimana è però il dato del M5S.

© Francesco Fotia / AGF 
– Giorgia Meloni

In questi giorni il centro della scena politica è occupato dalle vicende interne al Movimento 5 Stelle. Va subito precisato che per vedere che effetto avranno gli ultimi sviluppi, e cioè la deflagrazione dello scontro Conte-Grillo, bisognerà attendere almeno qualche giorno. Nel frattempo, gli orientamenti degli italiani non cessano di evolvere.

Anche nella Supermedia di oggi, infatti, si vede come i sondaggi stiano registrando movimenti in linea con quelli visti nelle ultime settimane. A cominciare da quelli che riguardano la lotta per la prima posizione, occupata dalla Lega che perde mezzo punto e si ritrova con un misero 0,4% di vantaggio su Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni invece quel mezzo punto lo guadagna, issandosi oltre il 20%. Su 6 istituti di sondaggio, il sorpasso di FDI sulla Lega al momento viene fotografato (e di un soffio) solo dagli istituti SWG e Tecnè, mentre per Demopolis ci sarebbe un pareggio. Ma se il trend dovesse confermarsi, è probabile che nell’arco di questo mese anche la nostra Supermedia si ritrovi a certificare tale sorpasso.

Oltre a FDI, cresce anche il Partito Democratico, sempre in terza posizione ma che sale al 19,2% portandosi a soli 1,3 punti dalla vetta. La sorpresa di questa settimana è però il dato del M5S. Non sappiamo se – e in che misura – gli eventi più recenti incideranno sui consensi ai pentastellati, ma appare chiaro come la “dialettica” interna (prima di degenerare in scontro aperto) abbia in qualche modo giovato al Movimento, dandogli visibilità e consentendogli di trasmettere un’idea di vitalità. Può spiegarsi così il +0,6% di questa settimana, frutto probabilmente dello “scongelamento” di alcuni consensi in uscita dal M5S afono dei mesi scorsi.

I sondaggi però non sono l’unico modo di misurare il gradimento degli elettori in relazione a un partito, un personaggio politico, un tema o (come in questo caso) una vicenda. Una possibile istantanea dell’impatto avuto dal botta e risposta tra Conte e Grillo può essere quella che emerge dal saldo dei follower su Facebook: non una piattaforma a caso, ma quella in cui prima l’ex presidente del Consiglio (con una conferenza stampa) e poi il comico fondatore del M5S hanno scelto di pubblicizzare le loro uscite, rispettivamente la conferenza stampa al Tempio di Adriano a Roma e il blog post (e poi anche un video).

I dati, raccolti in tempo reale da YouTrend tramite l’applicazione Fanpage Karma, sono emblematici: in seguito al suo post, Beppe Grillo ha perso quasi 3.000 follower in meno di 48 ore, mentre Conte ha mantenuto un saldo positivo, sia pure con una lieve flessione (-134 like), peraltro avvenuta solo il 29 giugno. Almeno sui social, quindi, la “base” grillina (che forse ha sempre meno senso chiamare così) sembra aver apprezzato più gli argomenti di Conte che quelle di Grillo.

Questo però non deve stupire più di tanto. Da tempo, infatti – e qui torniamo a basarci sui dati di sondaggio – i due hanno un seguito personale non paragonabile, con una bilancia che pende nettamente a favore dell’ex presidente del Consiglio. Secondo i dati più recenti degli istituti Demos e Piepoli, l’apprezzamento nei confronti di Giuseppe Conte, pur essendo inferiore a quello registrato nei giorni più duri dell’emergenza sanitaria, si aggira tra il 50 e il 60 per cento; mentre quello di Beppe Grillo, intorno al 10%, sarebbe il tasso di approvazione più basso tra tutti i leader politici, paragonabile a quello del solo Matteo Renzi.

Gli ultimi sviluppi hanno reso nuovamente attuale una questione di cui, proprio in relazione alla grande popolarità (peraltro trasversale) di Conte, si è molto parlato lo scorso anno: quella di una nuova lista, un nuovo soggetto politico, ispirato allo stesso Conte e da lui guidato.

La sua investitura a nuovo leader del M5S, proprio da parte di Beppe Grillo, avvenuta qualche mese fa, sembrava aver definitivamente relegato tale ipotesi al novero delle possibilità destinate a non concretizzarsi mai. Ora, però, l’ipotesi di una lisa Conte, staccata e diversa dal M5S, torna di attualità. Difficile, però, che possa “ereditare” tutti i consensi che in questi mesi si sono registrati verso il M5S.

Per un motivo molto semplice: innanzitutto, la storia ci ha dimostrato tante volte che a grande consenso personale verso un leader politico non si traduce facilmente in voti (né in intenzioni di voto, per quello che valgono); e poi perché il bacino potenziale di una simile formazione sarebbe più basso di quello ad oggi attribuito al M5S, come già era emerso dai sondaggi l’anno scorso, quando ancora non si era verificato (né sembrava possibile) uno scontro così eclatante con Beppe Grillo.

Conte e il M5S sembrano quindi, in questo momento, prigionieri in un vicolo cieco: la ricomposizione sembra ogni giorno più difficile, e comunque lascerebbe in eredità un fardello di polemiche che renderebbe difficile conservare i consensi – talvolta, elevatissimi – ottenuti in passato. D’altra parte, una scissione definitiva, con Grillo a conservare ciò che resta del M5S e Conte a lanciare una sua nuova creatura, produrrebbe due soggetti in competizione, con un bacino elettorale in larga parte sovrapponibile, e che difficilmente potrà aspirare ad avere il peso già avuto dal M5S in passato.

NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 17 al 30 giugno dagli istituti Demopolis, EMG, Ipsos, Ixè, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 30 giugno sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it..  agi

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