Nicola Gratteri. Sconfitto nella corsa alla Procura Nazionale Antimafia e nuove minacce di morte dalla ‘ndrangheta

Politica

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 Riceviamo e pubblichiamo
Bisogna semplicemente leggere la realtà. Nel trentennale del barbaro assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sembra di rivedere una sceneggiatura molto simile a quella, tragica, del 1992.
Nicola Gratteri, magistrato indipendente,è  stato sconfitto nella corsa alla Procura Nazionale Antimafia dalle correnti all’ interno del CSM. L’ humus di opposizione a Gratteri è  quello cosiddetto Progressista. Il gioco delle correnti nel CSM continua impavido, nonostante Palamara. Per quanto riguarda il CSM, bisognerebbe ricordare certi giudizi non proprio lusinghieri di Francesco Cossiga.
Nicola Gratteri è  il nemico numero uno della ‘ndrangheta.
Chi critica Gratteri, c’è  un nutrito gruppo di giornalisti che lo fa, non ha capito cosa è  la Calabria e la cultura sociale che sostiene e alimenta un fenomeno criminale tra i più potenti al mondo,sicuramente il più potente in Europa.
Certi giornalisti dovrebbero invece occuparsi di più  e  meglio di certi poteri a  cui serve una “Calabria Buco Nero”, in cui un servitore dello Stato come Consolato Campolo che scopre gli altarini della Sanità di Reggio Calabria, una sera torna a casa, comincia a vomitare nero e muore tra le braccia della moglie. Il 26 settembre 2018.
Per una volta, era  stato  fuori a cena con amici. Non se ne parla più. Sono passati 30 anni. Ma questo 2022 sembra il 1992. La politica alle corde, debole come non mai si muove solo per sussulti isterici provocati da leaderships inesistenti
e fuori dalla realtà. Non tutte, ma quasi. C’è  la guerra che spinge tutti al “c’è ben altro a cui pensare”.
E  allora, mentre l’ attenzione di tutti è  rivolta altrove, la scelta del nuovo Procuratore Antimafia passa in secondo piano. I cosiddetti Progressisti dicono no a Gratteri. E poche ore dopo arriva l’ allarme dei Servizi Segreti: stanno preparando un nuovo ATTENTATUNI.
Questa volta l’ obiettivo è  un Giudice calabrese: il nemico numero uno della ‘ndrangheta. In una terra  ove niente è  come appare e  a proposito di ciò,  la storia non si dovrebbe sottovalutare mai. Per esempio, per capire un certo tipo di cultura sociale, è  bene sapere che la prima Loggia Massonica italiana, ripeto la prima in Italia, nacque in Calabria: nel 1723, si chiamava Fidelitas, in una cittadina che ancora oggi si chiama Girifalco. Il mio non è  ovviamente un attacco indiscriminato alla Massoneria. Ma una riflessione.
La scorta del Giudice Gratteri e di tutta sua famiglia, è  stata rafforzata al più alto livello. Vite al servizio dello Stato e della Giustizia. A cui dobbiamo il massimo della nostra gratitudine.
Siamo tutti con Gratteri e la sua famiglia, con tutta la forza e la solidarietà di cui siamo capaci.
Francesco Magisano

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