Noi cavie delle nucleari “tattiche” di Putin

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Pubblichiamo un articolo pervenuto da Renata Rusca Zargar (*)

Noi cavie delle nucleari “tattiche” di Putin

Ho seguito con attenzione la propaganda elettorale dei tanti Partiti, eppure ho capito molto poco. Prima di tutto, mi ha confuso la questione dell’agenda Draghi. Cosa sarà mai – mi sono chiesta- l’agenda di un ex banchiere che, molto probabilmente, è all’inseguimento di un altro prestigioso incarico internazionale? Tutti quelli che lavorano in banca, infatti, sanno bene che il trend di un banchiere non è pensare a sollevare dalle angosce chi ha meno e chi soffre ma piuttosto fare profitti senza guardare in faccia nessuno. Dunque, non mi sono vestita di nero per l’interruzione del Governo in uscita.

Sempre dai Partiti, quasi tutti, ho sentito parlare con favore di militarizzazione e corsa al riarmo. Persino il Governo del “disbrigo degli affari correnti” ha deliberato vari miliardi di spese militari per questo e i prossimi anni 1. Bene, – avevo pensato – daranno più forza a Carabinieri e Polizia che si devono sempre arrangiare con pochi mezzi. Ma, nonostante la mia buona volontà, non sono riuscita a immaginare la Polizia in perlustrazione nelle strade delle nostre città con i carri armati! Perché mai l’Italia, infine, dovrebbe andare in guerra? E dove? Non abbiamo già abbastanza problemi in casa?

Tra l’altro i Partiti hanno continuato l’infame propaganda sulla guerra in Ucraina avallando l’invio di armi che, alla fine, grazie alla nostra cecità, ci porteranno a beccarci in testa una simpatica nucleare “tattica”. Non abbiamo fatto nulla, in realtà, fin dal primo momento, per fermare la guerra e la Diplomazia è stata messa al bando. Ci siamo adoperati, invece, per far godere i trafficanti di armi e soprattutto per essere ossequienti al volere dell’alleato atlantico. Alleato? Con gli alleati si dovrebbe avere almeno diritto di parola e non si dovrebbe rimanere supini con la faccia a terra come davanti alla Madonna. Si dovrebbero concordare le mosse, capire gli obiettivi, le necessità. Taccio, dunque, su un’Europa del tutto inesistente e incapace. Ormai, non credo più nell’Europa e mi chiedo anche a che prezzo pagheremo i fondi che ci elargiscono (in parte nostri e in parte ad aumentare un debito da capogiro).

Gli Usa hanno scatenato guerre dappertutto nel mondo (mai in casa propria), hanno fatto sterminare popoli, proprio come ora, insieme a Putin, sterminano gli Ucraini. La guerra tra Stati Uniti e Russia non è per amore dell’Ucraina ma per fondare un diverso ordine mondiale. Purtroppo, si combatte in casa altrui. E noi Italiani perché dobbiamo essere sempre complici? Non siamo stati ancora abbastanza puniti per aver perso la seconda guerra mondiale?2

Non si può credere, infine, che Putin si rassegnerà a una presunta sconfitta. Come ci ha spiegato Esopo tanto tempo fa, una rana aveva dato un passaggio a uno scorpione sul suo dorso per fargli attraversare il fiume. Lo scorpione le aveva promesso di non pungerla ma, arrivati nel bel mezzo del fiume, lo scorpione la punge e muoiono entrambi. Prima di spirare, la rana chiede il perché al crudele animale che le risponde che quella è la sua natura.

Noi dovremmo avere, allora, un po’ di orgoglio per la nostra antica civiltà, per la bellezza del nostro Paese, per l’intelligenza dei nostri artigiani e artisti. Invece di spendere miliardi nelle armi, avremmo dovuto spendere per mettere in sicurezza il nostro fragile territorio che, ormai, a ogni pioggia ci consegna danni enormi e cadaveri. Con le scelte dei nostri Governi muoiono Italiani in patria e poveracci ucraini altrove. (Era questa la famosa Agenda Draghi tanto osannata?)

Il 25 settembre, comunque, il popolo italiano non ha avuto molta scelta perché la sinistra è non pervenuta e, in caso, ha adottato i valori della destra. Così, gli Italiani hanno preferito gli eredi di quelli che cantavano “Faccetta nera” perché dicevano che liberavano gli Etiopi dalla schiavitù. Purtroppo, però, l’avevano sostituita con il madamato3. Erano anche quelli che non concedevano diritti alle donne, men che meno alle minoranze e a cui piaceva solo la razza “ariana”.

Ciononostante, i tempi cambiano e le culture originarie si adeguano.

Se crediamo ancora nella Democrazia, deve averci dato molto fastidio che, a una settimana dal voto, all’Europa venisse in mente che Orban non rispetta i diritti nel suo Paese (non qualche mese fa e neppure due settimane dopo). Io l’ho trovata una mossa vergognosa per influenzare il voto come tutte le altre frasi sciocche pronunciate a Bruxelles e persino in Francia che ci qualificano come sorvegliati speciali. Ma i Partiti italiani non sono insorti davanti a queste ignobili interferenze che offendono la dignità degli Italiani tutti.

Ah, già, come al solito, supini adoratori del Pensiero Unico Atlantico, non se ne saranno neppure accorti. Guai a noi, invece, se avessimo espresso pareri imbarazzanti in Europa sul voto di qualsiasi altro paese!

Voltaire credeva che si potessero esprimere tutte le opinioni, anche diverse dalla propria, cioè credeva nella libertà di pensiero.

Forse, noi crediamo nella libertà e democraticità del voto solo quando risulta come lo vorremmo noi.

Renata Rusca Zargar

Note:

(*) Renata Rusca Zargar, insegnante di materie letterarie in quiescenza, blogger (https://www.senzafine.info/?m=1), ha pubblicato una quindicina di libri a tema storico o sociale, ha condotto corsi di Scrittura creativa per gli anziani e si è occupata, nel tempo, di poesia. Ex sessantottina, oggi è solo osservatrice della vita del nostro paese.

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