Non facciamoci trovare impreparati dalla prossima migrazione climatica

Ambiente, Natura & Salute

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La palla sul cambiamento climatico se la rimpallano gli schieramenti politici di destra e sinistra.

Foto di Bogdan Radu da Pixabay

Al momento è stato solo accantonato, per i sopraggiunti eventi militari in Ucraina.

I modelli di previsione meteorologici, sono

elaborati da sarti di grandi firme, piacciano o meno al popolo. I continui allarmi al lupo al lupo, rappresentano solo false mistificazioni per nascondere politiche pericolose naziste, l’eugenetica. Guarda caso il primo a parlare della migrazione climatica è stato il presidente Biden subito dopo l’ultimo uragano di New Orleans del 23.03.2022, mentre sul fronte europeo era in corso, da circa un mese, una guerra in territorio ucraino. Biden ha sottolineato l’importanza di incoraggiare la migrazione climatica, a causa del cambiamento climatico.

Alla Casa Bianca è stato attivato un Centro Studi socio-climatico, con il compito di studiare l’impatto del cambiamento climatico sulla migrazione, e le eventuali contromisure per proteggere e ricollocare gli sfollati in fuga dalla siccità provocata dalle alterazioni del clima. Il programma del Centro Studi è focalizzato sul “Ricostruire e migliorare i programmi per l’inserimento dei rifugiati nella società e pianificare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla migrazione”.

A capo del Centro Studi, sarà il consigliere per la sicurezza nazionale, che si approccerà con i segretari di Stato, Difesa e Sicurezza interna, oltre all’USAID e al direttore dell’intelligence nazionale, e riguarderà “il cambiamento climatico e il suo impatto sulla migrazione, compresa la migrazione forzata , sfollamento interno e ricollocazione pianificata”.

Questo rapporto serve a Biden per giustificare il numero di migranti che gli Stati Uniti dovranno accogliere ogni anno. Trump aveva posto il limite di ingresso a 15.000 rifugiati l’anno, Biden vuole portarlo a 125.000 per il primo anno, per aumentarlo negli anni successivi.

Il decreto di Biden, comporta l’implementazione di meccanismi per le autorità federali, atti ad identificare i rifugiati e i loro luoghi di provenienza e la collaborazione con le ONG che dovranno gestire i flussi. E quali saranno le ONG prescelte, indovinate? Quelle del filantropo George Soros.

I rifugiati non hanno nulla a che vedere con la mutazione del clima, nel suo elemento primario, anche se i governi occidentali incoraggiano la migrazione dei popoli verso il mondo occidentale.

Una manovra scientifica dei governi per generare tensioni tra migranti e indigeni, di cui giovarsi per fomentare le tensioni e conflitti etnici da utilizzare a proprio vantaggio.

In Europa i rifugiati saranno ingaggiati per accrescere i nazionalismi e i militarismi.

Gli eventi dell’Ucraina disegnano per l’Occidente un laboratorio socio-militare sperimentale.

 

Maurizio Compagnone

Analista

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