Oggi si ricomincia a delineare la Road Map del Governo Draghi 

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Oggi e domani due giornate decisive per vedere la nascita del governo del super Mario, come ormai lo descrivono in Europa. Ma quanti mal di pancia!

Il partito di maggioranza relativa ha passato una domenica in video-conferenza.  Al mattino una riunione con i direttivi e i presidenti di commissione, nel pomeriggio poi si è tenuta una riunione dei 40 senatori che non nascondono tutto il proprio malessere per l’eventuale appoggio del Movimento 5stelle al governo Draghi, in tarda serata ci sarà poi l’assemblea congiunta con le comunicazioni dei vertici.

Si tratta di un vero e proprio travaglio

Anche personale, con deputati e senatori (soprattutto senatori) pronti a mettersi di traverso qualora dal premier incaricato non arrivassero garanzie sul programma. E il programma vuol dire difendere reddito di cittadinanza, il salario minimo, la transizione energetica, il superbonus. Si potranno avere garanzie su questo con l’entrata di Salvini?

Lo stesso problema hanno i democratici di Zingaretti che vorrebbero capire meglio la tattica del capitano della Lega che era contro il Recovery Found ed ora dice che vuole starci dentro per governare le risorse.

Qui la settimana si apre con il rischio scissione dei pentastellati, secondo agenzie almeno 20 senatori sarebbero attirati dalla sirena Di Battisti e con le vicende del centro destra. E dì perché da questa parte non sarebbero fiori e rose, con l’isolamento della Meloni di Fratelli d’Italia, schierata decisa per il no a Draghi, il fronte si spacca.

Questa sera i vertici M5s informeranno i parlamentari del confronto di ieri con il premier incaricato, del vertice con Grillo alla Camera. L’appuntamento con l’ex numero uno della Bce è per martedì, ma giovedì potrebbe esserci un altro incontro per sciogliere gli ultimi nodi. Non si esclude inoltre che possa esserci un voto anche sulla piattaforma ‘Rousseau’. L’obiettivo dei ‘big’ M5s resta quello di evitare spaccature, affinché ci sia un’unica posizione da indicare, una volta che saranno ascoltate le proposte, al premier incaricato.

Quale sarà la squadra di governo? Sarà composta da ministri tecnici o politici, oppure farà ricorso a una forma ibrida?

Il premier incaricato rientrerà a Roma oggi. Fitto il calendario del secondo giro di consultazioni, che durerà in tutto 48 ore.

Lo schema resta quello di partire dai ‘piccoli’ e concludere con il gruppo più numeroso. Si parte, domani pomeriggio, dalle 15 alle 15:15, con il gruppo Misto della Camera e le Minoranze linguistiche. A seguire, dalle 15.30 alle 15:45, sfileranno i deputati di Maie-Psi. Dalle 16 alle 16:15, sarà il turno di Azione e Più Europa-Radicali italiani. Alle 16:30 Draghi vedrà le componenti minori del centrodestra, Noi con l’Italia e Cambiamo; alle 17 Centro democratico-Italiani in Europa; alle 17.30 i senatori delle Autonomie (Svp, Patt, Uv).

Martedì le consultazioni di Draghi inizieranno, dalle 11, con il neonato gruppo di Palazzo Madama di Europeisti-Maie-Centro democratico. Dalle 11:45 alle 12:15 il presidente incaricato incontrerà Liberi e uguali e, a seguire, dalle 12:30 alle 13, i rappresentanti di Italia viva. Alle 13:15, poi, sarà il turno di Fratelli d’Italia, unico partito al momento che ha già annunciato che non voterà la fiducia. Il Partito democratico è atteso dalle 15 alle 15:30. Dalle 15:45 alle 16:15 sarà la volta di Forza Italia e Udc, e, a seguire, dalle 16:30 alle 17, della Lega. La chiusura del secondo giro è dalle 17:15 alle 17:45 con il Movimento 5 Stelle. Al termine delle consultazioni potrebbe svolgersi un confronto con le parti sociali.

 Dopodiché, il presidente incaricato potrebbe salire al Colle per riferire a Sergio Mattarella l’esito degli incontri con i partiti. Se fosse confermato il sostegno ampio dei partiti che sembra esserci, Draghi potrebbe sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri poco dopo.

Stando quanto riferito dai partiti al termine del primo giro di consultazioni, in cima alle preoccupazioni del premier incaricato il tema dell’emergenza sanitaria e della revisione del piano vaccinale oltre alla scadenza del blocco dei licenziamenti, fissata a fine marzo. Diversi partiti – in primo luogo Forza Italia e Italia viva – chiedono poi che sia riscritto il Recovery plan redatto dal governo Conte II.

 A parte gli esperti di alto profilo, la giurista Marta Cartabia, gli economisti Lucrezia Reichlin, Fabio Panetta, Carlo Cottarelli, Dario Scannapieco e Vittorio Colao, sono pochi i nomi di politici che circolano nel toto ministri di palazzo, esercizio che appare al momento comunque prematuro. Tra questi, il vice segretario leghista Giancarlo Giorgetti, sostenitore di Draghi della prima ora, nel suo partito, o l’avvocato di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno. Altri nomi che circolano sono quelli, per M5s, di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli; per il Pd, Lorenzo Guerini e Dario Franceschini; per FI, Antonio Tajani e Mara Carfagna.

Tags: Mario Draghi, governo, politica nazionale

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