La pillola del we di Ora Legale. Anno di elezioni

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In viaggio verso il 2018. Anno d’elezione. Elezioni dell’anno

 

Rubrica a cura di Massimo Corrado Di Florio

Si sta seduti sull’orlo di un precipizio, con le gambe che ciondolano. È proprio così che si sta seduti sul margine di un baratro. Proprio lì, in quegli attimi, in cui non si è deciso -non completamente, almeno- se lasciarsi scivolare o, più semplicemente, volare verso il basso, perfino fin dove quel basso può anche diventare <<infimo>>.

In questo eterno stare sul filo, non ci si aspetta mai che un margine possa rappresentare un vero e proprio punto di equilibrio. Una parità imperfetta, se posso dir così. Un ossimoro mi sia concesso. D’altronde, il nostro sig. B. e l’altrettanto nostro sig. P. sono i maestri dell’equilibrio, atleti eccezionali che, dell’eccezione han fatto la regola. Il sig. P., è noto, è anche un valente ciclista. Entrambi, per le più varie ragioni, padri fondatori di qualcosa.

Il gioco delle tre carte

Mentre sullo sfondo si agitano con misurata calma un discreto numero di alfieri (vecchi e nuovi), i nostri protagonisti sono e rimangono due giocatori abilissimi e esperti. Loro sì che sono abituati a condurre ovunque le anime ingenue che, adesso, li esortano a gran voce a tornare in campo. In realtà, il campo non l’hanno mai abbandonato. Il gioco affascina e affascina anche e soprattutto gli spettatori di questa eterna partita. Cos’è che accade? Su bluffa, si imbroglia e, infine, si gioca usando le due cose assieme, pur se il bluffare non dovrebbe contemplare l’imbroglio: il primo, se proprio vogliamo essere precisi, è una regola, il secondo è una non regola. Ad  ogni modo, aspettiamo, ansiosi, il primo errore di gioco, disinteressati come siamo al torbido procedere del gioco stesso. Anche questo schema, già visto, giocato e rigiocato chiede a gran voce l’errore.

 

B e P. ne sono consapevoli e, infatti, per la gioia di tutti noi, sono tornati. Dispensatori di consigli e strategie. Dov’è la carta che vince? Non lo sapremo mai.

Quando si sfilacciano le trame, le rammendatrici sono fondamentali. Il rimescolare continuo nel catino della paura è quello che ci meritiamo.

Massimo Corrado Di Florio

 

Web editor

avv. Maria Federica Dimantova 

 

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