Oscar 2022: sfumato il sogno per “E’ stata la mano di Dio” di Sorrentino

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Ammettiamolo, dai: alla notizia della nomination agli Oscar 2022 di “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino nella categoria Film Internazionali, annunciata lo scorso febbraio dall’Academy, avevamo già iniziato a sognare. Anelavamo tutti in cuor nostro che l’Italia portasse a casa una vittoria anche nel Cinema. Forse perché Sorrentino, avendo già conquistato l’ambitissima statuetta d’oro nel 2014 con “La Grande Bellezza”, ci aveva fatto ben sperare in una sua ormai consolidata stima mondiale? O forse perché negli ultimi anni il nostro spirito patriottico è notevolmente cresciuto?

A mio avviso, la ragione sta nel mezzo ed è frutto di un mix perfetto: l’indiscussa abilità di Sorrentino; la trama autobiografica, drammatica e dolce allo stesso tempo, e la bellezza disarmante di Napoli che fa da cornice alla pellicola. Eppure tutti questi aspetti, che hanno di certo incantato gli spettatori, non sono riusciti a rovesciare i pronostici della 94°edizione degli Oscar. A vincere, infatti, il riconoscimento di Miglior Film Internazionale è stato “Drive My Car” di Ryusuke Hamaguchi.

È sfumato un sogno sì, ma «Sono felice. Il fatto che il film sia arrivato fin qui è sorprendente per me», ha dichiarato Sorrentino che, insieme a sua moglie Daniela D’Antonio e gli attori Filippo Scotti e Luisa Ranieri, è riuscito ancora una volta ad attraversare il celebre Red carpet del Dolby Theater di Los Angeles. Sui suoi social ha, inoltre, aggiunto: «Oggi, dopo due anni di lavoro, si chiude il ciclo di questo film. Da mesi mi viene chiesto perché l’ho fatto e non ho trovato una risposta autentica. Oggi l’ho trovata: volevo tornare, anche solo per un attimo, a questa foto. A mia madre».

Prodotto da Netflix con The Apartment di Lorenzo Mieli, casa di produzione del gruppo Fremantle, È stata la mano di Dio racconta la Napoli anni Ottanta, attraverso gli occhi di Fabietto Schisà, un ragazzo di 16 anni, alter-ego dello stesso regista, la cui vita viene drasticamente sconvolta da due eventi paralleli: la morte improvvisa di suo padre e sua madre, a causa di una fuga di monossido di carbonio nella loro casa di Roccaraso e l’arrivo in città del fuoriclasse argentino, Diego Armando Maradona. Il film, infatti, si presenta come un delicatissimo e crudo atto d’amore, in ricordo dei suoi genitori e in ricordo del Paolo adolescente che iniziò tra i vicoli di Napoli a crescere e a sognare il mondo del Cinema. È stato proprio quest’ultimo ad aiutarlo a esorcizzare e reinventare la straziante tragedia vissuta, in una storia intima, appassionata e piena di speranza.

Nessuna vittoria anche per gli altri artisti italiani in nomination: il regista Enrico Casarosa con Luca per Miglior Film d’Animazione e Massimo Cantini Parrini per i costumi di Cyrano. L’unica firma italiana che in qualche modo ha trionfato quest’anno, porta il nome di Marco Regina: il materano, residente a Los Angeles, ha lavorato come “head of Animation” per il produttore Leo Sanchez e il regista Alberto Mielgo, i quali si sono aggiudicati l’Oscar nella sezione dei Cortometraggi di animazione con “The Windshield Wiper”, (Il Tergicristallo).

Si concludono, quindi, così gli Oscar 2022 lasciandoci il cosiddetto “amaro in bocca” in un’edizione che, al di là del lusso modaiolo e delle statuette d’oro, si è rivelata abbastanza deludente e all’insegna del politicamente corretto. Basti pensare che il momento più chiacchierato è soltanto lo schiaffo di Will Smith al comico Chris Rock. Ma questa è un’altra storia.

Quel che a noi italiani deve interessare è essere riusciti ad arrivare vicinissimi alla vetta più alta del settore cinematografico e poter comunque vantare in tutto il mondo un regista immenso quale è Sorrentino. 

Forza, Paolo, non ti disunire!

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